di FELICE CARISTO
Il test salivare molecolare è affidabile come il tampone nanofaringeo molecolare, ma è molto meno invasivo. Pensato per i bambini è stato messo appunto in Italia.
Intorno ai test rapidi ci sono luci ed ombre, è divento fondamentale individuare strumenti che permettano di individuare con precisione chi è in grado di trasmettere il virus, nonché i superdiffusori, persone portatrici di un quantitativo così elevato da diffonderlo a un grande numero di individui.
L’Università Statale di Milano ha individuato questo test molecolare che cerca di visualizzare il virus nelle particelle della saliva, l’obbiettivo è di risolvere il problema della diagnosi nei bambini senza sottoporli a fastidiosi prelievi con il tampone.
Il test sperimentato su 100 persone, da zero a 80 anni, ed è risultato affidabile sul 96% di essi. Il test deve essere pubblicato su una rivista scientifica e non ha ancora ricevuto l’autorizzazione dal Ministero della Salute.
C’è ancora molto scetticismo sui test antigenici, perché mostrano una sensibilità del 50%, ossia riescono ad identificare un caso positivo su due, sia il test salivare che quello molecolare classico sia quello antigienico rapido, mostrano una sensibilità tra il 20% e il 30%. Il punto è che si ritiene che i test antigienici Covid non offrono sufficienti garanzie in termini di percentuale di casi positivi individuati.
E’ verosimile che sé il test antigienico e il prelievo salivare venissero applicati a soggetti asintomatici o con sintomi meno severi rispetto a quelli ricoverati (presumibilmente con carica virale più bassa) la sensibilità diagnostica potrebbe essere ancora più bassa.
La misura della carica virale secondo lo studio dell’Università Statale di Milano potrebbe aiutare a contenere la diffusione del virus, individuando le persone più contagiose.
In questa seconda fase accade che tutti sono considerati malati, ma il globale dei contagiati non corrisponde alla realtà dei casi.
Mancano gli strumenti per individuare i superdiffusori ,un problema comune in tutto il mondo. Questa ricerca comunque ha una ricaduta notevole per consentire ai bambini di avere uno strumento meno invasivo rispetto ai tamponi.
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