di CATALDO NIGRO*
"E’ sempre tempo di sfide, è sempre tempo di cambiamenti.
Ripercorrendo nella memoria giovanile della mia formazione sindacale ho trovato sempre più ricorrenti questi termini che avevano senso quanto utilità in quanto allora si viveva in presenza di una forte necessità di sviluppo e di una grande urgenza di progresso economico e sociale dei lavoratori oltre alla avvertita sfida epocale di effettuare un passaggio costituzionale obbligato per costruire uno stato democratico garante dei diritti universali per ogni cittadino.
Oggi che viviamo i primi giorni dell’anno 2021, per la triste eredità consegnatoci dall’anno appena conclusosi, i termini di sfide e di cambiamenti acquistano valori di scommessa quanto urgente esigenza di risultato di una “rivoluzione pacifica e democratica” che viviamo con angoscia e tanta paura per la triste realtà nella quale ci ha trascinato il Coronavirus- Covid 19 che ha colpito nell’anno 2020 tutto il pianeta e che ognuno di noi continua a vivere con drammaticità ed elevate incertezze avendo il virus causato tanti morti e messo in lucida evidenza le notevoli carenze della sanità pubblica con le conseguenti debolezze di un sistema sociale discutibile, molto inadeguato e ampiamente superato che ci ha rilegato in una crisi profonda della salute pubblica seguita a ruota da una crisi di sistema economico senza precedenti.
Ora che operiamo in piena pandemia e che questa prosegue con velocità crescente trascinandosi dietro ancora morti, lutti, malattie e povertà rilevanti occorre che il decisore politico ritrovi tanto coraggio, massimo impegno e piena responsabilità per identificare con celerità quelle soluzioni necessarie a traguardare un cambiamento complessivo del sistema paese evitando di disperdersi in discussioni -perditempo ed inutili- oltre che nocive atte solo ad aggravare la situazione presente rendendola sempre più drammatica, ingovernabile e non sopportabile da parte dei cittadini perchè continuano ad aumentare povertà, disuguaglianze e disoccupazione mentre assistiamo ad un crescente aumento del debito pubblico, a mò da cavallo impazzito. La pandemia che stiamo vivendo è in sostanza una domanda di senso.
Cosa fare, come farlo, quando farlo.
Cosa fare: Un cambiamento reale di visione e azione. Come farlo: con tutti gli strumenti costituzionali disponibili e nelle sedi istituzionali, Parlamento, Regioni, Comuni.
Quando farlo: prima possibile. Indugiare vuole significare peggiorare. Bisogna invece trasformare l’emergenza in urgenza .
Da una crisi non si può uscire uguali, o usciamo migliori, o usciamo peggiori.
E’ un interrogativo di buon senso che se lo pongono in tanti (Papa Francesco in primis, Vari studiosi, tanta gente comune) e noi con i tanti del Terzo Settore dobbiamo operare per vincere la sfida al fine di uscire migliori con una nuova visione, in piena consapevolezza che indietro non si torna.
Occorre pertanto coraggio, partecipazione, collaborazione, responsabilità e rinnovato impegno della politica per cambiare tutto quanto di negativo ci portiamo dietro da tempo perchè non è più concepibile che il diritto costituzionale della salute varia secondo il luogo di nascita o di residenza.
E’ sostenibile che il prezzo di una siringa varia a secondo delle diverse Regioni? E’ giusto aspettare giorni e mesi per fare una TAC nel Sud del nostro paese in particolare? E’ cosa grave che nessuno Amministratore si preoccupi di intervenire per risolvere una anomalia del genere, declinando invece nel compito della magistratura??
Questi esempi banali, insignificanti ma presenti nella vita di tutti noi ogni giorno, non solo fanno opinione negativa ma creano sfiducia, inoltre stanno a testimoniare con eloquenza il fallimento della sanità pubblica e la profonda crisi in cui essa vive, corredata dai grandi problemi strutturali che compongono l’architrave della sanità nel nostro Paese, non ultimo il dramma occupazionale degli addetti che mancano: Medici, infermieri etc. etc mentre registriamo con disincanto circa 100.000 morti solo da covid.
Sono questi, palese esempi di come è ridotto il ruolo della salute dei cittadini che ci conducano a capire con luminosa semplicità l’urgenza del cambiamento, che non può ne deve essere solo strutturale ma sopratTutto culturale. All’unisono reclamiamo ad alta voce una sanità per tutti e di tutti che viva ed agisca quale Bene Comune, cioè bene primario per la salvaguardia della vita di tutti. Nessuno escluso.
ALTRO PROBLEMA importante resta la crisi economica che il paese sta vivendo tra difficoltà e preoccupazioni nell’incognita che avvolge il pensiero comune se riusciamo a resistere o se un giorno superata come proseguire per il futuro delle generazioni. Certamente cambiando il sistema di produzione e riformando il Capitalismo nostrano a tutela del lavoro e a difesa della prevenzione. In quanto è da escludere pensare che dopo la crisi si possa continuare con l’attuale sistema economico di ingiustizia sociale e di disprezzo per la cura dell’ambiente.
I processi di cambiamento non si subiscono,e ancora meno si esorcizzano. Si assumono come sfida nella quale esercitare in modo quanto più possibile un ruolo incisivo orientato al dialogo e al confronto democratico tra i vari attori elencati dall’Art.2 della carta costituzionale. OGGI costretti a guardare avanti e sivuole veramente costruire un futuro migliore .
L’azione della politica, se vuol essere vincente, ha bisogno prima di tutto di fondarsi su una grande capacità di analisi, di elaborazione, di proposta. Chiede poi l’intelligenza e il coraggio delle scelte dalle quali una politica responsabile e seria non può mai sottrarsi,per il dovere che ha di ”costruire risultati” e non solo declamare problemi.
Infine a me pare sia arrivato il momento di finirla con la cultura dell’individualismo compiuto e con il paradigma tecnocratico. Necessita invece ricordarci con frequenza che viviamo uno spazio temporale che va riempito di valori vivi e principi corretti utilizzabili per realizzare più partecipazione attiva, maggiore dialogo costruttivo e rapide decisioni-possibilmente condivise- in quanto principali promotori di concrete forme di cittadinanza e di comunità responsabile".
*Presidente Anteas Calabria ETS
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