l'editoriale
28 settembre 2019 23:50di ENZO COSENTINO
Senza l’accordo elettorale in Calabria con il Movimento 5Stelle il Pd rischia di restare seduto per terra con conseguenze immaginabili. E’ questa l’impressione che provoca la situazione in cui si dibatte il Partito che avrebbe dovuto essere il motore trainante del centrosinistra. Che confusione! E diventano sempre di più anche in Calabria i dem che preferiscono prendere la via verso “Italia viva” di un Renzi che torna ad essere anche politicamente “simpatico”.
Un calcio in bocca, quindi, di una batteria di big dem a Mario Oliverio con un documento che non ha bisogno di sforzi di lettura o interpretazioni (mettere riferimento): il governatore è fuori dal Pd uno di Calabria, quello ufficiale che si sta stringendo in un abbraccio di convenienza elettorale con quel Movimento pentastellato i cui sanguigni sostenitori ne hanno detto di tutti i colori nei confronti dei suoi dirigenti. Il Pd due quello che l’altra sera Oliverio e quanti sono intervenuti dal palco del Teatro Comunale di Catanzaro(rappresentanti di una base che scalpita) hanno gridato “il Pd siamo noi” lanciando “stracci” per ora al Commissario regionale, Stefano Graziano e che in un clima di disobbedienza confermata potrebbero lanciare anche verso il segretario nazionale, Zingaretti che pure hanno sostenuto per vincere le primarie per la segreteria.
Il “Pd uno” quali carte potrà giocare al tavolo con i 5Stelle per la candidatura non è dato sapere. Ma i pentastellati accetteranno mai un candidato dettato dal centrosinistra e magari camuffato dalle spoglie dell’uomo del movimentismo civico? E se il personaggio dem fosse uno dei firmatari del documento anti-Oliverio? Una probabilità può starci. Non meno densa di incognite la situazione del centrodestra. Situazione che non si evolve o si evolve a piccoli passi. Le regionali in Calabria potrebbero svolgersi con la partecipazione per la presidenza di almeno quattro o cinque candidati. Una eventualità che fa esclamare di sdegno tanti calabresi. Occhio comunque al Consiglio regionale convocato per lunedi: potrebbe venir fuori la data in cui i calabresi andranno (e non andranno) al voto.
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