Il segretario regionale del sindacato dei dirigenti medici preoccupato sul chi avrà la precedenza sui tamponi visto il numero limitato dei test eseguibili in regione
23 maggio 2020 18:37"In questi giorni le redazioni di quotidiani e media sono inondate di denunce, ed accorati appelli di nostri corregionali che, rientrati dall’estero o da altri territori nazionali, pur avendo scrupolosamente osservato le indicazioni delle ordinanze, per quanto sovrapposte, discordanti ed ondivaghe (tampone suggerito, no obbligatorio; fatto dalla postazione mobile h 24, no solo dalle 09 alle 19. E ancora no va fatto dai tecnici della Prevenzione e infine no dal 15 maggio e’ sospeso…) sono, a quarantena abbondamente decorsa,in attesa di risposta". E' quanto afferma il segretario regionale dell'Anaao Assomed Filippo Maria Larussa.
"Tra provette congelate a temperatura non nota - prosegue-, spedite all’Istituto Zooprofilattico di Portici con procedure non meglio definite, mantenute fino a 5 giorni tra 2 e 8 gradi secondo un protocollo superato da almeno 3 Linee Guida successive dell’Istituto Superiore di Sanità,la confusione sotto i cieli calabresi regna sovrana. Per fortuna, vegliando su di essi il Santo Eremita, l’indice RT ci pone al momento in cima alla graduatoria delle Regioni virtuose, tenendo conto che specie nelle realtà con un numero ridotto di casi, e bassa densità abitativa, un sia pur circoscritto focolaio,può letteralmente capovolgere il dato, come testimoniato da Umbria e Molise".
Larussa insiste: "A maggior ragione, le indicazioni nazionali (la pletorica task force regionale e’ nei radar delle redazione di CHI L’HA VISTO?) sottolineano la necessita’ di implementare (con macchinari tecnologicamente avanzati e reclutamento di personale specializzato) le Unità di Virologia portandole a standard di tamponatura vicine al modello Veneto (per non parlare di WUHAN dove ne sono stati programmati 8 milioni in una settimana!)".
"La media calabrese continua invece ad attestarsi sui 1050/1100 al giorno,dando origine ai ritardi ed alle attese prima richiamate. Ora si profila all’orizzonte un altro pastrocchio. Il protocollo per la ripresa degli allenamenti collettivi delle società di calcio professionistiche, validato dopo estenuante tiramolla col CTS, impongono l’esecuzione di tamponi ogni 4 giorni, a calciatori e staff, fino ad una quarantina di persone,se non di più. E’ evidente - osserva il segretario regionale dell'Anaao- che l’esito dovrà essere trasmesso subito al fine di procedere col l’isolamento in ritiro o a domicilio di tutti i contatti del calciatore rivelatosi positivo".
"In Calabria - osserva Larussa- allo stato solo 6 sono i Laboratori (includendo quello ancora in fase di lancio di Crotone, ndr), tutti pubblici, abilitati alla processazione, gratuita, dei tamponi. Considerato che la nostra Regione annovera ben 6 squadre iscritte ai Campionati di B e C ,come si procederà? Sarà data precedenza a questi lavoratori, rispetto ad ospiti di RSA,operatori Sanitari, familiari e contatti di contagiati, interi nuclei familiari della zona rossa della Valle dell’Esaro (da settimane agli arresti domiciliari in attesa dell’esito),di pazienti da mesi in attesa di un ricovero ordinario per patologie no Covid? E soprattutto rispetto a migliaia di rientri, tamponati o meno,che hanno pagato l’essere stati ligi alle regole,sottraendosi all’esodo biblico della notte dell’8 marzo, con il prezzo economico ed emotivo,immenso, di sobbarcarsi un esilio forzato di oltre 2 mesi! Non vorremmo - conclude Larussa- che, parafrasando il noto brocardo “figli e figliastri”, si creasse, in nome della sia pur legittima tutela dei diritti del calcio Professionistico, una guerra tra poveri,di tamponi e… tamponastri".
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