La riflessione. Taverniti: "Povera Italia, triste coreografia di attori ormai stanchi, un tempo protagonisti di quella nobile patria che fu" (VIDEO)

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images La riflessione. Taverniti: "Povera Italia, triste coreografia di attori ormai stanchi, un tempo protagonisti di quella nobile patria che fu" (VIDEO)
Gianpiero Taverniti
  27 ottobre 2020 16:54

di GIANPIERO TAVERNITI

Ti senti italiano, fiero e orgoglioso dei tuoi avi, artisti, poeti, navigatori , pittori , scultori e persino atleti campioni del mondo nei loro sport, si ci si sente italiani si, ma feriti, non solo da un COVID che inspiegabilmente è arrivato da un altro mondo, un virus che non abbiamo saputo affrontare con fermezza, nonostante abbiamo avuto tempo necessario, per non compiere scelte affrettate, nonostante abbiamo avuto esperti stra- pagati, virologi di tutto rispetto, ma abbiamo commesso il solito errore, quello di  rimandare e  aspettare, invece di concretizzare un azione politica, seguita da un azione preventiva e contenitiva del virus.

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Insomma ci siamo cullati, guardando cosa stiano facendo gli altri cugini europeie pavoneggiandoci come al solito che la nostra situazione sia meglio degli stessi, aggiungendo inutili e improduttivi auto proclami. ERRORE! Ci chiediamo da italiani, perché nei mesi di luglio, agosto e settembre, non sia stata fatta una politica intelligente e mirata , dopo aver aperto i confini regionali per garantire un po' di ripresa al turismo , con un serio piano di controllo e monitoraggio e tracciamento del virus circolante attraverso i turisti per tutta la penisola?

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Invece, eccoci servito, un semi lock down, che sta per azzerare quel poco di economia rimasta, quell’economia capillare , data dai ristoranti , dalle pizzerie e dai bar dei nostri miriadi centri,  che con le loro dovute garanzie anti contagio riescono a garantirci il pranzo o l’aperitivo, ma senza una logicità, non riescono a garantirci nella cena, quindi vengono chiusi dal governo centrale alle ore 18 con l’ultimo DPCM del 24 ottobre 2020? Forse non si è capito che il lavoratore della pizzeria, del ristorante, è un lavoratore come quello che va in fabbrica, se non si reca non guadagna e se per una fatalità, a pranzo con la scusa dei tantissimi lavoratori agili, non guadagna per come deve e poi si vede chiusa per la cena, il piatto  povero e freddo è servito. Si aggiungono palestre, piscine, teatri , sarebbe giusto pure chiudere metropolitane, fermare bus, le scuole superiori sono in DAD al 75%, che ci resta adesso? La speranza è una, quella che non si fermino gli autotrasportatori, visto che tirando cosi, le commesse di merci potrebbero diminuire, l’indotto dell’ortofrutticolo potrebbe stallarsi…e poi che succederà? Che DPCM ci potrebbe arrivare?

Lunge da chi compie questa considerazione da italiano, di non voler insegnare nulla a nessuno, ma il virus non si sconfigge ,non si abbatte, chiudendo tutto, ma aprendo tutto nella normalità, convivendoci ed adoperando i mezzi disponibili presenti di un governo forte e da istituzioni territoriali garanti, del controllo e del rispetto delle chiare e ferme regole governative, lavorando seriamente e rafforzando la presenza dello stato al canto dei cittadini, non obbligandoli a rimanere chiusi, fermi, improduttivi, zavorrati dalle finte promesse dei sussidi che non arriveranno mai a tutti, ma che di fatto sono la vera crepa di debito del vaso ITALIA, che traboccherà nell’incertezza di un futuro indebitato che pagheranno i nostri figli ,con la consapevolezza che non siano serviti a nulla, se vero come da autorevoli fonti si apprende che il vaccino anti COVID, sembrerebbe pronto e quasi servito caldo per le casse delle multinazionali attive nella sua produzione.
 

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