L'eleganza formale del trio Trovesi Damiani Fioravanti per il Catanzaro Jazz Fest

di VITTORIO PIO

Terzo appuntamento all'insegna dell'eleganza per il Catanzaro Jazz Fest. In scena sulle tavole del Comunale, un trio atipico composto da Gianluigi Trovesi, fra i padri putativi del jazz italiano, Paolo Damiani ed Ettore Fioravanti. Trovesi che ha suonato sopratutto il sax alto,  è uno dei nostri più ispirati compositori: nei suoi brani si ravvisano ferme ma oblique connotazioni armoniche ed asimmetrie, nel ritmo e nelle proporzioni delle unità tematiche, che spesso configurano architetture solide e ariose. Ha brillato di una luce particolare ed insolita la conclusiva “no-parietto”, un titolo ironico la cui melodia sventolante, ha richiamato l'estetica di Ornette Coleman, ovvero il gigante delle avanguardie.

Gli altri pezzi erano firmati da Damiani, contrabbassista a lungo direttore artistico di Roccella Jazz, che ha appunto ricordato le figure di Stefano Benni e Roberto Masotti, protagonisti di svariati ed indimenticabili appuntamenti negli anni più felici di Rumori Mediterranei. Il terzo perno della formazione era il collaudatissimo Ettore Fioravanti, autorevole didatta e batterista di efficacia quasi implacabile.

Aria di casa insomma per questo concerto piacevole e privo di orpelli, che ha comunque richiesto una maggiore cerebralità, rispetto ai temi immediatamente familiari proposti da Mark Sherman, alla ridotta platea che comunque non ha mancato di fare sentire il suo calore ai musicisti sul palco. Il festival propone un altro appuntamento già oggi pomeriggio presso il Museo del Rock. Ne sarà protagonista Massimo Garritano, chitarrista e ricercatore, che presenterà dalle ore 18, il suo libro “Come un un funambolo in equilibrio” (le pecore nere editore), con annessa performance finale. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

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