La riflessione, Giovanni Primerano: "Il mio non-voto utile per la Calabria"

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images La riflessione, Giovanni Primerano: "Il mio non-voto utile per la Calabria"

  14 settembre 2022 20:00

di GIOVANNI PRIMERANO

Cari amiche e amici,
 molti di voi mi avete telefonato per sapere notizie sulla ragioni della mia mancata candidatura per le passate elezioni regionali; vi ho risposto che non c'erano le condizioni per un mio impegno personale, per cui con la mia astensione  ho così ho voluto dare voce al 55% e oltre dei Calabresi che in quelle elezioni si sono astenuti  dal voto in modo silenzioso.

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  Ma a quei Calabresi nessuno vuole dare ascolto, anche se loro costituiscono la maggioranza silenziosa che non si è sentita rappresentata nei suoi diritti dai nominati di partiti e movimenti vari. 

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  Ora, però, é giunto il momento di dare voce e sostegno a questa maggioranza, trasformandola sui social in una dichiarazione pubblica sulle motivazioni per le quali a queste elezioni politiche ho deciso non votare.

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  E la ragione é una e una sola, perché tutti i partiti e i movimenti con i loro nominati non rappresentano i diritti dei figli di questa Terra.

  Sono, infatti, diversi i motivi per cui ho deciso di non votare alle prossime elezioni politiche, e sono gli stessi motivi per cui ho ritirato la mia candidatura alle passate elezioni regionali, quando, dopo aver dato la mia adesione al movimento “Tesoro Calabria” mi sono rifiutato di scendere in campo a fianco dell’alleanza fatta dal movimento con l’ex sindaco di Napoli, che era venuto in Calabria con l’obiettivo di far saltare il progetto politico, che sicuramente avrebbe dato una svolta alla Calabria.

Ed é quanto, purtroppo, avvenuto in quella circostanza.

  Per questa ragione alle prossime elezioni politiche non dovremmo votare, in quanto i “nominati” in lizza delle varie forze politiche continuano a rappresentare gli interessi o personali e del Partito Unico del Nord, Lombardo-Veneto e Tosco-Emiliano, al quale quest’anno si sono aggiunti pure la Meloni e il Terzo Polo, non certo le istanze e i diritti dei Calabresi.

  Tutti noi siamo, infatti, a conoscenza che lo Stato, anziché trasferire il 34% delle risorse dovute per la spesa pubblica corrente del meridione, ne assegna soltanto il 28%, sottraendo così, ogni anno, più di 46 miliardi alle regioni meridionali. Ma abbiamo mai sentito qualche politico eletto in Calabria indignarsi seriamente attraverso la carta stampata, le televisioni o dimettersi?  (Vedi il rapporto Eurispes” il punto a mezzogiorno” del 2019).

  È pure noto che dal 2000 al 2020 circa mille miliardi di euro non sono stati inviati al Sud per servizi pubblici, utilizzati, in aggiunta a quelli dovuti, per spesa pubblica per i servizi del Centro-Nord.
  Quante opere pubbliche avrebbero potuto essere realizzate nel meridione per soddisfare i nostri bisogni e per lo sviluppo economico del sud?  Il riferimento é alla sanità, alle infrastrutture e ai servizi primari.

  Sulla sanità é ormai risaputo che ogni anno la Regione Calabria trasferisce alla Lombardia, al Veneto, alla Emilia-Romagna e alla Toscana circa 300 milioni di euro per servizi sanitari.  Questi dati sono noti a tutti, ciò che sfugge è la spesa che pazienti e familiari devono affrontare per quello che ormai viene chiamato “turismo sanitario”. Se si assommassero le cifre che paga la regione Calabria e quelle delle famiglie dei pazienti, si può ipotizzare una cifra che si aggira attorno ad un miliardo di euro all’anno. E visto che la stessa cifra, in media, la spendono le altre regioni del Sud si è davanti ad una somma di circa 5 miliardi di euro all' anno ( 4,6 miliardi di euro nel rapporto GIMBE 2018 ), che dal Sud si spostano  verso il Nord per essere curati, molto spesso, da medici meridionali e Calabresi.   Eppure non sarebbe difficile riportare in Calabria tanti nostri medici, che   hanno lavorato al nord e che, andati in pensione con quota 100, si stanno ricollocando nelle strutture private accreditate di quelle regioni.
  Si potrebbe farli venire da noi? Eccome! Ma il Partito Unico del Nord non rinuncerà mai a questa ingente somma di denaro, fino a quando saranno loro a decidere chi devono essere i “nostri” rappresentanti politici.


  Infatti, il programma elettorale, ad ogni elezione politica, è sempre lo stesso: sanità, infrastrutture, autostrade, porti, depuratori, acquedotti ecc... Stiamo parlando di servizi primari e di opportunità di sviluppo economico, ossia di posti di lavoro, che da 25 anni ci vengono promessi e mai realizzati.

  Parlando di infrastrutture, con semplici esempi si può capire come ci prendono per il naso. Ne cito solo alcuni: il mancato collegamento autostradale della Salerno-Reggio Calabria con l'Adriatica attraverso la superstrada Sibari-Taranto, che potrebbe collegare, rapidamente e in sicurezza, la Calabria con la Puglia, evitando decine di autovelox e la strozzature di Roseto Capo Spulico. 

  Nel sud ci sono 2 autostrade peninsulari, la “mitica” Salerno-Reggio Calabria e l'Adriatica che si ferma a Taranto.  Chi di voi pensa che nel nord Italia queste due autostrade non sarebbero state collegate con una superstrada a quattro corsie almeno 40 anni fa? In Calabria le quattro corsie iniziano solo dopo Roseto Capo Spulico, e sono soltanto 10 km quelli che sono stati realizzati di recente.

 Incompiuta, ma essenziale per il collegamento rapido della Calabria con la Puglia sarebbe poi anche la rete ferroviaria sulla fascia Jonica che attraversa  tutte le più importanti città della Magna Grecia, una rete che, però, non è stata ancora elettrificata da Sibari a Reggio Calabria, per cui  il tempo di percorrenza da Reggio  Calabria a Taranto è di 6 ore e 38 minuti per 297 km , se percorso da un Intercity, composto da una locomotrice e due carrozze di seconda classe, che viaggia alla folle velocità di 46,5 km/h!!!     Con una pista ciclabile lungo la costa Jonica si potrebbe arrivare prima….

  I collegamenti rapidi sono, infatti, fondamentali per lo sviluppo economico della nostra terra, ma se le infrastrutture stradali sono carenti ed é assente l’alta velocità ferroviaria, e se si aggiunge pure l’alto costo dei biglietti aerei, la Calabria rimane quasi isolata dal Nord e centro Italia.

  Un ultimo esempio di opere incompiute riguarda il nostro territorio ed è la Trasversale delle Serre che dovrebbe collegare la costa Jonica con quella tirrenica attraverso le splendide montagne delle Serre Calabresi.

  Quante regioni possono permettersi questa opportunità che madre natura ci ha regalato da utilizzare a scopo turistico e commerciale?

  Ma in più di cinquanta anni non si è stati in grado di completare questa arteria utilissima per lo sviluppo della Calabria.

  Un altro esempio di infrastrutture incomplete è il grande porto commerciale e peschereccio di Corigliano-Rossano, dove possono arrivare le navi da crociera, ma che non é ancora collegato con 3 Km di ferrovia alla stazione ferroviaria di Corigliano.

  Ma come può svilupparsi dal punto di vista commerciale un porto se non viene realizzato il collegamento ferroviario con il centro più importante della zona? Su questo tema la differenza con il nord diventa abissale, solo se consideriamo che la Liguria con 326 km di costa ha 26 porti turistici, mentre la Calabria con 800 Km di costa ne ha solo dieci.

  Come si può fare turismo di qualità in Calabria se nella nostra regione non ci sono i porti turistici?

  Mi fermo qui perché l'elenco delle cose oggetto di programma elettorale degli ultimi 25 anni per lo sviluppo economico e sociale di questa terra sarebbe lungo: basta leggere i programmi vecchi e nuovi delle varie coalizioni politiche per rendersene conto, cose scritte e mai fatte, ma che sono state riproposte per l'ennesima volta anche in questa campagna elettorale. L’esempio più eclatante è rappresentato dal ponte sullo stretto di Messina, un’opera tanta cara a Berlusconi che da 25 anni la ripropone in ogni campagna elettorale come opera nuova da realizzare.  

  A questo punto sarebbe opportuno chiederci perché al Sud le infrastrutture non vengono realizzate?

  La risposta é semplice: perché se il Sud viene collegato attraverso strutture moderne e veloci al resto dell’Italia, il Nord perde la sua colonia interna dove esporta il 50% della sua produzione.

  Alla guida della nostra regione, da 25 anni, si alternano destra e sinistra, quasi di comune accordo, affinché nulla cambi, perché nulla deve cambiare.

  Ed allora chiediamoci perché bisogna andare a votare? Considerato che non ci sentiamo rappresentati da questi partiti e movimenti che designano candidati e organizzano il tutto perché tutto resti bloccato.
  Infatti, da due anni abbiamo un presidente regionale del centrodestra che è l'ennesimo nominato di Berlusconi, dopo Nisticò, Caligiuri, Chiaravalloti, Scopelliti e Santelli. Dovremmo anche con quest’ultima figura di Presidente sentirci dire che i candidati calabresi sono degli incapaci e che siamo noi i responsabile del loro fallimento amministrativo?  

Ed allora chi dovremmo votare?

  I cinque stelle, che con il reddito di cittadinanza non hanno creato nuovi posti di lavoro per questa Terra e non hanno fatto nulla, nonostante che abbiano ottenuto il 40% dei consensi alle passate elezioni politiche? O la Meloni che vuole togliere il reddito di cittadinanza per spingere coloro che hanno bisogno nelle mani della criminalità?

  E’ questo l'interesse che la Meloni ha per noi Calabresi, senza dimenticare che il suo collega di partito Scopelliti, che é stato presidente della giunta regione della Calabria con la coalizione del “Popolo della libertà”  negli anni 2010-2014, ha fatto chiudere 18 ospedali territoriali, che dovevano essere riconvertiti in strutture sanitarie di alto livello. 

  La riconversione di tali ospedali è sotto gli occhi di tutti.

  Perché allora ci dovremmo fidare oggi della Meloni anche a proposito del PNRR che “vuole rivedere”. A scapito di chi? Non è difficile immaginarlo.

 Dovremmo votare per la Boschi candidata in Calabria come capolista del terzo polo, forse perché ha dichiarato che è a conoscenza dei bisogni di noi Calabresi, come lo è stata in tutti gli anni che ha trascorso in parlamento? O dovremmo votare per Salvini, il Segretario della Lega, il partito nato espressamente per favorire le regioni del nord?  

  Per me chi in Calabria vota Lega vive la " Sindrome di Stoccolma", dove la vittima, ormai disperata, prova amore e sottomissione volontaria per  il suo carnefice.

  Il centrosinistra, infine, non è stato da meno responsabile in questi ultimi 25 anni, in quanto esso ha sempre rappresentato gli interessi del partito Tosco-Emiliano, che ha scelto i candidati a presidente della regione, per poi scaricare la responsabilità dei mancati risultati sui Calabresi.

  Ultima vittima sacrificale di questo atteggiamento é stato Mario Oliverio: il PD lo sceglie come presidente regionale, ma dopo la sua gestione fallimentare lo abbandona al suo destino come se lo stesso PD non fosse stato il principale artefice.

  A conclusione, dopo aver conclamato con precise argomentazioni che la Calabria resta l’ultima regione d’Europa in quanto a sanità, infrastrutture, collegamenti viari e servizi pubblici, e che tutti i partiti e i movimenti ad ogni elezione scelgono come candidati alla sua guida i loro fedeli nominati, funzionali ai loro interessi, e non sicuramente ai diritti e alla crescita e allo sviluppo della Calabria, la scelta dei Calabresi del non voto-utile è legittima e sacrosanta.

  Altre scelte rendono i Calabresi complici di una politica che fino ad oggi é stata fallimentare, per cui alle prossime elezioni politiche dovremmo tutti avere il coraggio di non votare, che credo resti l’unica strada per fare sentire a livello politico la nostra voce.

  Già in passato l’affluenza elettorale in Calabria è stata ai minimi storici, soprattutto se confrontata ai dati delle altre regioni, fatto questo di cui non si è preoccupata nessuna forza politica.

  E allora, se davvero vi sentite rappresentati dai nominati di questi partiti e movimenti, se davvero pensate che sono lì per rappresentare i diritti dei nostri figli è giusto andare a votare.

 Se, invece, dobbiamo votare il “nominato”, che è amico o amico degli amici pensiamoci bene perché con il nostro voto finiremo per consegnare il destino della nostra regione ai soliti “noti della politica nazionale”.

  Il voto, infatti, è un diritto costituzionalmente garantito, ma non deve necessariamente essere esercitato.

  Perciò, per quanto mi riguarda, sarebbe meglio non andare a votare e dichiarare pubblicamente questa volontà attraverso i social, motivando le ragioni per cui non si deve votare.

  È importante manifestare il nostro non-voto per la Calabria attraverso scheda bianca, nulla o non andando a votare, e fare poi così come hanno fatto i Veneti, i quali hanno creato il movimento politico autonomo di Liga Veneta, scegliendo coloro che avrebbero dovuto rappresentarli.

 Anche noi Calabresi dovremmo così decidere e operare, e ciò fino a quando la Calabria non avrà un suo movimento politico identitario, trasversale, con candidati Calabresi scelti da noi, su un programma politico condiviso basato su pochi punti da realizzare, che riguardano principalmente   sanità,  turismo e infrastrutture strategiche.

  Il mio non-voto utile per la Calabria vuole essere uno stimolo che faccia nascere la speranza di una svolta incisiva per la nostra Terra.

 Queste sono le ragioni per cui ho inteso dichiarare pubblicamente che   non andrò a votare.  Occorre che ognuno rifletta su queste ragioni e decida di conseguenza, trovando anche il coraggio di dichiararlo pubblicamente. Di questo coraggio ha bisogno la Calabria! 

Un caro saluto nel segno dell’amore che ci lega alla Calabria.  

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