La riflessione di Felice Caristo sui dati Svimez: "Per il Mezzogiorno un allargamento del divario con il Nord"

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images La riflessione di Felice Caristo sui dati Svimez: "Per il Mezzogiorno un allargamento del divario con il Nord"
Felice Caristo
  17 luglio 2020 17:49

di FELICE CARISTO

L'aggiustamento delle stime del Prodotto Interno Lordo 2020 registra oggi un relativo peggioramento rispetto a quelle precedenti sia per il Centro Nord che passa da una iniziale previsione del 8,5% a un -9,3%, e per il Mezzogiorno, che dal -7,9% passa a una perdita di Prodotto Interno Lordo pari a -8,2% l'Italia da - 8,4% A -9,3%.

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Stime prudenziali che fanno parlare per il Mezzogiorno di una ripresa dimezzata nel 2021.

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A dire il vero la previsione per 2021 di soli 2,3 punti percentuali è ben più dimezzata; è - caso mai - quasi dimezzata quella del Centro - Nord (+5,4%).

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La drammatica lentezza del Sud non fa che segnalare quanto si è indebolita la struttura produttiva a seguito dell'estenuante protrarsi della crisi del 2007 che era ancora tutta da digerire nel 2019.

Questo tratto interessa anche il Nord, che nei due anni (crisi e ripartenza) lascia sul terreno un saldo negativo di ben 4 punti percentuali di prodotto interno lordo rispetto al 2019, poco meglio dei 5,8 punti del Mezzogiorno.

Se consideriamo che nel 2018 eravamo ancora in debito di 11 punti al Sud  e di 2,4 punti al Centro Nord rispetto al livello del Prodotto Interno Lordo del 2008, la strada da fare per tornare al mitico 2007 si fa più lunga, con 6,3 punti da recuperare al Nord e ben 16,6 punti al Sud una enormità per entrambi se si considera che;

  1. A) Tutti i nostri partner europei hanno già da anni recuperato e superato i livelli del Prodotto Interno lordo 2007 ( +14,5 punti la Germania,+ 11 punti la Unione Europea, + 9,9 punti la Francia, + 5,5 punti la Spagna.
  2. B) che il saldo complessivo tra 2019, crisi e ripartenza 2020 - 2021 è previsto essere negativo di solo 1,3 punti per i paesi dell'euro e di appena 0,5 punti per la Germania.

La nostra distanza dal gruppo e da chi lo guida aumenta in meno di un anno vertiginosamente: 17,1 punti per il Centro- Nord  e 27,6 punti per il Mezzogiorno rispetto all'Unione, senza parlare della Germania.

In altri termini il corto circuito durato meno di tre mesi, ci restituisce un vuoto abissale da colmare per rimanere agganciati al treno peraltro non particolarmente esuberante dell'Unione Europea.

Esiste una vera e propria emergenza sociale nel Centro - nord c'è uno tsunami occupazionale di 600mila unità e al Sud oltre 380mila unità.

Nel Mezzogiorno in altri termini la disoccupazione lievita drammaticamente, raggiunge punte più che doppie rispetto alla media nazionale definito come indice di disoccupazione corretto raggiungerebbe livelli attorno al 30- 35%.

Con un tasso di occupazione che si riduce al 42 - 43 % nel biennio 2020 - 2021.

La freddezza ma implacabiltà dei numeri non Consente scorciatoie, purtroppo un'eventuale ripresa della Pandemia del Paese più colpito d'Europa, potrebbe generare esiti imprevedibili, c'è una necessità non più rinviabile, politiche differenziate per terittori differenziati, ormai il perseguimento di politiche di riduzione delle diseguaglianze territoriali rappresenta una chimera.

C'è la necessità di utilizzare strumenti d'impatto economico differenziati tra aree geografiche che hanno caratteristiche economico sociali diverse.

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