Lande desolate, il processo al presidente Oliverio slitta a dicembre

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  17 ottobre 2019 10:51

di EDOARDO CORASANITI

Difetto di notifica e cambio del giudice titolare. Il processo in udienza preliminare che nasce dall’indagine Lande Desolate, che vede coinvolti il presidente della Regione Mario Oliverio, Enza Bruno Bossio, deputata del Pd, e Nicola Adamo, ex consigliere regionale in quota Pd, è stato rinviato al prossimo 06 dicembre. 

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In aula F, questa mattina, per l’accusa era presente con il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto. È lui che, date le ragioni del necessario rinvio, chiede una ulteriore trattazione anticipata in ragione della “peculiare ed oggettiva importanza del processo”. 

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Non si fa attendere la risposta delle difese. Su tutti, è l’avvocato di Oliverio, Vincenzo Belvedere, che si oppone alla netta anticipazione: “Questo procedimento non ha detenuti e non ci sono problemi di prescrizione. In sostanza, non ci sono motivazioni giuridiche valide per condividere l’urgenza che la Procura ha sollevato”.

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Il giudice Matteo Ferrante (che prende il posto del giudice Paolo Mariotti)  ha così fatto slittare l’udienza a dicembre. 

Oliverio, Bruno Bossio e Adamo sono indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio aggravata dalla finalità di stipula di contratti e corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, mentre il Governatore deve rispondere anche per abuso d’ufficio.

Le indagini della Procura, diretta dal sostituto procuratore Veronica Calcagno e dal procuratore aggiunto aggiunto della Dda Vincenzo Luberto e realizzate con l’ausilio della Guardia di Finanza, si sono concentrate su presenti illeciti di tre appalti: l’avio superficie di Scalea (Cosenza), l’impianto sciistico di Lorica e la realizzazione di piazza Bilotti (che interessa Adamo e Bruno Bossio), nel capoluogo Bruzio (Leggi la notizia). 

Otre ai politici, la Procura guidata dal procuratore Nicola Gratteri ha chiesto il giudizio anche per gli altri indagati, tra cui risultano dirigenti, amministratori locali, ed imprenditoriche dovranno rispondere, a vario titolo, di corruzione: Giorgio Ottavio Barbieri, Carlo Cittadini, Vincenzo De Caro, Ettore Della Fazia, Gianbattista Falvo, Gianluca Guarnaccia, Carmine Guido, Rosaria Guzzo, Pasquale Latella, Marco Oliverio, Damiano Francesco Mele, Paola Rizzo, Marco Trozzo, Francesco Tucci, Luigi Zinno e Arturo Veltri.

A dicembre, dunque, tutti gli indagati proveranno a convincere il giudice dell’infondezza dell’accusa: a partire da Oliverio, che dalla Cassazione a marzo ha ricevuto una buona notizia. Gli Ermellini, infatti, hanno revocato la misura cautelare dell’obbligo di dimora sostenendo che “non c’è gravità indiziaria”. 

 

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