L'EDITORIALE. Il balletto delle candidature alle Regionali che mortifica i calabresi

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L'editoriale elettrale

  12 ottobre 2019 00:47

di ENZO COSENTINO

Politica a suon di schiaffi. Sonori e si avvertono a destra e a sinistra. Inutile e forse inesatto dire: dal centrodestra e dal centrosinistra. Due poli che sembrano in via di estinzione. E nel centro cosa rimane? Bella domanda, risponda chi può!
In Calabria le liti all’interno dei partiti più rappresentativi sono all’ordine del giorno. Eppure non mancano i politici che si sgolano a dire: dobbiamo recuperare quella grossa fetta di elettori che snobbano le urne. Ignari, forse, che quel che accade in questi giorni, ripetiamo: a destra e a sinistra, invece sta allontanando dal voto. Deriva pericolosa con la competizione elettorale per le regionali ormai prossima anche se il governatore in carica, Mario Oliverio, non si decide ad annunciare la data in cui si apriranno i seggi.
Chi sta sulla sponda di destra indicava ai calabresi lo scempio della politica offerta da chi sta sulla sponda di sinistra per quel che avviene in casa PD che in Calabria ha due volti. Il PD con il volto di Oliverio per reclamare e difendere la democrazia interna ha dovuto inviare a Roma, presso la sede nazionale del Partito, una nutrita delegazione per presentare cinquemila firme per chiedere le primarie per la candidatura a presidente del loro leader. La risposta della segreteria nazionale, sia a Catanzaro in una riunione di circolo quella del commissario regionale del Pd Stefano Graziano ( a nome della segreteria nazionale) non poteva che essere la stessa: “Mario Oliverio e le sue truppe, la candidatura come Pd se la possono solo sognare.” In nome del civismo con tanto di schiaffo (se civismo vuol dire altro) alla politica il Pd ha deciso: in Calabria dovrà vincere il candidato espressione del civismo secondo Di Maio e Zingaretti.
Ma l’accordo non arriva ed è avversato sia nel Pd, sia nei 5Stelle. Ma evidentemente a destra non hanno dato importanza “storica” al proverbio Chi ride del mal d'altrui, ha il suo dietro l'uscio. Così è stato per lo schieramento del (centro)destra. Un altro Mario, Occhiuto, il pomo della discordia. Salta in Calabria l’equilibrio e forse definitivamente l’opportunità di quel “uniti si vince”. Mario Occhiuto è stato indicato da FI (che ne aveva titolo sancito da un accordo con Lega e FdI)il candidato presidente. Son volati “schiaffi” fra FI e Lega. Quest’ultima è uscita allo scoperto: “Occhiuto non è di nostro gradimento.” Ecco i ballerini di tango politico della nostra Calabria che ha bisogno di programmi seri. E per fare programmi seri occorre gente seria. Ma dove sei Diogene con la tua lanterna?

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