
di GIORGIA RIZZO
La poesia come risposta ad un'urgenza intima dell'autore, che finisce per appartenere a chi la legge e la fa propria, che travalica i tempi e gli spazi, diventando anche arma sociale, di riscatto e cambiamento.
Proprio sulla poesia, su cosa sia e a cosa serva leggere e scrivere di poesia oggi, si è concentrato l'ultimo incontro della rassegna culturale "Parole, voci e suoni di Calabria" che ha lo scopo di rendere vivo e far conoscere la Biblioteca Comunale De Nobili, nella cornice della storica Villa Margherita, attraverso dibattiti e iniziative che spaziano da romanzi a saggi, fino a opere poetiche, di autori del territorio
L'ultima occasione è stata, oggi, la presentazione della raccolta di poesie di Antonio Mario Sestito dal titolo "Goccia di pece", edito Città del Sole Edizioni. A stimolare il dibattito Gianfranco Ventura, che ha curato la prefazione dell'opera, e Barbara Pasqua.
Nei versi di Sestito stralci di vita quotidiana, impressioni di un momento ma anche grandi temi: l'amore, tema immancabile per un poeta, ma anche l'emigrazione, il male. Un alternarsi di toni, dal serio al sommesso e intimo.
Grande protagonista non è stato l'autore ma le parole, direttamente lette ad alta voce dal pubblico, in un momento di riappropriazione artistica e allo stesso tempo sociale, di convivialità, attorno al fuoco di una produzione assolutamente personale.
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