di AURELIO FULCINITI
Al termine di una campagna elettorale del ballottaggio senza esclusione di colpi e per alcuni versi infantile e piena di “rosiconi” assortiti, l’unica analisi seria è quella che riguarda i candidati a sindaco. Da qui si doveva partire e qui si conclude. Ed ecco, di seguito, i ritratti.
Da una parte abbiamo un progetto nuovo, della Catanzaro colta, attenta sul serio a quello che accade, di quella giovane che ancora resiste e ci crede, ma soprattutto di quella realmente innamorata della città, che la conosce davvero e che non è disposta a votare sempre i soliti e poi a trascorrere cinque anni tristi lagnandosi in continuazione. È una città bella e giovane, quella proposta, rappresentata da un candidato a sindaco che sa anche sorridere e guarda lontano, verso l’innovazione, proponendo idee che portano al Futuro. Ma è soprattutto la Catanzaro che vota per crescere e non per interessi personali o di bottega. È l’outsider, come la tris del film “Febbre da Cavallo”. “Soldatino, King e D’Artagnan”, la scommessa vincente che può sorprendere tutti. Dei due candidati è stato l’unico a dichiarare i nomi di due degli assessori della sua futura giunta. Ed è stata subito una sorpresa gradita e – a queste latitudini – inaspettata: persone affermate e soprattutto competenti ed autorevoli in materia si potranno collocare in ruoli chiave come la Sanità e la Sicurezza. E se questo è l’inizio il seguito potrà essere ancora più importante. Una discontinuità netta rispetto al passato, in cui si è assistito a consiglieri diventati assessori tuttologi a suon di pacchetti di voti. Ma è una candidatura – in fondo – molto colorata, che porta colori in una città grigia ma che avrebbe l’opportunità di poter riprendere a sognare.
Dall’altra, in una posizione attualmente di vantaggio, abbiamo un candidato che, sia pur in possesso di una reputazione personale e professionale di assoluto rispetto, si affida in blocco a tutta la vecchia politica, immobile e che poco si è distinta in questi anni per migliorare la città e la sua immagine. Senza voler entrare nel merito e nei nomi, c’è da diffidare a vedere alcuni personaggi in Consiglio comunale o – più dietro le quinte – a sostegno del candidato a sindaco. È una proposta politica che sulla carta sa di vecchio, di odore di chiuso e di carte da parati ingiallite come quelle delle case di una volta, e che per questo può – in alcuni casi, sia chiaro - convincere gli elettori poco interessati alla politica per la città ma più interessati a quello che la politica può offrire agli interessi personali. Anche se – va precisato – in questa città ormai c’è rimasto poco da spartire. E inoltre ci si chiede: al di là della buona volontà, determinati consiglieri sono studenti che possono essere bocciati all’esame di Diritto Privato, o consiglieri piuttosto volubili a cui il candidato sindaco non può far ripetere l’esame alla prossima sessione? Ed è anche quasi superfluo dire la battuta rivolta al driver che non vinceva mai, sempre in “Febbre da cavallo”: “’A Pascucci, hai fatto i capelli bianchi e avessi vinto ‘na vorta”. Se i componenti di maggioranza dell’Aula Rossa continueranno ad essere volubili, non si intravede una lunga durata di questa consiliatura, con la maggioranza che si è delineata dopo il primo turno.
Ora l’importante è votare e ci si augura un voto serio, pulito, senza condizionamenti e con il solo fine di far crescere finalmente questa città. Ma soprattutto un voto sereno. La parola, ora, spetta solo ai cittadini.
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