La riflessione/ Maurizio Alfano: "Quando inginocchiarsi diventa un atto rivoluzionario"

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Maurizio Alfano
  07 giugno 2020 15:25

di MAURIZIO ALFANO

Quello che sta accadendo in America dopo l’assassinio di George Floyd restituisce in maniera plastica i pericoli portati in seno alle democrazie da uomini che invocano pieni poteri e che li brandiscono poi, come arma di minaccia nei confronti di chi osa ribellarsi, o contro chi, restii a sottomettersi a proclami e leggi che ammazzano uomini e donne, ovvero la libertà di espressione e di eguaglianza a tutto questo resistono. Si minaccia chiunque osi resistere e come dentro a uno dei gironi danteschi nel paradosso del contrappasso inginocchiarsi ora diventa però un atto rivoluzionario e giammai di sottomissione. Inginocchiarsi in migliaia davanti la Casa Bianca è la manifestazione di disobbedienza per eccellenza che incute addirittura paura al potere che arretra e fa alzare sempre più barriere anti uomo attorno a quella che sarebbe dovuta essere la Casa della democrazia aperta a chiunque ora abitata invece da un sovranista come Trump che mette fuori legge l’inginocchiarsi poiché ritenuto quell’atto eversivo e non al contrario un atto che ricorda un assassinio dal quale lui, il suprematista, non ha mai preso le distanze fino in fondo.

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Pensate a quest’uomo che incarna il potere economico, della presunta supremazia delle razze, dei crimini possibili contro l’umanità che dalla finestra della Sala Ovale impreca contro una moltitudine di persone in ginocchio e come questo semplice gesto sia diventato una ossessione tanto da minacciare dall’astenersi nel continuare a farlo, pena conseguenze gravi in danno di persone ree soltanto di invocare giustizia e di chiedere di disarmare gli effetti perversi di una delle armi più criminali che l’America conosce bene come l’odio razziale. Mentre continua a chiedere interventi dell’esercito, cani da aizzare contro i manifestanti, truppe speciali contro disobbedienti in ginocchio, questo gesto ha oramai contaminato l’America con poliziotti inginocchiati davanti a manifestanti in piedi, ovvero politici ed uomini religiosi in ginocchio nel rivendicare giustizia contro l’assassinio di George Floyd. Diventa  questo modo di disobbedire dunque una modalità che prende forma in ogni angolo del mondo come in Nuova Zelanda associata alla danza Maori a consacrazione di una ribellione ritenuta irrinunciabile. Dall’Australia al Giappone, passando per l’Europa è in atto a seguito di un assassinio brutale, determinato da odio razziale, e questo è un fatto, una forte opposizione ad un modello di separazione e segregazione degli esseri umani tra bianchi e neri, tra il mondo dei consumatori di merci e quello  di produzione delle merci, ovvero di corpi a perdere.

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Rimanere in ginocchio per nove minuti, tanti quanti hanno sottratto il respiro a George Floyd richiama la denuncia di un crimine odioso e mai sopito come quello del razzismo. Nove minuti dove un agente della Polizia di Minneapolis con senso di disprezzo verso la vita di un nero ha tenuto schiacciato sotto il peso del suo ginocchio e del potere che rappresenta, quello bianco, un nero, a simboleggiare una visione di superiorità della razza bianca mai sopita risiedere anche nell’idea malsana di alcuni sovranisti italiani che inneggiano a superiorità culturali e genetiche, quando i loro compari americani  gli antenati dei sovranisti in salsa padana li hanno invece nel tempo seviziati ed uccisi per mano del KKK con pari disprezzo dei neri.

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È questa una delle cose più dirompenti in quest’anno pieno di orrori ed errori. È questa una cosa destinata a rimanere nei nostri ricordi poiché sovverte l’ordine delle cose date. Ci sono in questo momento due contagi nel mondo. Uno  da Covid – 19 che sta mettendo in ginocchio l’umanità per il numero dei morti, per l’acuirsi delle diseguaglianze sociali, per i morti interrati in fosse comuni, di respiratori subacquei diventati ventilatori polmonari, dei negazionisti che dicono che il virus è un’invenzione, che quei morti non esistono e poi c’è il contagio del razzismo che nei secoli ha sterminato uomini e donne, stermina ancora diritti e pari opportunità, che si riacutizza proprio nelle perverse pratiche discriminatorie e violente contro i neri d’America, quale somma dei diritti negati anche nel nostro Paese per esempio, e non solo, e per questo milioni di persone in ogni parte del mondo scelgono di inginocchiarsi ma non per rassegnazione, ma al suo contrario contro chi dice che il razzismo non esiste, che non esiste lo sfruttamento dei migranti e delle persone di colore, o che l’olocausto sia un’invenzione per colpire l’ideologia nazi –fascista. Contro chi costruisce muri, chiude i porti, revoca ogni forma di protezione rendendo uomini e donne di fatto clandestine e contro chi ancora oggi raccatta voti in nome dell’odio e della differenza di ipotetiche differenze di razze presenti nel genere umano. Negazionisti dunque anche verso quella stessa religione che invocano a loro protezione e nel nome della quale parlano. Bibbie, rosari, invocazioni di piazza, vengono usate come armi di legittimazione di un pensiero inesistente nei testi sacri, ma reso equivoco per la mancata opposizione reale dell’intero mondo della Chiesa a tratti complice ad esclusione della sua massima espressione, il Papa, che proprio su questo tema sconta l’avversione della gran parte di prelati e del popolo di Dio. Il problema diventa però capire di quale Dio si parli.

La grandezza di questo momento è avere reso possibile l’impossibile. Essere passati dal doversi inginocchiare per devozione, per sottomissione, adulazione al potere, nell’inginocchiarsi di contro per protestare in nome della difesa del diritto alla vita che non può essere soffocata con muri e fili spinati. Che non può essere soffocata con chiusure di porti e respingimenti di massa mentre il mondo vive ancora gli effetti perversi di un capitalismo finanziario e parassitario che ha dimostrato  nel suo interesse nascondere la capacità di sfruttare bianchi e neri, uomini e donne, poiché sono stati bastevoli  due mesi di chiusura di una parte dell’economia detenuta da un minuscolo gruppo di speculatori per dimostrare come tutti siamo a rischio povertà. Lavori una vita intera, ti sfruttano per una vita intera, poi ti devi fermare per colpa di una pandemia per due mesi e per come questo sistema economico ti ha reso cosi dipendente da esso  ti accorgi che non hai denaro sufficiente a resistere e rischi di diventare ancora più povero. Ecco il mutarsi del razzismo, che cambia pelle, bersagli, corpi da sfruttare indistintamente dal colore della pelle. Si rappresenta contro i migranti, e si estende poi nelle sue diverse pratiche discriminatorie contro tutti. Ecco perché è importante inginocchiarsi, cantando magari perché no, bella ciao.

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