di PAOLO CRISTOFARO
Si allarga il fronte di contestazione per la cosiddetta "Legge bavaglio" - emendamento già passato alla Camera - per vietare ai giornalisti di cronaca giudiziaria di pubblicare, per estratto o integralmente, i provvedimenti di misura cautelare prima dell'udienza preliminare. Dopo l'indignazione e la nota di protesta del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti - oltre ad autonome iniziative di singole testate - anche dalla schiera dei Procuratori della Repubblica si sollevano voci contrarie. Tra queste anche quella del Procuratore di Palmi, Emanuele Crescenti, riportata questa mattina dal Fatto Quotidiano.
"Voglio vedere se qualcuno oserà mettere sotto processo un giornalista perché ha pubblicato un fatto vero", ha dichiarato Crescenti. "Non si può mettere il bavaglio alla libertà di stampa. Un giornalista deve fare il giornalista e noi il nostro lavoro. Se un cronista ha una notizia ufficiale, non vedo come si possa mettere un bavaglio alla titolarità del giornalista di pubblicarla", ha proseguito il Procuratore, che ha concluso asserendo che: "Il divieto di pubblicare stralci integrali è un'assurdità".
Crescenti non è il solo. Con lui anche Giuseppe Bellelli, Procuratore di Pescara, Roberto Rossi, omologo di Bari, Umberto Monti, di Ascoli e Raffaele Tito di Verona. La voce dei magistrati si unisce a quella dei tanti giornalisti già indignati per una proposta che sembra voler minare le fondamenta della libertà di stampa e di cronaca. La questione è destinata, evidentemente, a far discutere ancora non poco.
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