*di ALESSIA PULLANO
Sono molto contenta questa mattina.
Sono molto contenta di notare quanto la cara Jole Santelli sia stata elogiata per aver difeso e chiuso la sua Calabria,quasi come se non esistessero persone che tengono alla propria terra. Ebbene sì mia cara Jole, sappi che dietro gli elogi che da qualche giorno ti stai beccando , ci siamo noi : gli studenti fuori sede.
Tantissimi studenti fuori sede che hanno preferito non tornare a casa per il bene del proprio luogo di nascita, perché sapevano che la Calabria non sarebbe stata in grado di gestire ulteriori contagi. Noi siamo quella buona percentuale di ragazzi che sono rimasti in case poco attrezzate, che si sono fatti aiutare da parenti vicini, che hanno subìto leggi che non prevedevano la tutela dei non residenti nelle città in cui studiano e vivono .Mi spiego meglio :
-noi paghiamo per studiare su piattaforme con connessioni che vanno e vengono;
-sosteniamo esami online e stiamo ore davanti ad un computer per costruire il nostro futuro;
- molti di noi non hanno ricevuto mascherine dai comuni come accade a chi risulta residente, già, hai capito bene.
In tutto questo, non siamo a casa nostra. E' come se fossimo figli di nessuno. Non possiamo abbracciare i nostri genitori dopo aver passato quell'esame a cui tanto tenevamo. Salutiamo i nostri nonni da una webcam, festeggiamo il loro compleanno su Skype sperando che stiano bene e che saranno sereni anche quando saremo tornati a casa. Il mio amico Lorenzo, che sta a Pisa come me, dice che ogni tanto suona l'ukulele nella sua stanza che però non assomiglia molto a quella che ha a Catanzaro. Noemi fa gli esercizi nella sua camera, sta a Como. Sente sua zia per telefono, come tutto il resto della sua famiglia. Non credo che abbia coinquilini, penso spesso a come sia passare tutto il giorno chiusa nel silenzio più totale. Erika sta in Germania, studia e lavora. Dice che non è poi così bello essere fuori dall'Italia ora. Pubblica canzoni della nostra terra e foto con il suo papà che spera di riabbracciare presto. Francesca , Federico, Sara, Pia e Martina ci chiedono quando riusciremo a tornare per farci sentire un poco più vicini.
Noi di questo modello della Calabria non ne sappiamo nulla, perché biglietti per partire non ne abbiamo fatti. Non siamo tutti caproni come dicono i giornali. Che poi, non è che io voglia tornare a casa per fare un rave party eh, sia chiaro. Vorrei solo poter dormire nel mio letto, studiare con i libri sulla mia scrivania, guardare il mio mare dal balcone tra una slide e l'altra.
Cara Jole, non vorrei ripetermi, ma siamo stanchi anche noi. Allora il 4 maggio fai questo piccolo sacrificio. Te lo promettiamo che non mettiamo il muso fuori dalla porta, però facci tornare, che noi la nostra terra ce la stiamo meritando, tanto quanto tu pensi di meritare quella piccola citazione sul New York Times.
*studentessa ventenne di Catanzaro
iscritta a Scienze naturali e ambientali a Pisa
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