L'EDITORIALE. Dalla gaffe di Berlusconi alla "impresentabilità" di Tallini dichiarata da Morra, ultimi sussulti della campagna elettorale

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Berlusconi a Tropea con Jole Santelli
  24 gennaio 2020 00:07

L'editoriale

di ENZO COSENTINO

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Un motivo in più per la Santelli, candidata alla presidenza della Regione Calabria per il centrodestra, per essere orgogliosa di se stessa per l’ammissione, comunque di pessimo gusto (“non me l’ha mai data”), fatta da Silvio Berlusconi, leader del suo partito, sceso in Calabria per sostenerla. Espressione ripresa dagli organi di stampa e in più ambienti stigmatizzata e anche strumentalizzata.

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Iole Santelli ha la tessera del partito, un background politico di tutto rispetto, ma non il pass per le stanze da letto del presidente (e non principe) “azzurro”. Pass che evidentemente non ha mai fatto gola all’ex coordinatrice regionale di FI. “Uscita” frivola, quella del presidente, in un intervento che doveva avere un taglio esclusivamente politico e che resterà “agli atti” della campagna elettorale per le regionali in Calabria.
Negli ultimi scampoli di campagna elettorale non c’è stata solo l’uscita poco garbata del leader di FI a Tropea, ma anche le affermazioni contenute in una dichiarazione del presidente della Commissione parlamentare Antimafia, senatore Nicola Morra, sulla impresentabilità di due candidati di FI, Raffa e Tallini. E dal candidato catanzarese Mimmo Tallini (così come da quello reggino, Raffa) non è mancata una puntuale risposta al senatore Morra: “"E’ indegno che il Presidente della Commissione utilizzi strumentalmente la sua carica a soli tre giorni dalle elezioni per infangare la mia persona, marchiandomi di “impresentabilità”. Il comunicato diffuso dalla commissione antimafia concernente la mia posizione di candidato è andato al di là di quelle che sono le competenze e le attribuzioni riconosciute alla commissione antimafia ed al suo presidente, pertanto agirò con ogni azione di legge verso il senatore Morra  a tutela della mia immagine e della mia onorabilità”

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Campagna elettorale che, di fatto, non ha elettrizzato più di tanto le “piazze”, anche se i candidati alla presidenza e quelli al consiglio si sono sforzati di essere credibili nelle loro performance oratorie. Il ritornello dei problemi lo hanno “cantato” tutti a voce alta, mentre sottovoce si è sentito quello delle soluzioni nello specifico.

Il fatto nuovo rispetto al passato è che in questa competizione elettorale si è sentita la presenza della Lega che è intruppata nel centrodestra, ma con dichiarati obbiettivi: risultare il primo partito non soltanto del suo schieramento, ma in assoluto e, quindi, entrare con i suoi rappresentanti a Palazzo Campanella e – forte dei sondaggi - nel governo della Regione.
In realtà i numeri sono dalla parte del centrodestra che è lo schieramento connotato politicamente. Cosa che non si può dire degli altri che sono andati a rimorchio del movimento “Io resto in Calabria”, sostenendo il “civico” Pippo Callipo, che ha, in tutta la campagna elettorale, duramente attaccato i precedenti governi regionali, beninteso anche l’ultimo di centrosinistra, cioè dei partiti che oggi lo sostengono perché hanno riconosciuto, viene da credere, che il programma di Callipo è quello del cambiamento.
Ci sarà la reazione dei 5Stelle? E quanto inciderà lo sbandierato programma dell’indipendente Carlo Tansi, l’unico ad aver fatto una campagna elettorale senza il coinvolgimento di star della politica?
In Calabria c’è una tendenza sempre più radicata al “non voto” che è un movimento di protesta silenziosa, ma anche dannosa.
Nelle tre circoscrizioni elettorali, accanto ai candidati presidente hanno macinato chilometri, investito magari risparmi per le spese elettorali, anche tante facce nuove presenti nelle liste per il consiglio regionale. E sono queste liste che gli elettori devono scandagliare responsabilmente per individuare chi può essere in pratica un “agente del cambiamento”. Senza discriminazioni di genere.

Nella notte del 26 prossimo avremo il riscontro che vale dopo una giornata in cui i calabresi saranno stati, con il loro voto, gli artefici del futuro della Regione. E sapremo anche quanto varrà il suo peso politico, unitamente a quello dell’Emilia Romagna per il futuro del Paese. Una bella responsabilità, dunque, ci attende!

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