di PAOLO CRISTOFARO
SQUILLACE (CZ)- I debiti e gli ostacoli della sempre più complicata realtà amministrativa calabrese sembrano non finire mai. Una nuova "patata bollente", che sta già passando di mano in mano, è affiorata in molti comuni proprio in questi giorni. La questione riguarda il Consorzio Regionale per lo Sviluppo delle Attività Produttive, nato, per volontà della Regione, dalle ceneri delle vecchie Asi provinciali, nel 2016. Ma questo ente, che annovera tra i soci decine di comuni, di istituzioni (tra le quali regione, province e Camere di Commercio), è diventato, nel giro di pochissimi anni, una zavorra che rischia di pesare un po' troppo anche sulle casse di molti enti pubblici (comuni appunto) già indebitati fino all'osso. Si parla di un macigno di svariate decine di milioni di euro che il Corap si trascina dietro, aggrappandosi "per i calcagni" agli enti soci.
Girovagando tra gli uffici comunali di Squillace - comune in dissesto dal 2014 e già in forte difficoltà economica - apprendiamo dagli amministratori di una lettera, arrivata al Municipio qualche giorno fa, proprio del Corap. Nella lettera si parlava di perdite d'esercizio relative alle annualità 2016 e 2017 e di quote di ripartizione. In pratica, in caso di mancate coperture alternative (ad esempio senza un supporto regionale che tamponi questi debiti ingenti) i comuni che hanno aderito al Corap come soci - e molti altri vari enti - dovranno pagare ciascuno la propria parte per coprire il disavanzo.
A Squillace verrebbero chiesti - carta canta - ben 85 mila euro. Cifra pesante per un'amministrazione in dissesto che anzi potrebbe rischiarne addirittura un secondo, stando ai dati delle ultime ricognizioni sulla massa passiva. La speranza degli amministratori - sentito anche il primo cittadino - è che la Regione possa saldare i debiti del Corap, per salvare i comuni in difficoltà che non centrerebbero nulla con le perdite dell'Ente. Una vicenda che, sicuramente, causerà non poche polemiche a vari livelli.
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