L'EDITORIALE. Matteo Salvini, il leader che può determinare le scelte elettorali in Calabria

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Editoriale

  25 settembre 2019 09:53

di ENZO COSENTINO

Indubbiamente la visita di Matteo Salvini a Cosenza come location ma che sostanzialmente ha coinvolto tutta la Calabria –leghista e non- ha vivacizzato la scena politica regionale. Le considerazioni che ha fatto parlando di elezioni non sono state rafforzative né per la posizione di FI, partito cui spetterebbe indicare il candidato presidente, né per Mario Occhiuto, il prescelto dal partito azzurro. Nel centrodestra, quindi, tutte le decisioni sono ancora appese. E FI al momento sembra relegata all’angolo con Lega e FdI in perfetta sintonia. Anche se il leader del Carroccio, come è nel suo stile, le cose che pensa le dice. Ad esempio il suo “passaggio” sull’identikit del candidato presidente valido per chiunque alla fine la potrebbe spuntare sul riconoscimento (sarà condiviso?) del “diritto” alla indicazione. Una personalità - ha sostenuto Salvini nei suoi interventi sull’argomento durante il tour calabrese - senza pendenze, o spade di Damocle sulla testa,con la giustizia. Diciamola tutta: Salvini ha giocato dialetticamente la sua partita in chiave regionale.

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Se il cerchio non si è chiuso in casa centrodestra provocando reazioni per ora contenute fra i suoi maggiori partner, figuriamoci gli stati d’animo che si avvertono nel Pd e nel centrodestra. La preoccupazione in casa dem è che un patto di coalizione per le regionali con 5Stelle mini l’autonomia e la stessa democrazia delle regole del Partito. Infatti se nei prossimi giorni diventasse qualcosa di più concreto la sensazione che il candidato più forte in campo per la candidatura presidenziale alla Regione è l’uscente Mario Oliverio, il restante Pd porterebbe ben poca cosa e all’alleato dovrà essere riconosciuta la più ampia facoltà per indicare il candidato.

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Eventualità a rischio spacca centrosinistra. Ma c’è sul tappeto una partita delicatissima che dovrebbe andare ben oltre l’importanza di quella elettorale. Di quale partita si parla? Di quella della sanità malata che si gioca sulla salute della gente. Oliverio si sta spendendo con determinazione in questi giorni per ottenere a livello romano decisioni, fossero anche tampone, per riemettere in corsa il sistema sanità. Se dovesse ottenere buoni risultati sarebbe come portare acqua al proprio mulino elettorale. L’ottenimento dei risultati per la sanità non potrebbe – e a pensar male certe volte… -  essere una contropartita perché Oliverio desista dalla sua determinazione di restare in campo per la corsa presidenziale? Un dubbio che è destinato a cadere giorno 27 prossimo, quando si ritroveranno al Comunale di Catanzaro le truppe oliveriane per formalizzare la volontà della ricandidatura del loro leader.  

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