Lepera: “Psicosi sociale e fragilità psico-fisica? I frantumi del mondo post-Covid”

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images Lepera: “Psicosi sociale e fragilità psico-fisica?
I frantumi del mondo post-Covid”
Massimiliano Lepera
  15 marzo 2025 18:42

 

di MASSIMILIANO LEPERA

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“Andrà tutto bene”, “Ne usciremo migliori”, “L’uomo impara dalle difficoltà” o ancora il classicissimo “Historia magistra vitae” non sono altro che una serie di frasi illusorie che ci hanno accompagnati negli ultimi anni, sia in concomitanza sia a posteriori rispetto ai recentissimi periodi di crisi e difficoltà che hanno falcidiato l’esistenza umana dei primi anni ’20 del secondo millennio. Ma che cosa avranno voluto dire queste frasi? C’è stato effettivamente un riscontro pratico, concreto e reale a tutto ciò? Abbiamo realmente avuto quell’enorme voglia di riscatto che ci ha condotti al desiderio di uno stile di vita sociale migliore, nel perfezionamento delle falle che precedentemente avevano macchiato il nostro status di vita quotidiano, comprendendo dagli errori e impegnandoci a redimerci? Al contrario, pare che successivamente a tutto quel tripudio di difficoltà cosmogoniche alle quali siamo stati condotti e da cui siamo stati come inghiottiti negli ultimi tempi, dalla pandemia da Covid-19 allo scoppio della guerra russo-ucraina prima e israelo-palestinese poi, con conseguenti tensioni mondiali e una crescente crisi economico-finanziaria, gli esseri umani non abbiano fatto altro che introiettare quel clima di tensioni, ansie, stress e difficoltà megagalattiche fino a renderle parte di sé. Ed ecco che dalle frasi iniziali si è passato a corroborare, ancor meglio, quella massima tipica del filosofo Hobbes e già presente nel commediografo latino Plauto nel III-II secolo a.C.: “Homo homini lupus”. Perché, inutile negarlo, quale che sia la causa scatenante, negli ultimissimi tempi si è assistito, nostro malgrado, a un peggioramento sociale su tutti i fronti, che parte proprio dal peggioramento dei rapporti tra gli individui. Fino a generare quasi una vera e propria psicosi sociale. Nervosismo, stress, prevaricazione, ipocrisia, malcostumi, sgarbi, arrivismo, fobia e follia sociale non sono diminuite dopo questo tandem pazzesco degli ultimi anni, ma sembrano essere aumentate a dismisura, come a voler quasi rimarcare l’innata indole dell’essere umano, che ama per lo più perseverare nei suoi errori, divenendo diabolico, piuttosto che redimersi e riscattarsi in seguito alla crisi. Dalla quale, in genere, per lo meno nella normalità dei casi, si dovrebbe generare una nuova opportunità di crescita, di sviluppo, di ripresa. Di riscatto, appunto, in tutti i campi. Ed ecco che, al contrario, sembrano essersi incrementati i filoni negativi del mondo, dalla più celata ostilità l’un l’altro fino alla manifesta avversione, che sfocia in taluni contesti in vero e proprio odio, con conseguenti rischi dei danni maggiori. Ed ecco che le frequenti notizie sentite ai telegiornali o lette sul web circa assassini, omicidi, stupri, violenze di ogni sorta, bullismo e razzismo, prevaricazioni, brogli e imbrogli, ideologie pericolose contro l’umanità e la solidarietà e ogni sorta di buia negatività balzano e rimbalzano nella mente e negli animi di tutti, che sono già in preda a un timore diffuso e serpeggiante e incrementano a dismisura la psicosi sociale, sfociando alla fine, talvolta, in una vera e propria follia di massa. Gente alla guida che non rispetta il codice stradale e fugge all’impazzata anche nelle vie cittadine, litigi e insulti pesanti che scaturiscono a volte anche da semplici fraintendimenti in normali situazioni di vita quotidiana, atteggiamenti aggressivi spesso immotivati, nervosismo e tensioni sovente inutili, fino a considerare il mondo dei più giovani, che sembrano essere stati completamente plagiati da quest’ottica degenerante. E non a caso, sono aumentati a dismisura, negli ultimi tempi, anche gli episodi di violenze giovanili, di omicidi tra gli under 18 o comunque nella fascia d’età adolescenziale e giovanile, che appaiono essere lo specchio più indegno di questa deriva socio-culturale. Quando l’essere umano non riesce più a percepire neanche lontanamente il rispetto per i propri simili, allora vuol dire che si è toccato un livello veramente basso nel gradino dell’evoluzione. E si potrebbe parlare a maggior ragione di involuzione, in cui la devianza la fa da padrona. Gli ambienti educativi vengono spesso messi a repentaglio da atteggiamenti ostili e ostativi, quelli ecclesiastici vengono quasi totalmente disertati, quelli familiari, i più importanti, vacillano e trovano più spesso giustificazioni che soluzioni concrete. Insomma, un caos primordiale che sembra aver fagocitato l’essere umano nella sua interezza sembra incombere sempre più incalzante come una spada di Damocle sull’intero globo. Aggiungasi a ciò che, in conseguenza degli ultimi fattori socio-sanitari che hanno interessato il pianeta, pare che il tasso di malattia e mortalità si sia incrementato notevolmente anche nel mondo giovanile, come se l’essere umano non fosse più completamente padrone delle proprie facoltà psico-fisiche, addirittura sin dalla più giovane età. E ne sono testimonianza le tante notizie inerenti a morti premature di tanti bambini e giovani, spesso per problemi cardiovascolari, nonché numerose malattie a volte inspiegabili sempre tra i juniores. Senza considerarne l’incremento presso le persone adulte e anziane, che fanno parte delle cosiddette categorie fragili. Guardando a destra e a sinistra, infine, non si può far altro che prendere atto di tutto ciò, che si aggiunge ai numerosi problemi di ambito socio-politico a livello mondiale, ma anche ambientale e sanitario, per cercare di riunire tutti i frantumi del mondo post-Covid che ha seriamente e realmente la necessità di essere curato e custodito con maggior cura, a partire proprio dai più piccoli, dalle nuove generazioni, nella speranza che la rosa dei valori aviti prevalga sempre sulla spirale dei vizi capitali.

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