di STEFANIA PAPALEO
Trema la sanità che conta. Vacillano le mura dell'Asp di Catanzaro. All'ombra del commissariamento disposto dal Ministero del'Interno che ha sciolto l'Azienda sanitaria provinciale per infiltrazioni mafiose (LEGGI QUI), ecco spuntare un'altra dirompente inchiesta della Guardia di finanza di Catanzaro sulla gestione poco chiara di rimborsi effettuati a favore di una nota clinica privata.
Sotto accusa, un'Unità operativa che non sarebbe mai stata realmente attivata, nonostante i proclami e le nomine dei sanitari - primario compreso - puntualmente divulgate a mezzo stampa. Sembra, infatti, che l'Asp abbia annualmente sborsato un lauto contributo, senza mai disporre alcun tipo di controllo, che avrebbe permesso di verificare perfino l'assenza dei macchinari necessari ad operare. Insomma, un presunto reparto fantasma, quello intorno al quale si è catalizzata l'attenzione degli uomini della Guardia di finanza, che avrebbero già tirato le somme, individuando presunti ruoli e responsabilità rispetto alla catena di complicità diffuse fino al più alto grado.
Una dettagliata relazione investigativa è già approdata al vaglio della Procura della Repubblica di Catanzaro, che, sotto la guida di Nicola Gratteri, non sta lasciando nulla al caso, nell'ambito di una vicenda giudiziaria destinata a lasciare sul campo più di una vittima.
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