L'avv. Mariagemma Talerico: "L’emergenza da coronavirus e le opportunità da cogliere per avvocati e cittadini specie in tema di mediazione"

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L'avvocato Mariagemma Talerico
  30 aprile 2020 10:46

di MARIAGEMMA TALERICO

Questo forzato periodo di fermo, dovuto all’emergenza epidemiologica da Covid-19, per noi avvocati, si è dimostrato utile, quantomeno, a stimolare una attenta riflessione circa molteplici aspetti che attengono alla  professione forense e al suo concreto esercizio, fornendoci, altresì, lo spunto per l’acquisizione effettiva di una rinnovata consapevolezza del nostro ruolo sociale e della funzione fondamentale che siamo chiamati a svolgere e che, di fatto, svolgiamo nell’ambito dell’apparato giustizia.

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Non solo. Ha costituito una occasione valida per rendere maggiormente visibili le falle dell’intero sistema dovute all’approssimazione e all’incompetenza, anche tecnica, nella legiferazione come nell’interpretazione ed applicazione delle norme, attività quest’ultima resa particolarmente difficoltosa proprio per la loro eccessiva farraginosità e disorganicità. Parole d’ordine, di conseguenza, sono diventate sburocratizzazione, semplificazione, trasparenza.

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Si è compreso, come non mai, che alla lentezza della risposta dello Stato alla domanda di tutela dei diritti dei cittadini si affianca l’inadeguatezza dei mezzi e soprattutto dei risultati. E così, la rassegnazione a questo stato di cose ha, forse, lasciato finalmente il passo all’analisi critica costruttiva.

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Tuttavia, il momento eccezionale, cui devono accompagnarsi provvedimenti normativi eccezionali, non può e non deve giustificare,in nome di uno pseudo – efficientismo, che non giova a nessuno (né agli operatori del diritto né, tampoco, ai cittadini) lo stravolgimento di principi cardine del nostro ordinamento, costituzionalmente protetti e garantiti.

Atteso che non è dato prevedere la durata di questa pandemia, che non ha precedenti nella storia, è giusto e sacrosanto, dunque, che si individuino i modi e le forme per continuare a lavorare, contemperando così i diversi diritti ed interessi in gioco, a condizione che equilibrio e sapienza siano i fari illuminanti di questo nuovo percorso.

Ma come procedere allora? La strada maestra è data sicuramente dalla nostra storia e dalla nostra tradizione forense, dalle leggi fondamentali, in primis quelle di rango costituzionale, su cui impiantare le innovazioni tecnologiche nei limiti della loro compatibilità ad esse e senza che ne risulti snaturata la loro essenza.

E questo è necessario che avvenga in ogni ambito del diritto, maggiormente in quello penale.  

Fatta questa doverosa premessa,vanno pure registrati alcuni dati positivi, connessi all’uso di strumenti informatici e volti al contrasto della totale paralisi della Giustizia, segnali che non possiamo non cogliere e valorizzare.

Tra le novità più significative che si sono avute nella conversione in legge del decreto Cura Italia, vi è l’incentivo  del ricorso all’istituto della mediazione, specie in questo periodo emergenziale.

Va detto che già nel dicembre 2019 è stato costituito presso il Ministero della Giustizia un tavolo tecnico con il compito di promuovere la materia dell’ADR (alternative dispute resolution) e si è giunti all’idea di un Manifesto della Giustizia complementare alla giurisdizione, che mettesse in evidenza, in maniera semplice e chiara, gli interessi coinvolti nella mediazione ed i vantaggi concreti che questo strumento può apportare alla risoluzione dei conflitti interpersonali. Detto Manifesto ha incontrato il favore sia del mondo accademico che di quello imprenditoriale e professionale per diversi ordini di motivi, non ultimo quello che il ricorso alla mediazione possa  costituire l’occasione di nuovi spazi professionali per l’Avvocatura.

Ebbene, la recentissima normativa ha stabilito che nel periodo compreso tra il 9 marzo 2020  e il 30 giugno 2020 gli incontri di mediazione possono svolgersi in via telematica, previo consenso di tutte le parti.

Questo significa che la mediazione, inizialmente sospesa al pari dell’attività giudiziaria, potrà espletarsi regolarmente anche prima dell’11 maggio 2020 e successivamente, mediante l’utilizzazione del sistema di videoconferenza. La novità rispetto alla precedente previsione normativa di cui al D. Lgs. n. 28/2010 risiede nel fatto che non sarebbe necessaria per gli incontri una piattaforma ministeriale basata su un preciso e dettagliato regolamento tecnico, anche se, ovviamente, va garantito il pieno rispetto delle norme in tema di privacy e la riservatezza delle comunicazioni.

Altro problema  operativo,che si pone con l’utilizzazione del sistema di videoconferenza, è la sottoscrizione del verbale da parte del mediatore, il quale dovrebbe autenticare le firme delle parti che non si trovano, però, fisicamente davanti a lui.

La legge di conversione del Decreto Cura Italia ha previsto in merito a questo che “in caso di procedura telematica l’avvocato, che sottoscrive con firma digitale, può dichiarare autografa la sottoscrizione del proprio cliente collegato da remoto ed apposta in calce al verbale ed all’accordo di conciliazione. Il verbale relativo al procedimento di mediazione svoltosi in modalità telematica, è sottoscritto dal mediatore e dagli avvocati delle parti con firma digitale, ai fini dell’esecutività dell’accordo prevista dall’articolo 12 del decreto legislativo 4 marzo 2010, n. 28”.

Mai come ora serve implementare la cultura della valorizzazione dell’istituto della mediazione, capace di dare ai cittadini una risposta effettiva e rapida anche rispetto alle controversie che nasceranno da questo periodo emergenziale, a causa delle misure restrittive imposte e della carenza di liquidità, e che avranno ad oggetto soprattutto obbligazioni contrattuali, da rinegoziare, se possibile.

Tutto ciò, unito ad altre spinte incentivanti in questa direzione, che sono in discussione al tavolo tecnico e che vanno dall’idea di un maggiore coordinamento  tra  mediazione  e attività giurisdizionale, all’aumento dei benefici fiscali per chi si avvale della mediazione, fino alla valorizzazione della mediazione per la pubblica amministrazione, potranno costituire nel futuro prossimo una reale e concreta soluzione alternativa alla giurisdizione,per ricucire i conflitti sociali ed allo stesso tempo opportunità di lavoro per gli avvocati.

La mediazione non più come mera formalità, che rischia di viaggiare su un binario morto, ma come strumento deflattivo del contenzioso con una specifica destinazione. Un treno, dunque, da prendere al volo.

*Consigliere dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro

Coordinatrice della Commissione Mediazione presso il COA di Catanzaro

 

 

 

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