L'EDITORIALE/ La neo governatrice Santelli alla guida del "treno Calabria": l'impegno più forte sarà guardare al futuro senza voltarsi indietro in cerca di alibi

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Jole Santelli
  15 febbraio 2020 19:03

di ENZO COSENTINO

Da ora in avanti l’onorevole Jole Santelli parla ufficialmente da presidente (ma sì, chiamiamola governatrice) della Calabria (LEGGI QUI per la proclamazione). E conferma di avere ben in mente, oltre che idee chiare, quali impegni ha assunto, in nome e per conto proprio e della coalizione di centrodestra, con i calabresi. E dice bene la governatrice: tutti! Sono impegni programmatici e politici da attuare in una regione dove in ogni suo angolo trovi problematiche sociali perennemente discusse ma mai risolte. Anche se non sono mancati gli aiuti statali (mai comunque bastevoli per i reali bisogni) ed europei (spesso sperperati o non utilizzati). Ma anche le belle idee, i programmi e lo stile per renderli realizzabili possono restare “proclami” se attorno alla governatrice (mi piace chiamarla così perché mi dà l’idea di una donna capace di reggere il governo e, quindi, le sfide politiche con chi potrebbe remarle contro nell’esercizio dei suoi pieni poteri) non vi sarà un esecutivo politico composto da personalità capaci e leali. E la sfida della Santelli e della maggioranza che la sostiene sarà anche estremamente difficile con l’opposizione. Intendendo per tale quella componente politica che guarda ai calabresi e non alle eventuali lobby cui è legata.

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Il nuovo governo regionale si troverà difronte ad un adempimento gravoso, delicato e vitale per la Calabria: il bilancio. In Calabria tutti i “tavoli” piangono da quello del lavoro a quello della sanità, dall’ambiente alle politiche giovanili, alla legalità, ai trasporti. Tavoli dove è vietato “barare” e dove la nuova governance della regione deve far sedere, per dirigere il “banco”, persone- sì, anche e soprattutto politici- con sensibilità ed esperienze e perché no anche coraggio di andare eventualmente sulle “barricate” nel caso di ipotetiche sfide con il governo centrale. La neo governatrice ha già delineato una sostanziale linea da perseguire nelle sedi di confronti istituzionali sul Piano per il Sud con particolare accento sulla Calabria. E con eleganza ma anche determinazione ha dichiarato il giorno della sua proclamazione ufficiale :"Dobbiamo capire quali sono le risorse dello Stato; le risorse dello Stato sono già nostre, delle Regioni, non c'è nessun regalo. Ne parlerò al più presto con il ministro Provenzano, con cui ho già parlato. E' una persona seria. Se è una centralizzazione di potere, a noi interessa poco. A noi interessano i risultati; chi vuole l'immagine se la prenda, noi guardiamo ai risultati. Mi auguro che la centralizzazione porti snellimento e non appesantisca i soldi che ci sono, come sempre purtroppo è accaduto, soldi che, ripeto, nella maggior parte sono soldi della Calabria e delle Regioni e devono essere spesi in modo che i cittadini lo possano comprendere”.

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E’ nelle ultime righe forse l’auspicio e che può far contenti i calabresi: farli partecipi di tutte le scelte. Ma un occhio di maggiore lunghezza di visione la neo governatrice dovrà averlo nelle funzioni e nella funzionalità dell’apparato burocratico. Da oggi dunque inizia il nuovo cammino della Regione verso il futuro.

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