di GABRIELE RUBINO
La legge “salva-precari” è stata depositata, ieri, negli uffici del Consiglio regionale. Viste le ampie convergenze politiche, sarà presto esaminata dalla Commissione Sanità di Palazzo Campanella. La proposta, firmata dal presidente Mirabello e dal vice Esposito, è composta da quattro articoli. Il primo tocca direttamente la questione dei precari, il secondo le assunzioni dalle graduatorie. L’efficacia della legge dipenderà dalla posizione del commissario Cotticelli, che finora non ha lasciato intendere l’esistenza di margini di manovra sui precari. È una forzatura che spera di essere ricompensata da una soluzione definitiva che spetta soltanto al legislatore nazionale.
LA NORMA CHE SALVA I PRECARI FINO A DICEMBRE E LA RETROATTIVITÀ INCERTA- «Al fine di garantire il diritto alla salute e l’erogazione dei LEA, per i contratti a tempo determinato o flessibile del personale che presta servizio presso le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della regione Calabria, compresi i rapporti di lavoro cessati nell’ultimo mese, è disposto il rinnovo fino al 31 dicembre». È la soluzione tampone indicata dal dipartimento regionale di Tutela della Salute e organizzazioni sindacali (Leggi qui) per prendere tempo fino alla fine dell’anno, in attesa di un possibile correttivo al decreto Madia del Parlamento per arrivare alla stabilizzazione. I precari a rischio "emersi" sono una novantina dell’Annunziata, e i circa duecento del Pugliese. Fra questi una ventina sono stati già mandati a casa perché hanno raggiunto, individualmente, il limite massimo previsto dalla legge dei 48 mesi all’inizio di settembre. Da qui la previsione retroattiva, “nell’ultimo mese”, che tuttavia potrebbe essere fin troppo generica non conoscendo ancora i tempi di adozione della legge. La stima di circa mille posti in pericolo circolata nei giorni scorsi è a maglie larghe. Nel senso che vengono messi insieme tutti i contratti a tempo determinato della sanità calabrese, e non solo quelli che arrivano allo sbarramento fatale dei 48 mesi.
IL "BILANCIAMENTO" IN FAVORE DEGLI IDONEI- L’articolo 2 è un vero e proprio blitz sulle assunzioni. «Entro il 31 dicembre, sulla base dei fabbisogni di personale di ciascuna Azienda Sanitaria ed Ospedaliera, gli organi competenti provvedono a concludere le procedure già avviate per l’assunzione a tempo indeterminato, nonché a procedere allo scorrimento delle graduatorie in corso di validità». In pratica, il Consiglio regionale invita a bilanciare il favore verso i precari confezionato dall’articolo 1 dando una seconda sponda agli idonei delle graduatorie. Da luglio ormai le procedure concorsuali sono congelate e gli scorrimenti delle graduatorie vanno autorizzate volta per volta: il turn over è tutt’altro che sbloccato. In ogni caso, qualsiasi evoluzione dipenderà dalla definizione del fabbisogno di personale di Asp e aziende ospedaliere. Dossier a cui sta lavorando il sub-commissario Maria Crocco seguendo una stringente metodologia. La partita dovrebbe chiudersi nel giro di qualche settimana.
IL VERO NODO È LA POSIZIONE DEL COMMISSARIO COTTICELLI- È chiaramente una legge a forte rischio di impugnativa per illegittimità costituzionale perché invade i poteri del commissario ad acta. Il vero ago della bilancia rimane, quindi, Cotticelli. Se sarà in disaccordo con le norme del Consiglio regionale potrebbe addirittura adottare un decreto con cui sospende gli effetti della legge “salva-precari”. In ogni caso, non è detto che pur con il provvedimento regionale approvato sia tutto risolto. I singoli direttori delle aziende prima di procedere con i “rinnovi” dei contratti che hanno superato 48 mesi chiederanno conto a Cotticelli perché è sempre e comunque il commissario ad avere l’ultima parola.
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