Latte artificiale, parte la crociata del Codacons. «Accertare violazioni e verificare benefit in favore di chi prescrive latte»: questa la richiesta di un'associazione che punta a che negli ospedali calabresi intervengano i Nuclei antisofisticazioni e sanità dei carabinieri. L'obiettivo è fermare quella che bollano come «una prassi». Sullo sfondo tante segnalazioni di mamme che riceverebbero addirittura precise disposizioni sulla marca del latte artificiale da acquistare per i loro piccoli. E poi il caso emblematico di una neomamma, dimessa dopo appena 48 ore dal parto, cui - riporta il Codacons - «è stato prescritto, nero su bianco, l’acquisto del latte artificiale». Questa la goccia che sembra aver fatto traboccare il vaso al punto da spingere il Codacons a formalizzare un'istanza di accesso per conoscere i volumi di finanziamenti e i prodotti ricevuti da determinate aziende leader nel settore della produzione di latte artificiale. Sul tema è stato chiesto anche un incontro al ministro della Salute, Giulia Grillo.
«Bisogna porre termine ad una condotta illegale che ormai si trascina da anni e che porta le famiglie a svenarsi - sostiene Francesco Di Lieto del Codacons - per acquistare prodotti che, nella maggior parte dei casi, non soltanto non servono al bambino ma, addirittura, rischiano di far danni». Ecco perché Di Lieto non sembra aver problemi a parlare di «prescrizioni che costituiscono una evidente violazione di legge». Ed è proprio alla normativa che il vicepresidente nazionale del Codacons si appella. Fa leva su una direttiva europea del 2006, recepita in Italia nel 2009, che vieta la pubblicità degli alimenti per lattanti e impone che le lettere di dimissione per i neonati non prevedano uno spazio predefinito per le prescrizioni dei sostituti del latte materno. Direttiva che stando ai racconti delle mamme sarebbe palesemente disattesa a favore di questa o quella marca di latte artificiale e pur sapendo che il latte in polvere è tutto uguale.
E sì, perché dal Codacons spiegano: «La sua composizione è determinata da una norma europea, alla quale tutti i produttori devono attenersi». A variare, dunque, soltanto il prezzo che oscilla dai 10 ai 50 euro al chilo. Sullo sfondo un prodotto artificiale che come tale va trattato anche perché «l’utilizzo inappropriato degli alimenti artificiali - sottolineano dal Codacons - comporta dei rischi per la salute del lattante».
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736