Lamezia Terme, la procura chiede in Cassazione nuovo processo su incandidabilità Mascaro

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La Suprema Corte di Cassazione
  13 novembre 2019 15:24

di ANTONIO CANNONE

Si torna a parlare dell'incandidabilità dell'ex sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro "scrivendo" così un nuovo capitolo di una storia che sembra non finire mai, e che giunge a poco meno di due settimane dal voto per il turno di ballottaggio che lo contrappone a Ruggero Pegna. 
La Procura generale della Repubblica di Catanzaro, infatti, ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d'appello di Catanzaro-Sezione civile che dichiarava improcedibile il reclamo proposto dalla procura della Repubblica di Lamezia contro la sentenza di primo grado che, a sua volta, rigettava l’incandidabilità dell’ex sindaco.
In sostanza, la Suprema corte chiede un nuovo processo non in merito alla sentenza dello scorso 6 novembre, che ha rigettato la richiesta d'incandidabilità di Mascaro, ma in riferimento al pronunciamento relativo ai termini per presentare il reclamo. Si tratta dunque di una questione temporale e sui termini esatti entro i quali il reclamo doveva essere presentato. 
"La Corte di Appello di Catanzaro - si legge nel ricorso in Cassazione - sul presupposto che i provvedimenti presidenziali di fissazione dell'udienza di comparizione delle parti emessi fossero incompleti, in quanto mancanti dell'indicazione del termine entro il quale procedere alle notifiche, fissava il termine per la notificazione del ricorso presentato dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme. Tale ordinanza veniva letta in udienza, alla presenza del procuratore generale e dell'Avvocato dello Stato. Il Pm presso il Tribunale di Lamezia Terme, non essendo venuto tempestivamente a conoscenza della predetta ordinanza, chiedeva di essere rimesso in termini per procedere alle notifiche. La Corte concedeva questo termine".
Mascaro all'udienza seguente chiedeva l'estinzione del processo e il rigetto   del reclamo. Quindi,con la sentenza de 6 novembre 2019, la Corte di   appello di Catanzaro ha dichiarato improcedibile il reclamo. 
Ora, il ricorso in Cassazione perché, secondo la Procura generale, "la sanzione dell'improcedibilità del ricorso per il caso di omessa notifica alla controparte dell'atto e del decreto di fissazione dell'udienza entro il termine a tal fine assegnato dal giudice. Il principio costituzionale della ragionevole durata del processo - è scritto altresì - non può condurre ad interpretazioni eccessivamente formalistiche delle disposizioni processuali, che comportino addirittura l'applicazione di una sanzione non prevista dalla legge, né può prevalere su qualsivoglia altro aspetto del giusto processo, tanto più quando, come nel caso di specie, si tratta di salvaguardare beni primari dell'intera collettività nazionale".

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