di ENZO COSENTINO
Guardando – lo giuro, in maniera il più possibile superpartes – l’andamento delle situazioni in cui galleggiano, nel piccolo mondo della politica cittadina, i partiti degli opposti schieramenti (centro-destra e centro-sinistra) mi son tornati in mente (reminiscenze scolastiche) i capponi del manzoniano Renzo Tramaglino, personaggio de “I promessi sposi”. Già, quei capponi che si beccavano l’uno con l’altro. Allo stesso modo come accade oggi troppo sovente a persone che fanno parte, appunto, del variegato mondo della politica.
Lo spettacolo non è di quelli edificanti, anzi è destabilizzante. E la bella città di Catanzaro, Capoluogo della Calabria stenta a decollare verso una rigenerazione che tenga conto, soprattutto, dei bisogni reali della sua comunità.
Catanzaro politica, città degli equivoci, dei trasformismi, delle convenienze di parte. La recente storia (per ora scritta forse in maniera confusionaria o velata da ipocrisie) vissuta in occasione del rinnovo della Giunta Comunale è un esempio emblematico. Si è trattato di un “rattoppo” e non di una accelerata per far correre, velocemente la macchina del cambiamento.
L’aspetto più deludente e in certo senso anche preoccupante è la confusione che regna all’interno dei partiti.
Nel Pd ad esempio non c’è pace ma solo aleatorie tregue fra le diverse anime e l’assenza di una leaderschip in grado di reggere il timone con la barra dritta. Picche e ripicche si susseguono. Dopo le dimissioni di Fabio Celia (capogruppo al Comune) da segretario cittadino invece di andare subito ad un congresso furono nominati due coordinatori (Rossana Neri e Antonio Prunesti)che a stretto giro però nello spazio di pochissimo tempo si sono dimessi. E dire che il Pd catanzarese ha nella Direzione nazionale un rappresentante nella persona di Jasmine Cristallo.
A Palazzo de Nobili la maggioranza dialoga sulle cose da fare secondo un cronoprogramma. Ma è ancora valido il “foglio” depositato dal Consigliere Valerio Donato per la raccolta delle firme dei Consiglieri che vorrebbero dimettersi. Diciassette le firme occorrenti ma ancora ne mancano. Finirà nel cestino quel foglio o avrà valore dirompente di una caduta? La base dem, quella con rinnovata tessera in tasca è vincola e sparpagliata, reclama che sia dia subito corso alla stagione dei Congressi di Circolo e quindi a seguire quello cittadino. Come ha fatto il Circolo di Lido il cui Congresso si sarebbe dovuto celebrare nei prossimi giorni ma è slittato, sembra, entro la fine del corrente mese.
Sull’atro fronte apparentemente sembrano cessati i mal di pancia in particolare in FI dove l’arrivo del gruppo del Consigliere Antonello Talerico qualche “scossa tellurica” si era fatta avvertire sulla governance. Tutto chiarito? Ed ora in Fi tutti a pensare come e cosa fare per conquistare alle prossime elezioni Palazzo de Nobili.
E le divergenze (democratiche) di posizioni fra Fi, Lega, FdI su temi ridondanti come “autonomia differenziata”, università, sanità, che incidenza potrebbero avere localmente?
Insomma una politica locale da osservare al microscopio per capire lo stato di salute delle cellule in circolo.
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