Lamezia Terme, smaltimento illecito di rifiuti: capannoni sequestrati. Due denunce

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Sigilli ad uno dei due capannoni sequestrati a Lamezia Terme
  14 ottobre 2019 23:56

Importante operazione contro i reati ambientali e in particolare quelli relativi allo smaltimento dei rifiuti, effettuata dai carabinieri del Noe di Catanzaro, coadiuvati dal personale dei carabinieri di Lamezia Terme sotto la direzione della Procura della Repubblica di Lamezia. Due gli interventi che hanno riguardato il territorio di Lamezia.

Nel primo caso, nel corso dell'attività ispettiva in una società di produzione di pellet e segheria, sono stati riscontrati rifiuti speciali non smaltiti a regola d'arte, assenza di adeguate autorizzazioni per lo scarico di reflui industriali e per le emissioni in atmosfera. Con l'accusa di aver violato la normativa in materia ambientale, sono state sottoposte a sequestro alcune aree dello stabilimento, nonché un impianto dedicato alla produzione di pellet, per un valore complessivo che si aggira attorno ai 100mila euro ed è stato denunciato in stato di libertà all’autorità giudiziaria l’amministratore unico, per aver violato la normativa in materia ambientale.
Nel corso del sopralluogo, sul retro dello stabilimento, sono stati altresì rinvenuti rifiuti speciali (materiale di risulta originato dalla demolizione di manufatti edili), per i quali si configurava anche il reato di “gestione illecita di rifiuti”.

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Nella seconda ispezione in un'altra ditta operante nel settore della gestione dei rifiuti speciali non pericolosi i militari del Noe di Catanzaro hanno, invece, contestato la gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi. In tale circostanza è stato sottoposto a sequestro un capannone industriale della superficie complessiva di 1.000 metri quadrati, per un valore complessivo di 150mila euro, poiché tale gestione illecita dei rifiuti aveva generato una condizione di potenziale pericolo per l’ambiente, nonché per la salute pubblica, in quanto la semplice combustione di una quantità così elevata di materiale accumulato avrebbe potuto provocare un palese danno ambientale e reale pericolo di carattere sanitario, trattandosi di un capannone industriale totalmente saturo di rifiuti, tanto da renderne difficoltoso l’accesso al suo interno. In questo caso, sono stati denunciati a piede libero sia l'amministratore unico che il direttore tecnico.

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