di DOMENICO LANCIANO
Caro Tito, la nostra Calabria è davvero tanto ricca di Poeti, Pensatori ed Artisti per lunga tradizione, dovuta a numerosi fattori, quali – ad esempio – la luce che viene moltiplicata pure in montagna dal riverbero dei due vicinissimi mari, Jonio (ad oriente) e Tirreno (ad occidente); ma anche le amenità territoriali e paesaggistiche, nonché i valori etici antichi quanto ben radicati nelle nostre genti fin dai tempi di Re Italo (circa 3500 anni fa) quando l’amicizia sociale veniva rinsaldata e valorizzata dai “sissizi” (cioè, i pasti comuni) che sono presenti ancora adesso nella convivialità gioiosa (‘a scialata, cioè la beatitudine, la bellezza dello stare insieme) tra amici e/o tra familiari. Ovviamente i molteplici sentimenti d’amore hanno un posto assai rilevante nella poesia e nella canzone calabrese, sia popolare che d’autore. L’incontenibile e fantasiosa passione ha modo di esprimersi in tanti modi, tra cui la poesia fatta canzone e la canzone fatta poesia in quasi tutte le persone. Nonostante due millenni di oppressione prodotta da numerosi invasori della nostra Terra, noi calabresi non abbiamo smesso quella gioia di vivere che altri popoli, quantunque assai ricchi, non esprimono come noi del Sud Italia e del Mediterraneo.
LA POESIA EROTICA IN CALABRIA
Sicuramente tutti i popoli hanno espresso e continuano ad esprimere il meglio dei loro sentimenti amorosi. Tuttavia, la passione amorosa, espressa veementemente, pare sia (forse anche geneticamente) patrimonio delle Genti che godono del calore solare più di altri. Ma, a volte, il sole non basta; ci vuole una propensione anche socio-culturale, nonostante la repressione politico-religiosa. E qui mi sembra il caso di ricordare il ritrovamento nel 1640 in agro di Tiriolo (CZ) della iscrizione in bronzo (adesso conservata in un Museo di Vienna) denominata << Senatus consultum de baccanalibus >> … cioè un decreto del Senato romano del 186 avanti Cristo che proibiva i cosiddetti “baccanali” cioè quei riti collettivi di ispirazione religiosa (risalenti in pratica alla Magna Grecia) che, evidentemente orgiastici e propiziatori della fertilità, non erano visti bene dal Potere dell’epoca, ritenendoli eversivi e pericolosi addirittura per la sicurezza dello Stato.
Così, non mi spiego altrimenti la propensione persino di alcuni preti calabresi a scrivere poesie erotiche. Un retaggio dei “Baccanali”?…
Ne puoi leggere meglio nel volume dello scrittore e giornalista calabrese Sharo Gambino (1925-2008) edito postumo, su indicazione degli eredi, nel 2011 in 430 pagine da “Città del Sole Editrice” di Franco Arcidiaco in Reggio Calabria, con introduzione di Franco Vallone.
La prima edizione è andata esaurita quasi subito. Si aspetta una seconda edizione o almeno una ristampa, sia per le pressanti richieste che per l’importanza.
Ho voluto accennare a questa pregevolissima Opera di Sharo Gambino, poiché alle pagine 151-157 possiamo lèggere pure del Poeta di Petrizzi (CZ) Luigi Tucci, cui è dedicata questa umilissima “Lettera 622”.
Ricordo che in questo anno 2025 ricorre il primo centenario della nascita di Sharo Gambino (vedi in << https://www.ilreventino.it/10-gennaio-lamezia-terme-ricorda-sharo-gambino/ >>).
Sharo Gambino
Per la prima volta, ho sentito parlare di questo Poeta-Medico o Medico-Poeta Luigi Tucci nel 1968 dal giornalista Gianni Pitingolo, allora direttore ed editore del quindicinale “Sentiero Calabro” di Soverato. Poi me ne ha parlato nel 1973 Nicola Caporale di Badolato (CZ), poeta, narratore e pittore nonché educatore di generazioni. Altre notizie ho attinto dal giornalista Antonio (Totò) Piperata, suo compaesano di Petrizzi, per lungo tempo direttore di Radio e Tele Soverato e di altre testate anche cartacee. Con Totò ci sentiamo al telefono frequentemente. Di Lui ho scritto pure in qualcuna di queste “Lettere”. Ma vediamo chi era Luigi Tucci, utilizzando la breve biografia redatta recentemente dall’editore Vincenzo Ursini in << https://www.accademiadeibronzi.com/news.asp?id=918 >>.
BREVE BIOGRAFIA DEL POETA LUIGI TUCCI
Chi è stato Luigi Tucci: primogenito di Gennaro e Ranieri Maria Giuseppina, Luigi Tucci nasce a Catanzaro 1/1/1915, consegue la maturità classica al liceo «Galluppi» di Catanzaro traducendo direttamente dal greco in latino la versione d’esame. Il 7 luglio del 1939 si laurea in Medicina all'Università di Firenze con il massimo dei voti e lode. Esercita a Santa Corona Ligure, come ospedaliero, producendo 15 pubblicazioni scientifiche. Nel 1946 ritorna in Calabria per motivi di salute, insieme alla prima moglie Ines Morgante. Dopo la morte della moglie diventa Medico Condotto di Petrizzi. La sua intensa attività letteraria inizia nel 1961 con la stampa del primo libro di poesia in vernacolo calabrese al quale ne seguiranno ben altri 42, anche in lingua.
Luigi Tucci
Collabora con giornali e riviste tra cui: Calabria Letteraria, Rassegna Calabrese, Notiziario Ordine dei Medici, Relations Latines, Domenica del Corriere. Alcune sue poesie vengono musicate: Scienza Agraria e l'amore spaziale (disco – Edizioni Italo Svizzere, Besozzo, Varese), U vecchiareddu e u ciucciareddu (Il discobolo), A pecuraredda e u cantu d'a jumara (musica di Luigi Pirrò, Petrizzi). Negli anni 90, su proposta dell'editore Vincenzo Ursini nella qualità di Presidente dell'Accademia dei Bronzi, è stato insignito del cavalierato di Malta per meriti letterari. Tra i suoi volumi, si ricordano: Canti ’e nu Petrizzotu (MIT, Corigliano Calabro, 1961), Salotto paesano (Convivio Letterario, 1963), A ciurmedda (Gabrieli, 1974), Dove sei? (scritto in ricordo della seconda moglie Matilde Fera), Gabrieli, 1975. Accademico di merito dell’Accademia dei '500, Diplome d'Honneur (Relation Latines), Premio Ungaretti 1974, Gran Premio Italia 1975. Muore a Petrizzi il 23 aprile 1995.
ELOGIO PER DOMENICO ANTONIO TUCCI
Lunedì 14 marzo 2022 ho conosciuto telefonicamente il dottore e psicoterapeuta Domenico Antonio Tucci, il quale aveva aderito alla mia proposta (lanciata attraverso taluna stampa calabrese) di realizzare una statua a Re Italo, il quale –come è noto – ha dato il nome all’Italia. Da allora abbiamo dialogato su vari argomenti; in particolare sulla Poesia, essendo Egli Poeta come il padre. Mi ha fatto enorme piacere che si occupasse della produzione poetica di papà Luigi, curando la pubblicazione postuma di alcune raccolte e a tal punto da celebrarlo e da onorarlo con un vero e proprio Concorso nazionale annuale di Poesia nella loro Petrizzi, un amenissimo borgo che guarda al mare Jonio e alla montagna delle Serre, tra Soverato e Chiaravalle. Tale Concorso è giunto alla terza edizione in questo caldo inizio estate 2025.
Domenico Antonio Tucci
A Domenico Antonio Tucci va il mio elogio, poiché non è scontato che i figli si prendano cura delle Opere paterne. Conosco tanti figli di genitori scrittori ed artisti, ma senza alcuna voglia o propensione ad occuparsi della loro valorizzazione socio-culturale ed anche economica (persino là dove ci possano essere cospicui diritti d’autore). Non ho mancato di congratularmi telefonicamente o per messaggio scritto. E, sul suo lodevole esempio, colgo l’occasione per esortare i figli di genitori scrittori e/o artisti a rendersi cura della loro eredità etica e spirituale (a volte pure economica) sia per orgoglio familiare e sia per orgoglio della propria Comunità. E gli Enti culturali preposti (locali, regionali, nazionali ed europei) dovrebbero avere l’accortezza di aiutare i familiari in questa valorizzazione, dal momento che un Poeta, uno Scrittore, un Artista diventa “patrimonio di tutti”.
ELOGIO PER PRO LOCO E COMUNE E AD ALTRI SOSTENITORI
Conseguentemente, il mio elogio si estende a tutti Coloro i quali hanno sostenuto, sostengono e sosterranno il dottore Domenico Tucci in questa valorizzazione non soltanto dell’Opera di papà Luigi, ma anche di quei Poeti che partecipano al Concorso annuale come ad una “festa della Poesia”. Un elogio particolare va all’associazione turistica Pro Loco di Petrizzi che organizza questo ormai noto “Premio Tucci di Poesia”; ma anche all’editore Vincenzo Ursini creatore dell’associazione “Nuova Accademia dei Bronzi” e al Comune di Petrizzi. So bene quanta arte e quanti sacrifici occorrano per organizzare nel migliore dei modi, specialmente nei nostri piccoli borghi meridionali, una simile manifestazione di valenza nazionale … quindi il mio elogio diventa ancora più forte ed affettuoso. Incoraggiante!…
Vorrei ricordare ai più giovani che la Pro Loco di Petrizzi, nei decenni passati (in particolare anni sessanta-settanta-ottanta) si è rivelata una delle migliori d’Italia non soltanto per il volume delle iniziative (in proporzione agli abitanti di tale piccolo Comune) quanto per la qualità esemplare e per il valore esuberante dell’impegno della dirigenza e degli associati. Tutto ciò ha sempre destato l’ammirazione di tutti noi, specialmente in Calabria, tanto da divenire un modello da imitare. L’esilio e la lontananza da questo mio comprensorio di provenienza non mi hanno permesso di seguire ulteriormente le attività prodotte dalla comunità petrizzese o petrizzota. Tuttavia, se è capace di esprimere ancora un così prestigioso Premio letterario, vuol dire che l’attivismo resta sempre ad un ottimo livello. Complimenti di vero cuore!… E, adesso, non avendo potuto seguire di persona l’evento, utilizzo (al seguente paragrafo 5) la cronaca pubblicata da Vincenzo Ursini in << https://www.accademiadeibronzi.com/news.asp?id=918 >> per dare ai nostri gentili lettori almeno un orientamento sui risultati di questa terza edizione del Premio di Poesia intitolato a Luigi Tucci.
MASSIMO MALAVOLTI VINCE IL PREMIO LUIGI TUCCI
Con una bella manifestazione organizzata dalla Pro Loco di Petrizzi, si è conclusa nei giorni scorsi, nella Sala delle Culture del comune di Petrizzi, la terza edizione nazionale del premio di poesia intitolato alla memoria del dottor Luigi Tucci, medico, umanista e poeta. Al premio, promosso dalla stessa Pro Loco unitamente all’associazione Nuova Accademia dei Bronzi, fondata e diretta da Vincenzo Ursini, hanno aderito numerosi poeti, alcuni dei quali provenienti dalle altre regioni d'Italia. La giuria, presieduta da Domenico Antonio Tucci, medico e poeta figlio del dott. Luigi, era composta da Vincenzo Càristo, Giuseppe Condò, Pasquale Montalto, Marisa Orlando, Miriam Santopolo e Vincenzo Ursini. I premi, sono stati consegnati ai vincitori dal sindaco di Petrizzi, Giulio Santopolo, e dal presidente della Pro Loco, Pietro Celìa. Dopo di saluti di Celìa e Santopolo, il presidente Tucci ha sintetizzato gli obiettivi del premio, mentre i musicisti Aurora Celìa e Alessia Tolotta, (al violino), Beatrice e Mario Soluri (rispettivamente al pianoforte e al clarinetto), hanno eseguito alcuni noti brani musicali, e accompagnato con le loro note i versi dei poeti premiati. La giuria, dopo attento esame delle opere partecipanti alle varie sezioni, ha assegnato i seguenti premi: 1° classificato assoluto, sezione poesia in lingua, al poeta Massimo Malavolti di Bologna, per la lirica «Come vorrei restare».
Massimo Malavolti
«Il poeta Malavolti – scrive Pasquale Montalto – con la sua poesia, sul filo della memoria e del ricordo, che storicizzano l’esistenza umana, cerca di dare senso all'inquietudine dell'animo che si agita, soprattutto in prossimità del buio della notte, salvaguardando in una condizione di poetica intimistica i sentimenti e la quotidianità familiare, le buone tradizioni e tutto ciò che di meglio si è verificato nel corso del proprio vivere, (ri-)affermando la valorizzazione de La Restanza, la permanenza nei luoghi della propria nascita per recuperarli alla bellezza e alla felicità di una solidale comunanza che rendano piena e degna l’armonia di vivere in sintonia con l’ambiente umano e sociale circostante.»
Al 2° e 3° posto sono stati classificati rispettivamente i poeti Ilaria Veronesi con la lirica «Notte di silenzi» e Francesca Misasi con «Ed io». Francesca Misasi aveva già vinto l’edizione dello scorso anno. Sono stati, quindi, premiati: Antonio Giorla, quale miglior partecipante di Petrizzi, per la lirica dal titolo Così fu, letta egregiamente dalla figlia Eleonora; Giovanni D'Elia (miglior poeta dialettale), per la lirica «A mmenzu le scrasce»; Ernesto Petrella (miglior sonetto), per «Micetta». Targhe di Merito sono state assegnate a: Carellario Teresa con la lirica «Triste addio», Conte Vincenzo con la lirica «Il mio paese», D'Agostino Alessandra con la lirica «Selinunte», Esposito Romolo con la lirica «Ntra chida lagrima», Landro Caterina con la lirica «Il mio canto», Laugelli Maurizio con la lirica «Su sonettu è pe tia mamma mia cara…», Lucà Trombetta Maria con la lirica «Sera», Marasco Maria con la lirica «Glicini», Passalacqua Vittorio con la lirica «La primavera», Punturi Angela Carmela con la lirica «La voce del mare», Ritrovato Salvatore con la lirica «Padre», Sancineti Ilina con la lirica «Perduta nei cieli inglesi», Tagliani Caterina con la lirica «Cuce e Tace…», Cundari Maria Clotilde con la lirica «Cerco la verità», Ranieri Rosalba con la lirica «Memorie di un sacco nero», Niccolò Ruscelli, con la lirica «L’abbandono», Palma Catia Berardinelli, con la lirica «Radici», Alessandro Direnzo, con la lirica «La notte», Patruno Gabriele, con la lirica «Sub tela Dei».
I poeti: Bianco Antonietta Angela, con la lirica «Ricamo trine di canuti ricordi», Domenico Tonziello, con la lirica «Ammore disperato», Annamaria Farricelli, con la lirica «Il respiro della bellezza», Mario Manfio, con la lirica «Pensieri sempi», Salvatore La Moglie, con la lirica «La porta chiusa», Adriana Centi, con la lirica «Le catene della tristezza», Francesco D’Amico, con la lirica «È il miracolo della rinascita», Renzo Cordone, con la lirica «Un passato nel presente», Lucia Ruocco, con la lirica «E ddore do vico», Corbanese Barbara, con la lirica «Zent vera de tèra e de vìn», Rosa Rampulla, con la lirica «Papaveri e stelle cadenti», Veruska Algeri, con la lirica «Quercia», Carioti Mirella, con la lirica «Ci siamo scelti», Galati Giuseppe, con la lirica «Il tempo perduto», Titotta Jolanda Anna, con la lirica «L’urlo di una lacrima», sono stati infine premiati con una artistica medaglia. A fine premiazione, Pasquale Montalto, a nome della giuria, ha riassunto le varie fasi che hanno portato alla scelta dei vincitori, mentre Pietro Celia ha dato a tutti appuntamento alla prossima edizione.
Infine, Aurora Celia, Alessia Tolotta, Beatrice e Mario Soluri, hanno eseguito il brano «La vita è bella» di Nicola Piovani, ricevendo scroscianti applausi.
CARO PAPA’ … TI VOGLIO BENE
Voglio qui ribadire il mio elogio a Domenico Antonio Tucci per essersi preso cura non soltanto dell’Opera letteraria di papà Luigi ma anche dell’espressività di tanti altri Poeti, richiamati a Petrizzi dal Concorso qui descritto. E’ un immenso valore intergenerazionale, che vale pure come esempio per situazioni familiari simili ma anche per le presenti e le future generazioni; poiché – ripeto – non è scontato che i figli intendano valorizzare le opere artistico-letterarie dei propri genitori, persino e nonostante quando c’è da guadagnare soldi e fama personale e familiare. Specialmente con questo Concorso nazionale di Poesia, Domenico Antonio Tucci (sia come figlio che come egli stesso poeta) sta dimostrando a sé stesso, a Petrizzi, alla Calabria e al mondo intero cosa significhi essere, appunto, sia figlio di Poeta che poeta … ma anche prezioso figlio della nostra generosa Terra di Calabria.
Se “Petrizzi” significa “Fiore di pietra” allora sta dimostrando al mondo che persino dalla pietra può nascere un fiore. Una Poesia! … Un miracolo. E questa simbologia è la base dell’etica di Re Italo e della Prima Italia che qui si rinnova e si perpetua. Ed ecco, qui di seguito, la breve testimonianza di Domenico Antonio Tucci sulla vita di papà Luigi e la propria ennesima attestazione di riconoscente amore filiale.
Luigi Tucci con il figlio Domenico
<< Mio padre Luigi è stato la spina dorsale del mio essere uomo di cultura e di scienza, fu sempre esigente nel pretendere lo studio per noi figli e prodigo quando si trattava di cultura, si interessava poco del resto e ci dava la massima libertà, essendo consapevole che gli studi umanistici ci avrebbero dato i valori essenziali del vivere.
La sua esistenza non fu facile, attraversata da lutti e dolori, ma riuscì con la poesia a creare bellezza lungo i percorsi dolorosi. Nonostante ciò era un uomo gioviale e ironico, pronto alla battuta e molto conviviale.
Verso il termine della sua esistenza mi chiese e mi fece l’onore di scrivergli le prefazioni dei suoi ultimi libri di poesia.
Nell’ultima prefazione gli scrissi: auguri papà per la tua nuova fatica artistica, non riuscendo a dire ti voglio bene, approfitto adesso: ti voglio bene papà. Domenico Tucci >>
SALUTISSIMI E << PETRIZZI CASA DEI POETI >>
Caro Tito, prima a Badolato in vendita (1986-88) e poi qui in Agnone del Molise, nel 2014 ho cercato di realizzare a livello internazionale la “Casa dei Giornalisti”. Infatti (a spese mie, di un imprenditore locale e di un’associazione per lo sviluppo del territorio) 15 giornalisti di altrettanti Paesi dei 5 continenti sono rimasti nostri graditi ospiti per due giorni in questa Città d’Arte che avrebbero loro stessi voluto eleggere a “Casa-vacanza per i Giornalisti della Stampa Estera operanti in Roma”. Purtroppo, non fu possibile poiché l’allora Amministrazione comunale non volle capire l’importanza di tale iniziativa, che avrebbe dato non soltanto lustro ma soprattutto permanente visibilità e narrazione multimediatica mondiale ad Agnone e all’intero Molise. La stessa cosa mi sentirei di suggerire a Petrizzi …. Diventi il “borgo dei Poeti” … il rifugio dei Poeti … la CASA DEI POETI.
Con questo fervido augurio per Petrizzi (che valga pure a scongiurare il progressivo spopolamento del borgo), torno a ringraziare il Poeta Domenico Antonio Tucci per l’affettuosa benevolenza e per la generosa collaborazione. E non può mancare che io ringrazi te, i nostri gentili lettori (sempre riconoscenti a chi ci segue e ci riscontra più fedelmente).
Diventa sempre più insostenibile per la coscienza individuale e sociale e delle Nazioni la tragica ed epocale infernale situazione a Gaza, in Ucraina e in tanti altri luoghi del mondo dove infuriano le guerre, sempre più palesemente fomentate dai “Signori delle Armi” e dei “poteri occulti”. Taluni Paesi si stanno definitivamente giocando la credibilità e la fiducia del genere umano, per finire nel libro nero della Storia. Spero ne siano consapevoli e smettano di usare le armi, cercando di capire che con la pace si vive meglio e si ottiene di più. Alla prossima “Lettera 623” e tanta cordialità. Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, mercoledì 23 luglio 2025 ore 10.13 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore) – BASTA ARMI – BASTA GUERRE – Le foto mi sono state fornite dagli interessati.
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