di TERESA ALOI
A Botricello, Paola era arrivata a dicembre 2023. In pieno clima natalizio, quando le strade brillano sotto le luminarie e nelle case si respira aria di festa. Era arrivata da un vicino centro della Presila catanzarese, su indicazione dei Servizi sociali che hanno sempre supportato e aiutato la giovane mamma. Una vita difficile, la sua. Senza un lavoro stabile, un compagno disoccupato o occupato saltuariamente, che certamente non ti permettono di progettare il futuro anche prossimo e due dei suoi tre figli affetti da disabilità.
In quella Casa famiglia, fondata da don Alfonso Velonà, con i suoi bimbi - due maschi, 7 mesi e 6 anni e una femminuccia - aveva provato a trovare il sorriso prima del dramma che si è consumato stamattina quando la bimba più grande, 7 anni, è caduta dal balcone al secondo piano della struttura. LEGGI QUI LA NOTIZIA DELLA BIMBA CADUTA DAL BALCONE. Un dolore immane che Paola, 30 anni, non ha retto, schiacciata, forse, dai sensi di colpa. Per non averla vista uscire su quel balcone. Per non averla protetta. E così, sfuggendo agli occhi di tutti, una volta arrivata in ospedale a Catanzaro, mentre la piccola era con i medici, si è lanciata nel vuoto dal quinto piano del presidio sanitario. LEGGI QUI LA NOTIZIA DEL DRAMMA IN OSPEDALE
Un dolore che ha scosso due comunità. Due comunità che si sono strette attorno alla famiglia di Paola e che ancora non trovano risposte al gesto estremo di una giovane mamma che lascia due bimbi ancora in tenera età. Due comunità, due giovani sindaci, stretti attorno alla bimba, ricoverata in prognosi riservata all'ospedale Pugliese, operata proprio in queste ore per via di una frattura che avrebbe potuto compromettere il quadro clinico mentre i carabinieri della compagnia di Sellia Marina stanno conducendo le indagini per accertare o escludere eventuali responsabilità.
Due comunità scosse, ma non solo. Don Alfonso Velonà, fondatore della casa famiglia dove erano ospiti Paola e i suoi bambini, parla quasi sottovoce. Lui, stamattina era lì. Era con altri ragazzi quando ha sentito gridare. Un attimo. Poi le lacrime di Paola. "Ho tentato in tutti i modi di dirle di restare qui mentre la bimba veniva trasferita in ospedale - racconta - Ma non ha voluto sentire ragioni. E così, accompagnata da due operatori socio sanitari e dalla psicologa, è andata in ospedale". Qui, avrebbe "eluso" la sorveglianza di chi era con lei dicendo di aver bisogno dei servizi igienici. Una delle tante ipotesi. Poi, il dramma.
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