Il vecchio Ospedale Civile di Catanzaro, attualmente in stato di abbandono, è situato sui resti dell’antico convento di Sant’Agostino e della Chiesa di Santa Maria del Soccorso.
 
L'edificio si trova nel centro storico della città, vicino a una delle antiche porte d'accesso, la Portella di S. Agostino.
 
L'ospedale ha chiuso definitivamente nel 1972 ed è stato utilizzato solo come deposito e archivio di documenti ospedalieri.
 
 Rimangono tracce dell'antico monastero, come l'abside della Chiesa, parzialmente coperta da un solaio, mentre la navata centrale funge da ingresso del vecchio Ospedale.
 
Nonostante l'abbandono, c'è la possibilità di recuperarlo e restituirlo alla comunità, mantenendo la sua funzione originale.
 
Molti vorrebbero demolirlo per costruire un nuovo edificio con parcheggi.
 
Anche l'Amministrazione Comunale ha più volte avanzato richieste in tal senso, nonostante la città abbia già subito, nel corso degli anni, frequenti demolizioni di edifici storici (come il palazzo Serravalle e il Banco di Napoli), che hanno ridotto notevolmente la sua memoria e identità, già compromesse dai numerosi terremoti. In passato, un Assessore Comunale rispondendo alla Prof.ssa Teti affermava: “Posso rassicurarla che il recupero dell’immobile sarà oggetto – questa mi è parsa la volontà dell’Asp – di un bando rivolto a progettisti di grande valore, che avranno certamente a cuore la salvaguardia di questo bene, senza rinunciare alla possibilità di utilizzarlo per il bene comune, dotandolo di tutti i servizi necessari, a cominciare dai parcheggi.” Nell'aprile 2018, l'Amministrazione Comunale annunciava che stava prendendo forma l'idea di realizzare un nuovo polo socio-sanitario-assistenziale presso l'ex ospedale civile di via Acri.
 
Questo grazie all'Asp di Catanzaro, che aveva affidato l'incarico per uno studio di fattibilità tecnico-economica, oltre a valutazioni di carattere storico, architettonico e ambientale del vecchio ospedale, con l'obiettivo di demolirlo e ricostruirlo, previa autorizzazione della Soprintendenza competente.
 
L'immobile avrebbe dovuto ospitare la sede principale dell'Azienda e una serie di servizi socio-sanitari, integrandosi perfettamente con quelli già forniti dall'Umberto I, contribuendo così a salvare l'edificio dall'evidente degrado in cui versa da molti anni.
A sei anni dall'incarico, ci si chiede a che punto sia lo studio di fattibilità.
 
 
Dott. Emanuele Cannistrà