La riflessione di Claudia Conidi: "Difficile fare gli avvocati, difficile fare i collaboratori di giustizia"

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L'avvocato Maria Claudia Conidi
  08 dicembre 2020 17:37

di CLAUDIA CONIDI

Ho davvero quasi esaurito la mia pazienza. Lavorare in un momento del genere è diventato davvero rocambolesco. Avere gente che dal carcere ti chiede di poter avere notizie, “novità,” e non poter avere un contatto diretto con chi dovrebbe avere un volto, un orecchio per ascoltarti. Puoi dire ai detenuti “oggi il front office mi ha detto che”?

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 Eppure ci tocca lavorare così. Per poter avere atti, visionare fascicoli ormai devi seguire i protocolli anticovid. Prenotarti su una piattaforma, scaricare software, attrezzarti con sistemi di videoconferenza, inviare pec. nella speranza che qualcuno le veda per tempo, e una volta fatto, ne stampi i contenuti  e le porti a destinazione. Chi come me gira tutta Italia per colloqui in carcere o udienze da siti remoti vari, affronta viaggi e spese per poi sentirsi dire: “Oggi niente video Avvocà!”

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La settimana scorsa due video saltate dal carcere di Rebibbia. Senza alcun preavviso. Se non ci vai, è la volta che si tiene l’udienza e il tuo cliente si sente trascurato! Una volta lì, fai colloqui coi detenuti, che, poveri Cristi, si sentono abbandonati dal mondo.

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Assisto pentiti di mafia, ormai è risaputo, e credetemi, sono davvero afflitti! Non si riesce a sbloccare i permessi premio che giacciono da anni con istruttoria completa, ma ahimè… non basta. Fare l’Avvocato è diventato davvero un cammino impervio!

Segui i processi, arrivi a una sentenza, inoltri istanze di modifiche cautelari e te le ritrovi decise in un baleno da un collegio che di quel processo non può saperne un tubo! Perché non ha seguito quel processo, non ha giudicato i suoi imputati, non sa neanche  cosa hanno o non hanno detto! Men che meno fatto!

A stampare un rigetto ci vuole poco, senza neanche assumere i pareri richiesti dalla legge, così tanto per sbrigarsi, mentre qualcun altro da dietro le sbarre agogna di ritornare tra le mura domestiche, essendoselo meritato, quantomeno per aver detto NO alla malavita.

No .Qualcuno dalla toga invisibile ti vomita addosso un rifiuto e ..apriti cielo! Madri disperate, mogli sole e appiattite dalla vita assurda in località segrete, sole, con addosso tanti figli che chiedono .. "ma perché papà non torna a casa per Natale? Non aveva accusato i cattivi?”

E tu stai lì a scrivere, a pendere da Italgiure… Non sai davvero perché a  volte, i  cattivi, quelli veri, se ne stanno a casa in panciolle o liberi, avendo fatto tanto danno e non diciamo chi… tanto lo sappiamo tutti tanto e fin troppo bene. E chi invece, ha optato per sganciarsi dal mondo della malavita sta lì a sperare che un Giudice gli dia quello che la legge garantirebbe!

Sapete che ad  un collaboratore di giustizia non basta accusare i mafiosi per essere considerato un dissociato? NO! Per un mafioso invece non collaborare non significa essere ancora tale! E questa non è politica anti collaboratori?

Sapete  che per essere dissociato devi dare altre prove oltre quelle di poter essere ucciso se fossi senza protezione? Lo sapete che se un pentito dà  la prova di avere fatto il  bravo per tanto tempo ,al punto di avere conseguito un diploma in carcere  mentre prima aveva la licenza elementare, può ancora rimanervi dentro e una volta uscito per avere scontato tutta la pena o essere riuscito ad avere i domiciliari, può rientrarci,.se sopraggiunge una nuova pena definitiva anche breve?

Non esiste la sospensione della pena  per i collaboratori, anche per quelli che siano dissociati da decenni!!! Devono dare sempre prova di essere davvero “bravi per sempre” e ciò accade soltanto perché  arriva un’altra pena, tardiva, a sorpresa, come un fulmine a ciel sereno, frutto della lentezza del sistema!

 Accade infatti che anche se dopo 20 anni di carcere e poi detenzione domiciliare arriva una sentenza a 10 mesi per  essere andata in continuazione con una pena già scontata, "capita" di fare di nuovo ingresso nel vecchio salotto dal cielo a strisce, ma il tempo passa per tutti  e quindi anche per chi non riesce più a credere e a  far credere agli altri di essere finalmente cambiato. E sapete che prima di avere un permesso premio un pentito deve fare tanto carcere?

Ho collaboratori che non vedono i figli da almeno 5 anni. Se poi riesci a dimostrare che il tuo cliente è dissociato, ma non ha avuto l’attenuante per la collaborazione, pur avendo accusato i suoi ex sodali, resta dentro! E se poi l’ha anche avuto questo benedetta attenuante  della dissociazione attuosa, beh. .non significa nulla, deve dare prova di essersi riabilitato!

E’ bello fare i processi certamente, rivoltare la Calabria come un calzino, perché no! Ma sarebbe altrettanto bello poter vedere sulle facce di chi ha contribuito  a rivoltare quel calzino puzzolente ,un po’ di serena soddisfazione.

Invece, credetemi, è davvero qualcosa di molto difficile, Sempre di più. E ora con questo Covid, di ossigeno illegale se ne respira  un  po’ troppo, e non solo tra le maglie dell’illegalità, ma anche tra quelle dalle quali la legalità dovrebbe trapelare.

Il sistema Giustizia, a mio sommesso avviso, è sempre più compromesso e a pagare, in primis, sono coloro che rispettano la legge!

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