La riflessione. Caristo: "Una Politica seria per il Sud"

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images La riflessione. Caristo: "Una Politica seria per il Sud"
Felice Caristo
  01 luglio 2020 12:49

di FELICE CARISTO

 La clausola introdotta del Governo Gentiloni nel 2016 nel Decreto Mezzogiorno destina a questi territori un 'volume complessivo annuale di stanziamenti ordinari in conto capitale proporzionale alla popolazione di riferimento', che è appunto il 34% di quella italiana. Invece dal 2001 al 2019 la quota media di trasferimenti al Sud non è mai andata oltre il 24%, con picchi del 28% e del 19% .

Banner

E questo mentre negli ultimi dieci anni gli investimenti al Sud si sono addirittura dimezzati, passando da 21 milardi del 2008 ai 10,3 del 2018.

Banner

La clausola ha continuato a restare lettera morta, mentre le tre 'Operazioni verità' hanno certificato rispettivamente, lo scippo di 61,5 miliardi di euro l'anno ai cittadini meridionali a vantaggio di quelli settentrionali, il dirottamento degli aiuti di Stato e dei Fondi strutturali, questi ulutimi utilizzati per pagare la Cassa integrazione per le Imprese del Nord.

Banner

La distanza tra le due Italie resta siderale, il riconoscimento della necessità di recuperare il Sud - anche a vantaggio del Nord - è unanime, ribadita negli atti anche di questo governo, ma resta solo nero su bianco.

La Pandemia ha mostrato quanto l'abbandono del mezzogiorno sia costato, e continui tuttora a costare, ai suoi cittadini in termini di accesso alle cure, all'istruzione, alla mobilità.

E' la crisi del prossimo autunno, che si annuncia ancora più dura, mostrerà,  ancora una volta nel Meridione, molto più che altrove, il Costo sociale di questi Cantieri che sono rimasti fermi nonostante le risorse fossero già state stanziate da tempo.

Ora nel Capitolo del Pnr dedicato al Mezzogiorno 'il riequilibrio delle Risorse Ordinarie,con l'effettiva applicazione della cosiddetta 'clausola del 34%' figura tra le misure attraverso cui il Piano per il Sud al 2030, varato a febbraio, si propone di massimizzare l'impatto delle misure previste nella legge di Bilancio per il 2020, che consenta di incrimentare gli investimentipubblici nel Mezzogiorno, senza gravare di maggiori oneri la finanza pubblica, agendo sul riequilibrio della spesa ordinaria in conto capitale e l'accellerazione della spesa aggiuntiva.

Le altre misure su cui si fa affidamento sono il recupero della Capacità di spesa della politica nazionale di coesione (Fsc) - su cui il nostro paese notoriamente non eccelle - puntando anche sulle riprogrammazioni; e un nuovo impulso all'attuazione della programmazione dei Fondi Sie.

La speranza è che l'impegno 'vidimato' da Bruxelles questa volta non resta solo sulla carta.

Il Mef, nella bozza del programma nazionale di riforma, considera il Piano Sud, 2030 uno strumento valido per ' guidare il necessario sforzo che dovrà essere prodotto gia a partire dalle prossime settimane, nelle Regioni meridionali e nelle aree martirizzate per far ripartire il Paese'.

Quindi il Mezzogiorno riparte dalla dotazione dei 123 milardi previsti dal documento di febbraio.

Le 'missioni' che gli si affidano sono cinque:la prima cionvolge i giovani,e comporta, un investimento sull'istruzione, a partire dalla lotta alla povertà educativa, ridurre le disequaglianze e riattivare la mobiltà sociale, attraverso,tra le altre cose, il potenziamento,delle infrastrutture scolastiche.

Poi si punta a un Sud connesso e inclusivo,infittendo e ammodernando le infrastrutture materiali (dalle ferrovie alla viabilità secondaria, digitali) e sociali, per 'spezzare' l'isolamento di territori e persone.

Si immagina poi un Mezzogiorno in prima linea sugli impegni del Green Deal  e nella lotta ai cambiamenti climatici e sull'innovazione: in questo caso si prevede un incentivo rafforzato per investimenti in ricerca e sviluppo, la promozione dell'inserimento di start up e l'attrazione di nuove realtà aziendali.

Infine, si dichiara di voler rinvigorire la vocazione internazionale del Meridione, anche tramite il rafforzamento delle Zes.

Mentre l'adozione della fiscalità di vantaggio, finalizzata ad attirare investimenti privati da affiancare a quelli pubblici, è uno degli interventi messi sul tavolo direttamente dal Premier.

                                         

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner