L'editoriale. Vi racconto una storia: quando il senatore Veraldi riuscì a portare Letta (da ministro) a Catanzaro

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images L'editoriale. Vi racconto una storia: quando il senatore Veraldi riuscì a portare Letta (da ministro) a Catanzaro

  16 marzo 2021 19:52

di ENZO COSENTINO

E’ proprio il caso di dirlo, nell’intraprendere una sorta di viaggio nel passato non recente eppure molto vicino alla attualità dei nostri giorni: corsi e ricorsi storici negli avvenimenti politici. Tra i tanti  uno ha un particolare significato e vede alla ribalta lo stesso personaggio politico che oggi ha fatto risalire le quotazioni nella scala della credibilità con la sua elezione a segretario nazionale del PD: Enrico Letta. Marzo, esattamente il giorno 3. Non c’era la pandemia che affliggeva la imprenditoria calabrese e quella catanzarese in particolare come oggi ma c’era un andamento “lento” in tutti i settori. E piccole imprese all’angolo quasi destinate a restare eternamente “nane” perché o emarginate o non adeguatamente valorizzate. Un po’ per mancanza di idee futuristiche, ma tanto perché sempre a digiuno o con le briciole di sovvenzioni statali. Una condizione che un autorevole esponente della DC catanzarese da senatore della Repubblica, Donato Veraldi, aveva preso a cuore. Sia per un atto doveroso e di riconoscenza verso una Città, una provincia, una regione che gli aveva assegnato eleggendolo un mandato fiduciario. Gran lavorio in silenzio a Roma per programmare una giornata-evento nella Città di Capoluogo: mettere faccia a faccia, come sul dirsi, il titolare di un ministero chiave per l’economia nazionale e la classe scalpitante della grande, media e piccola imprenditoria.

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E chi era a capo del Ministero? Enrico Letta, il ministro più giovane di quella legislatura. Un corteggiamento insistente quello del senatore Donato Veraldi su Letta. Tante argomentazioni, tante discussioni nel merito dei problemi, tanti “vedremo” del Ministro. Sul finire del mese di febbraio al parlamentare catanzarese in occasione di un incontro politico fra il ministro ed il gruppo Dc a Palazzo Madama, Letta chiama da parte Veraldi: ho un paio di giorni disponibili per visitare la tua Città e parlare con tutte le categorie imprenditoriali. Dimmi il giorno utile” Detto fatto e il senatore Veraldi piomba nel Capoluogo e incontra i massimi rappresentanti delle categorie per stabilire giorno, luogo e “cerimoniale”. La parola d’ordine è : parlare chiaro. Non piangersi addosso ma fare proposte e ascoltare il ministro. Così si concretizza un evento che resterà nella storia dei fatti. Il 3 di marzo nel Salone delle Adunanze della Associazione degli Industriali, allora presieduta dall’imprenditore Floriano Noto, l’incontro. Per carità non si trattò di un incontro a Teano. Ma l’occasione per avviare sin da subito un proficuo e duraturo rapporto. Una giornata di lavoro intenso: Enrico Letta ascoltò tutti gli interventi poi nel suo intervento – ricordo- esordi “noi abbiamo fatto molto ora la palla passa al mondo delle imprese. A tutte le imprese che sono tali e vogliono, crescere uscire dal tunnel e lavorare seriamente per lo sviluppo di questo Capoluogo e di tutta la Regione, di questa meravigliosa Calabria.” E venne tirata in ballo la legge 488 che prevedeva finanziamenti. Ma il destino della Calabria quello di stare sempre negli ultimi posti delle graduatorie.

Aggiunse a chiusura del suo intervento il ministro Letta: “Ho ceduto alla pressante corte del vostro senatore Veraldi e non mi pento: ho conosciuto dalla viva voce di tanti imprenditori i reali problemi. Rappresentate un mondo che vuole vivere e crescere, fare impresa, pur con tutte le difficoltà. Il mio ministero non si tirerà indietro.”  Si apre così un circuito virtuoso di relazioni. Il più è fatto ma il sentore Veraldi a margine della giornata – si racconta- prese da parte il sindaco da Catanzaro, Sergio Abramo: “ora dobbiamo riflettere e andare a Roma, al Ministero” Abramo fu entusiasta dell'idea. E il viaggio si realizzò. Quello, si che fu forse un incontro a Teano. Sul tavolo di Enrico Letta la situazione reale dell’andamento della 488. Le disponibilità finanziarie da poter assegnare alle imprese di casa nostra. E così fu. Un periodo di forte ripresa, nuove opere e più lavoro. Ma il periodo delle “vacche magre” poi è tornato e oggi l’economia calabrese sta vivendo il momento più drammatico. E gli imprenditori sono vicini al collasso. Oggi Letta è a capo del Partito Democratico, un partito tutto da rifare. Possibile se concorreranno tutti. Ma anche la politica deve diventare più cosciente. C’è quella opportunità di avere tanti miliardi dall’Europa. Ci deve essere la coscienza e l’onestà per saperli gestire.   

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