di IACOPO PARISI
L'Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, in collaborazione con l'Università degli Studi "Magna Græcia" di Catanzaro, ha promosso un evento di grande rilievo culturale ed ecclesiale: la presentazione dell’opera “La Parola non si ferma mai. Studi per Mons. Antonio Cantisani”. L’incontro, tenutosi ieri sera nella suggestiva Sala Sancti Petri dell’Episcopio di Catanzaro, ha celebrato l’eredità spirituale e pastorale di Mons. Cantisani, figura di riferimento per la Chiesa e la comunità civile.
L’opera, frutto del contributo di numerosi studiosi e collaboratori che hanno affiancato Mons. Cantisani nel suo lungo magistero, si propone come un tributo corale alla sua visione pastorale e al suo magistero. Il volume raccoglie interventi, studi e testimonianze che ne delineano il profilo umano e spirituale, sottolineando l’attualità della sua azione ecclesiale e sociale.
Ad aprire e moderare l’evento è stato il diacono Mario Arcuri, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace. Durante la serata sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni, accademici e collaboratori di Mons. Cantisani, ognuno portando un prezioso contributo alla riflessione collettiva.
Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha sottolineato il profondo impatto che Mons. Cantisani ha avuto sulla città, ricordando episodi significativi, come il suo impegno a difesa dei migranti, gesto che rivelò la forza del suo magistero a favore degli ultimi. Fiorita ha evidenziato come la capacità di Mons. Cantisani di affrontare temi complessi con mitezza e fermezza abbia reso la città più giusta e consapevole.
L’assessore alla cultura Donatella Monteverdi ha descritto Mons. Cantisani come un uomo che riusciva sempre a stupire per la lucidità della sua analisi e per la sua capacità di trasmettere con passione messaggi profondi e coraggiosi. Ha ricordato come la città che lui ha trovato fosse molto diversa da quella che ha lasciato, profondamente trasformata dalla sua azione pastorale. L’assessore ha evidenziato che il coraggio che oggi caratterizza la comunità trae le sue radici proprio dal suo insegnamento. Mons. Cantisani era capace di affrontare temi difficili con mitezza, ma anche con fermezza, lasciando un’impronta indelebile nel tessuto sociale e culturale della città.
Tra i relatori, il prof. Alberto Scerbo, docente dell’Università Magna Græcia e tra i curatori dell’opera, ha ricordato come Mons. Cantisani abbia profondamente amato Catanzaro, scegliendo di restare sempre vicino alla sua comunità. Ha portato i saluti di Aquila Villella, direttrice del DIGES dell’Università di Catanzaro, sottolineando il valore simbolico della trilogia dedicata a Mons. Cantisani, nata come dimostrazione collettiva di affetto e riconoscenza.
Fortunato Morrone, presidente della Conferenza Episcopale Calabra, ha offerto una riflessione teologica sul pensiero di Mons. Cantisani, analizzando il suo impegno pastorale a favore degli ultimi. Pur non avendo avuto modo di conoscerlo personalmente, ha evidenziato il profondo significato delle sue prese di posizione, animate da una passione assoluta per il Vangelo. Questo aspetto, secondo Morrone, rappresenta il cuore del suo ministero e della sua eredità spirituale.
Luigi Mariano Guzzo, docente all’Università di Pisa, ha invece analizzato il magistero di Mons. Cantisani da una prospettiva scientifica e giuridica, sottolineando l’attenzione del prelato ai temi sociali e alla comunicazione. Ha ricordato anche l’intuizione di Cantisani su una Chiesa povera e gioiosa, anticipando così i temi del pontificato di Papa Francesco.
Il momento conclusivo è stato affidato a Mons. Claudio Maniago, arcivescovo metropolitano di Catanzaro-Squillace, che ha espresso profonda gratitudine per l’opera e per il ricordo collettivo di Mons. Cantisani. Ha evidenziato come il suo episcopato, profondamente radicato nel sud, abbia offerto insegnamenti preziosi per l’intera Chiesa, invitando tutti a proseguire nel solco del suo esempio pastorale.
La presentazione di “La Parola non si ferma mai” si è rivelata non solo un’occasione di celebrazione, ma anche uno stimolo a continuare a studiare e a trarre ispirazione dall’opera di un uomo che ha segnato profondamente la storia della diocesi e della città.
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