L'EDITORIALE. "Scandalo Commissioni", una bomba per far saltare Palazzo de Nobili. Alle Regionali votiamo per riqualificare la politica

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  22 gennaio 2020 17:30

di ENZO COSENTINO

Palazzo de Nobili nel tempo passato è stato un luogo di culto, un convento. Successivamente venne adibito, spogliandolo della sua santità, a Palazzo di Città. Sede del Municipio, per intenderci. Per tanti anni, comunque è continuato ad essere sede di culto laico dove persone per bene, per molto tempo, hanno profuso, nell’amministrare la Città, competenze, passione per la politica alta, e plusvalori. Un blasone e un pennacchio rispettato ovunque.

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Poi, una strada in discesa al pari di quella presa dalla politica che, di stagione in stagione, ha perso la sua “altezza”. Oggi, Palazzo de Nobili (non dei nobili) è una polveriera e i timer per farla saltare sono distribuiti a tante mani. L’ultima vicenda, amara, grottesca, forse esageratamente soffiata, nota ai più fra quanti bazzicano anche a pieno titolo elettivo - quella delle commissioni - è il detonatore che potrebbe far saltare tutto in aria. Cioè, la fine anticipata di una legislatura governata da una maggioranza di centrodestra con una opposizione variegata. E con un Sindaco, Sergio Abramo, capace e, quindi, bravo a star seduto su una poltrona ignifuga.

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Per quanto tempo ancora? E’ l’interrogativo amletico di queste ore. Comunque andrà a finire, questa vicenda delle commissioni, emblematica, se le accuse dovessero risultare fondate, di una mediocrità politica che, del resto, noi elettori votanti abbiamo delegato a governare. Beninteso che non si deve fare di tutta l’erba (cattiva) un unico fascio. Il tempo per riflettere c’è! Ma ora occorre che i catanzaresi, i calabresi tutti, da oggi al 26 prossimo venturo, riflettano su come approcciarsi con un altro momento politico ed elettorale importante: il voto per rinnovare il governo della regione.

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Non è facile la scelta del simbolo, del nome del candidato governatore e del consigliere che si intende barrare sulla scheda elettorale prima di imbucarla nell’urna.  Così come non è facile smuovere da posizioni agnostiche i non votanti perché diventino anche loro soggetti del cambiamento per una “nuova Calabria”.

Il nostro auspicio è che questa osmosi (giammai nel senso inverso) diventi una realtà.  Un altro auspicio che facciamo in tutti i dialetti calabresi – per cui non c’è bisogno che lo facciano altri, in napoletano o romano - è che  tutti i voti dei calabresi, il  26 gennaio, siano voti liberi, utili per riqualificare il ruolo della politica sul nostro territorio.

Si, per una “NuovaCalabria”         

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