di FRANCESCA FROIO
Un’ esperienza, quella che stiamo vivendo, che ha cambiato nel profondo le abitudini di ognuno di noi, nessuno escluso. In questo periodo dell’anno, in una normale situazione, ogni alunno si sarebbe preparato alla chiusura dell’anno scolastico, e gli studenti delle classi V degli istituti superiori avrebbero cercato di godere ogni istante di quegli ultimi attimi alla soglia del diventare grandi assieme.
La diffusione del virus, purtroppo, ha cambiato anche questo. Una docente di Lettere in servizio presso Il Liceo Delle Scienze Umane, IIS Fermi Cz Lido, ha voluto dare la possibilità alle sue alunne di esternare i pensieri del momento attraverso la stesura di un tema dalla traccia: "Riflessioni sul momento storico attuale, con particolare riferimento ad esperienze personali, attese prospettive future (esame di Stato compreso)". Noi de La Nuova Calabria ne abbiamo selezionato qualcuno da condividere con tutti voi. In bocca al lupo ragazze.
Il 31 dicembre del 2019 alle 23.59 eravamo tutti pronti a brindare per il nuovo anno, il 2020. Un anno pieno di speranza, prospettive, nuove esperienze e avventure . Intravedevo e immaginavo questo mio nuovo anno pieno di responsabilità e decisioni: la fine delle scuole superiori con il grande e temuto esame di maturità, la conquista della patente per percepire un nuovo senso di libertà, la scelta dell’università per continuare i miei studi; tutte decisioni e esperienze che non vedevo l’ora di provare finalmente sulla mia pelle.
Ma subito dopo esserci catapultati in questo nuovo anno, una situazione più grande di noi ci ha assaliti, un virus mortale chiamato coronavirus. È una nuova malattia respiratoria, identificata anche come COVID-19. Dal contagio alla comparsa dei sintomi, ovvero il periodo di incubazione del virus, si stima un tempo che può variare da 2 ai 15 giorni anche a causa di questa caratteristica il coronavirus si è diffuso in tutto il mondo molto velocemente diventando una vera e propria pandemia.
A causa di questo enorme virus il governo ha ritenuto opportuno mettere in quarantena l’intera Italia, bloccando l’economia e la vita di ognuno di noi. Dopo questo decreto insieme alla routine per me sono cambiate anche le esigenze, le richieste e le prospettive. Ho seguito le statistiche degli effetti del virus sulla popolazione, vedendo tanti numeri, soprattutto dei morti sempre in crescita, sapendo di non poter fare nulla se non rimanere a casa.
Guardandomi intorno mi ero resa conto di avere, dopo un lungo periodo, un po’ di tempo libero da dedicare a me e alla mia famiglia. Mi sono concentrata sulla scuola essendomi trovata in una situazione nuova e diversa, mi sono dovuta adattare alle spiegazioni e alle interrogazioni tramite computer. Non avevo un volto davanti ai miei occhi come negli anni precedenti, ma solo uno schermo che non poteva trasmettermi tranquillità o sicurezze.
Posso dire di aver cercato di tenere occupate le mie giornate e la mia mente per paura di bloccarmi e riflettere su tutto quello che stavo e avrei perso a causa di questo virus. Sapevo di non poter più condividere le giornate fra i banchi con le mie compagne di classe, ormai diventate amiche di mille avventure. Aspettavamo con ansia “l’ultima campanella” per poter festeggiare fuori la nostra scuola, tutti insieme, i nostri cinque anni fra pianti e felicità!
Nei giorni prima della chiusura della scuola parlavamo del famoso pranzo con i professori, di quello che avremmo voluto fare prima dell’inizio degli esami scritti e di come trascorrere i cento giorni prima degli esami, ma tutte le nostre organizzazioni e aspettative ad un semplice esame orale con la mascherina e le giuste ci faranno nemmeno partecipare agli esami l’una dell’altra per darci forza o poterci dare semplicemente la mano con i professori che ci hanno accompagnato per cinque anni in questo lungo percorso.
Nonostante tutto nella mia mente rimarrà sempre impresso un bellissimo ricordo dei miei anni alle superiori, fra quei banchi a studiare e chiacchierare con le mie compagne, quelle lunghissime passeggiate nei corridoi con i bidelli sempre pronti ad ascoltarci, la ricreazione passata in fila alla macchinetta, gli abbracci e i baci con le mie amiche e le ore di scienze motorie passate a ballare insieme.
Se avessi saputo che il quattro marzo sarebbe stato il mio ultimo giorno di scuola, mi sarei fermata ad ascoltare l’ultima campanella e ad ammirare la spensieratezza nei volti dei miei amici e dei miei professori che tanto mi mancano. Mi sono resa conto che tutto quello che davo per scontato ogni giorno, in realtà non lo era a partire da un semplice abbraccio con la mia nonnina al passeggiare liberamente sul lungomare.
In questo lungo periodo di quarantena posso dire di aver capito l’importanza del dare il giusto valore alle cose e alle persone, del non dare mai nulla per scontato e del vivere al cento per cento le mie giornate. Cercando di recuperare anche quello che ho perso a causa di questo maledetto virus.
Ilaria Grillone 5C
Liceo Delle Scienze Umane
IIS “Fermi Cz Lido
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