Le giornate 'calde' al Comune di Catanzaro fra minacce di querele e schermaglie politiche
11 luglio 2020 16:34di GABRIELE RUBINO
La nota ufficiale con cui la conferenza dei capigruppo del Comune di Catanzaro dà il via libera ad eventuali azioni giudiziarie a difesa dell’immagine dell’Amministrazione è soltanto il compresso finale partorito dopo qualche giornata politicamente ‘tirata’ a Palazzo De Nobili, e non solo. Pur se non ci sono nomi e cognomi alcuni riferimenti sono intuibili.
I consiglieri comunali non hanno certo dimenticato l’exploit nella trasmissione di Non è l’Arena di Giletti dell’ex collega Fabio Celia. E non proprio gradita è stata un' uscita del noto conduttore televisivo Lino Polimeni sul caso delle commissioni. Da qui si è scatenato un effetto domino, che ha superato i confini di Palazzo De Nobili. Minacce di querele o meno, il fatto si è prestato a terreno per lo scontro politico. In un primo momento, per ‘ristorare’ la sortita di Lino Polimeni era arrivata una richiesta al figlio Marco (presidente del Consiglio comunale) di prendere pubblicamente posizione e ‘condannare’ la condotta del padre. Opzione respinta al mittente.
In reazione, Manuela Costanzo (Obiettivo comune), su indicazione del presidente del Consiglio regionale Domenico Tallini, ha provato ad abbozzare una raccolta firme per chiedere la sfiducia del presidente dell’assemblea municipale catanzarese. Operazione che non ha avuto successo. Anzi il foglio non ha mai cominciato a circolare. Una ‘sottile’ sfida a distanza fra presidenti del Consiglio. La saetta scagliata da Palazzo Campanella si è fermata di fronte al portone di Palazzo De Nobili. Soltanto alla fine del giro di giostra si è arrivati al documento di compromesso in cui la conferenza dei capigruppo si dice pronta ad andare in tribunale per difendere l’istituzione. Salita di molto la temperatura, si è tornati in comfort zone.
Curioso come questa miscellanea di eventi faccia rispolverare alcune delle situazioni dominanti qualche mese fa, cioè la deflagrazione mediatica del caso commissioni proprio mentre molti si attendono a giorni novità importanti sulla definizione del procedimento. Allora, dopo l’eco nelle trasmissioni televisive nazionali, ci fu una crisi politica che fece vacillare il Comune e che si risolse con un mini-rimpasto di Giunta ed accordi sulle partecipate (da poco suggellati). Oggi rimangono le pesanti fratture fra i blocchi dell’attuale maggioranza. Resteranno così fino al termine della consiliatura?
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