Pubblichiamo un articolo di Pino Nano pubblicato su giornalistitalia.it
di PINO NANO
«Nessun libro di storia riuscirà mai a raccontare il nostro Paese come l’archivio fotografico di Rino Barillari. Un patrimonio dell’umanità che, oltre a testimoniare la grandezza umana e professionale del Re dei Paparazzi, testimonia che non serve a nulla ingolfare i nostri telefonini di milioni di foto, che probabilmente non rivedremo mai, se non riusciamo a guardare dentro l’obiettivo con gli occhi dell’anima».
Foto rubate, seguite spesso da fughe rocambolesche, 76 macchine fotografiche fracassate e aggressioni finite con 163 ricoveri in ospedale per 11 costole rotte, 1 coltellata allo stadio e tante manganellate subite durante le cariche della polizia. Ma, come ama ripetere spesso: “a guerra è guerra”».
Nel cuore di Roma, nella sala dell’Azzurro Scipioni del rione Prati, “dove il cinema è arte”, Roma Capitale trova il modo per celebrare ancora una volta, per l’ennesima volta, uno dei suoi “ragazzi di strada” più famosi al mondo: Rino Barillari che, nei giorni scorsi, sull’incantevole isola dello Stagnone di Marsala ha ricevuto il Premio Mozia 2024 alla carriera per il suo lavoro e la magia delle sue fotografie che raccontano come nessun altro un’epoca straordinaria.
«Quando Roma – ricorda il regista Giancarlo Scarchilli – divenne il centro del mondo per una serie di eventi irripetibili, dall’uscita del film di Fellini “La Dolce Vita” alle Olimpiadi di Roma del 1960, allo Start System hollywoodiano che in quella stagione trasferì le sue grandi produzioni proprio nella Capitale, “Ben Hur”, “Cleopatra”, “La Bibbia”, e via di questo passo».
Un vero e proprio film che narra la carriera cinquantennale del celebre paparazzo attraverso le immagini e le voci di numerosi personaggi. Ne emerge un quadro vivido e quanto mai reale della storia d’Italia, dallo spettacolo alla politica, filtrata dagli occhi di un artista visivo fuori dal comune. La proiezione del film su Rino Barilari è stata inserita a pieno titolo all’interno della rassegna cinematografica “Il mistero del ’900, nata in collaborazione con la Siae, nel calendario dell’Azzurro Scipioni di Roma.
La regia del film è a quattro mani, di Giancarlo Scarchilli e Massimo Spano, 77 minuti di immagini e di emozioni forti, con un cast d’eccezione, da Giuseppe Tornatore a Carlo Verdone, da Giancarlo De Cataldo a Filippo Ceccarelli e Walter Veltroni, da Bruno Vespa a Giuliano Montaldo e naturalmente lui, Enrico Lucherini, che il cinema italiano lo ha raccontato dall’inizio alla fine. Ma ci sono anche le voci e le testimonianze dirette di Andrea Andermann, Antoni Marini, Valerio Caprara, intercalate al protagonista assoluto di questa favola moderna: Rino Barillari.
“Rino Barillari – The King of Paparazzi – la vera Storia” è un documentario prodotto da Istituto Luce Cinecittà e da Michelangelo Film, proiettato per la prima volta all’interno della sezione “Riflessi della Festa del Cinema di Roma”. Era di sabato ed era il 27 ottobre del 2018.
Ma la festa non si fermò a questa solenne parata di vip e di personaggi famosissimi del mondo del cinema italiano e straniero. Contemporaneamente l’Istituto Luce Cinecittà annunciava in quei giorni due ulteriori appuntamenti per approfondire la figura di Rino Barillari, indiscusso Re dei Paparazzi ma anche “insuperabile maestro di reportage.
La stessa mostra, prodotta da Istituto Luce Cinecittà, e curata da Martino Crespi, non era altro che un percorso espositivo che presentava una galleria di 100 foto “rubate”, ognuna delle quali racconta ancora oggi – ma lo sarà per sempre – una storia dove lo spettatore potrà “incontrare” attori, attrici e registi di tutto il mondo tra i tavolini di via Veneto, essere testimone dei grandi scoop degli anni ’60 –’70 e scoprire un Rino Barillari assolutamente inedito.
L’ultima sua uscita, prima della proiezione del documentario di Giancarlo Scarchilli, era stata la settimana scorsa a Mozia, in Sicilia, dove Rino Barillari ha ricevuto il Premio Internazionale Mozia 2024, con una motivazione ufficiale, letta sul palcoscenico di Mozia dal presidente del Comitato Scientifico, Gianni Letta, in cui c’è tutta la vita del grande fotografo calabrese:
Ma anche per aver utilizzato le immagini della “Dolce Vita” per rappresentare al mondo un’Italia felice e tranquilla. Ma anche per aver saputo raccontare la drammaticità degli anni bui della Repubblica, dai primi aliti del terrorismo alla morte di Aldo Moro».
All’Azzurro Scipioni, come aveva fatto alcuni giorni prima ritirando il premio sul palco di Mozia, Rino Barillari racconta delle mille “botte” ricevute nel corso degli anni per il lavoro che fa. Sorride, si diverte, prende in giro sé stesso, un uomo da palcoscenico e di grande simpatia ed empatia popolare, e tra una parentesi e l’altra continua a fare il suo mestiere di sempre: il fotoreporter. A Mozia a farne le spese sono state Stefania Battistini, Paola Saluzzi e Incoronata Boccia, tre stelle del giornalismo televisivo italiano, ma per Rino l’occasione di averle tutte e tre insieme era troppo ghiotta per rinunciarci.
Ricordate “Nuovo Cinema Paradiso”, Premio Oscar per il miglior film straniero nel marzo 1990, il capolavoro di Giuseppe Tornatore che racconta la vita di Totò (Salvatore Cascio da bambino) che, ormai affermato regista, da grande (Jacques Perrin), torna al suo paese (Giancaldo) per il funerale del suo vecchio amico “macchinista” Alfredo (Philippe Noiret)?
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736