Lettera a Tito, fotoreporter Claudio Vitale e i portali come esempio della valorizzazione dei borghi di pietra tipo Badolato medievale

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Portali di Agnone e Claudio Vitale
  17 luglio 2024 09:55

di DOMENICO LANCIANO

Caro Tito, come hai ben compreso in questi quasi 12 anni di lettere (dal 04 ottobre 2012), quando scrivo cerco di andare alle radici dell’esistenza per spiegare cose che poi riemergono in altra età sociale e in altre forme storiche e civili. Come, per esempio, la mia tendenza ai CENSIMENTI COME CONOSCENZA E CONSISTENZA DELL’ESISTENTE, specialmente delle Opere d’Arte. Adesso ti dico della mia propensione ai CENSIMENTI di tutto ciò che di più prezioso o interessante sia presente in un determinato territorio come quello della mia Badolato.

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CENSIMENTO DEI PORTALI E MUSEO DELLA PIETRA DI BADOLATO

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Prendiamo, ad esempio, i portali di case, palazzi urbani e “casini” (piccoli e grandi edifici di campagna). E allora, ripensandoci bene, ritengo che questa mia passione culturale, sociale e civile possa essere nata quando già ero bambino o nella prima adolescenza. E’ noto, infatti, come l’infanzia e l’adolescenza siano età assai strategiche per il sorgere di interessi che poi diventeranno importanti nell’età più adulta, costituendo spesso interessi ed impegni privilegiati (amatoriali o professionali) destinati a significare.

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Antonio Gesualdo

Durante l’anno scolastico 1961-62 e 1962-63 il mio gruppo di amici d’infanzia era solito andare per il borgo e le campagne di Badolato al sèguito dell’insegnante elementare Antonio Gesualdo, diventato poi nella sua inusuale erudizione uno dei miei principali riferimenti culturali per parecchi decenni. Allora frequentavo la prima e poi la seconda media. Gesualdo ci faceva osservare e ci spiegava la conformazione del nostro territorio comunale (soprattutto la marina e le colline) e la sua antropologia (intrattenendoci a parlare con i contadini). Erbe, alberi, pietre, case, terreni, colture, animali domestici e selvatici … tutto ciò che guardavamo aveva in Lui una didascalia parlante. Personalmente ero affascinato dall’enorme varietà delle pietre esistenti (specialmente quelle che luccicavano) tanto è che ne portavo a casa parecchi piccoli esemplari con il sogno di farne un Museo. Intanto le mettevo sotto al mio letto, in apposite scatole. Le ho mantenute in quello stato per alcuni anni, fino a quando mia madre, temendo che potessero essere ricettacolo di polvere e di insetti, mi costrinse a gettarle in mare. Ma il sogno di un “Museo delle pietre di Badolato” è rimasto sempre vivo in me!… Le pietre erano, per me, pagine di un libro che raccontavano il vissuto del nostro territorio nell’arco lungo del tempo ed anche nell’utilizzo fatto dagli abitanti di queste zone nel corso dei secoli. Una visione assai affascinante!

In tale contesto mi corre l’obbligo di ricordare che, come Gesualdo, pure un altro maestro elementare, Teddy Cotilli, portasse spesso i propri alunni in giro per le campagne di Badolato a spiegare loro la Natura esistente.  Ai miei tempi erano questi gli unici due insegnanti di scuola elementare che, seguendo l’esempio del maestro precursore Nicola Caporale (Badolato 1906-1994 – poeta, narratore, pittore, giornalista, teorico politico, ecc.), amavano porsi volontariamente a disposizione di noi ragazzi per conoscere ed amare meglio il nostro paese e il lussureggiante territorio che lo circonda e lo caratterizza. Oggi si parla di Scuola-Territorio, ma è ben altra cosa dai sopraluoghi fatti in lungo e in largo, con Gesualdo e Cotilli. Dovrebbe essere obbligatoria la conoscenza del territorio, non soltanto per le campagne ma in particolare per le strade, le vie, i palazzi, i monumenti e tutto ciò che solitamente guardiamo ma non conosciamo e, quindi, non conoscendolo, non lo apprezziamo e non lo godiamo a sufficienza.

BADOLATO BORGO DI GRANITO E L’ARCIPRETE ANTONIO PERONACE

L’arciprete don Antonio Peronace (ordinato sacerdote il 13 giugno 1943 e deceduto a quasi 85 anni il 07 febbraio 2002, autore del libro “Una vita per gli altri”) è stato il prete più dinamico che Badolato abbia mai avuto a memoria d’uomo. Nel suo incontenibile dinamismo coinvolgeva spesso pure me, fin dal 1963 e specialmente da quando nel 1965 a 15 anni ero diventato “giornalista” in grado di scrivere su “Il Tempo” e su “Il Messaggero” (entrambi quotidiani di Roma con pagine dedicate alla Calabria). Ogni tanto mi dava la possibilità di consultare il suo enorme ed importantissimo archivio per la Storia locale (a proposito, che fine ha fatto?). Nell’estate 1967 un grosso album fotografico ha catturato la mia attenzione: era la schedatura analitica fatta dalla Soprintendenza dei Beni Culturali (penso di Cosenza, se non ricordo male) su tutte le opere d’arte (piccole e grandi) presenti nelle tredici più antiche chiese di Badolato: 9 urbane e 4 extra-urbane (cui il 14 marzo 1956 si è aggiunta quella nuova di Badolato Marina, la quattordicesima). Sì, Badolato, una comunità di poche migliaia di abitanti (4842 nel censimento del 1951 ridottisi attualmente ad appena tremila persone), ha tutte queste chiese e tutte attive fino a pochi decenni fa.


Arciprete Antonio Peronace

A dir poco, sono rimasto incantato e affascinato di tutta quella ricchezza, bellezza e meraviglia!… Poiché fin da bambino (quando mio padre mi portava al borgo per visitare i parenti, amici e compari) ero molto attratto dai grandi portali di granito dei palazzi e delle case signorili … ho chiesto all’arciprete Peronace se c’era pure un librone illustrato pure per quei portali. Mi ha risposto che, in verità, non lo sapeva ma che, alla prima occasione di contatto con quella Soprintendenza, avrebbe chiesto. Non abbiamo avuto modo poi di tornare sull’argomento. Cosicché, pure per mia negligenza giovanile a riguardo, non ho mai saputo dell’esistenza o meno di un censimento (scheda-dati e fotografie) di quei stupendi beni architettonici. Probabilmente e ragionevolmente, non penso che in Italia ci sia alcuna Soprintendenza che si sia presa mai cura di censire porte, finestre e portali di pregio (specialmente se fatti in granito o marmo). E, in pratica, Badolato è tutto un << borgo di granito >> poiché tale roccia abbonda nelle nostre montagne, nelle fiumare e nelle campagne. E così sono pure ricchi di granito gran parte dei paesi calabresi. Forse bisognerebbe realizzare (pure a fini turistici e socio-culturali) una rete tra i BORGHI DI GRANITO della Calabria… o, addirittura, un’associazione tra i BORGHI DI PIETRA non soltanto italiani. Sarebbe un meraviglioso viaggio nel tempo e nelle civiltà dei popoli e delle comunità!…

In particolare, per la lavorazione del granito locale, Badolato si è avvalso dell’opera degli abilissimi e bravissimi artisti scalpellini di Serra San Bruno, borgo capitale del granito delle Serre Joniche. Un granito davvero di ottima qualità, che andrebbe meglio conosciuto e valorizzato. Anzi, a Serra dovrebbe essere realizzato un vero e proprio << MUSEO DEL GRANITO E DEGLI SCALPELLINI >>. Un po’ come di recente è avvenuto a Pescopennataro, in Alto Molise, paese di scalpellini anche a livello internazionale dove c’è un piccolo ma frequentato << Museo della pietra >> (dal neolitico ai giorni nostri) intitolato a Chiara Marinelli, che faccio visitare pure a qualche mio ospite più curioso ed interessato. Ne ho parlato al telefono con il mio amico di lunga data avvocato Gianfranco Procopio di Serra San Bruno (attivo pure in àmbito socio-culturale) ieri, domenica 14 luglio dalle ore 18.34 per 8 minuti e 9 secondi. Speriamo bene.  Ci dovrebbe essere posto pure per il grande poeta-scalpellino mastro Bruno Pelaggi e quindi per un Archivio-Biblioteca dedicati a tale lavoro, alle opere e agli artisti della pietra!… E, pare, ci sarebbe pure un luogo dove alloggiare tale B.A.M. (Biblioteca-Archivio-Museo) … la ex caserma della Forestale (ipotizzata da Gianfranco). Ok, allora, diamoci da fare per << Serra San Bruno capitale del granito e degli scalpellini >> !!!… E anche per una rete non solo nazionale dei PAESI DI GRANITO O PAESI DI PIETRA.

PETRIZZI FIORE DI PIETRA E CALABRIA GRANITICA

E a proposito di “Paesi di pietra” … il borgo di Petrizzi (a circa 25 km da Badolato, nell’immediato entroterra collinare tra Soverato e Chiaravalle Centrale) è considerato, per eccellenza, il “fiore di pietra”. Il nome stesso pare derivi dalla “pietra” su cui sorge e con cui è stato costruito il paese. E “Fiore di pietra” è intitolata la sua Pro Loco, fondata nel 1975 da Antonio Anzani (allora Provveditore agli Studi di Catanzaro), Antonio Piperata (storico e maestro giornalista) e tanti altri. Una Pro Loco gloriosa e memorabile. E “Fiore di pietra” era intitolato il periodico, che ha fatto scuola ed epopea in Calabria per la comunicazione e la coesione di una Comunità prototipo. Petrizzi è il borgo dove abita e lavora pure il medico-psicoterapeuta e poeta Domenico Tucci, una delle persone più valide, stimate e signorili mai conosciute da me in così tanti decenni di super-attivismo sociale e culturale.

Come si vede, caro Tito, il granito è la peculiarità più evidente della Calabria e delle nostre Serre Joniche in particolare. Purtroppo, non si è data, finora, la giusta importanza a questo elemento territoriale che ha permesso di esprimere grandi civiltà alle popolazioni che hanno abitato questi luoghi fin dall’antichità (si pensi ai “Megaliti di Nardodipace”). Dovrebbe essere, quindi, spontaneo per qualsiasi classe dirigente regionale puntare i riflettori sulla nostra caratteristica più antica e cercare di valorizzare il granito ovvero un emblema anche morale ed etico di questa Terra dove, non a caso, è nata la “prima Italia” ed una civiltà i cui valori corrono ancora nel sangue, nella mente e nel cuore di altri popoli. Speriamo che la “Calabria granitica” sia un valore simbolico ma anche concreto di valorizzazione assoluta.

IL MIO PROPOSTO E TENTATO CENSIMENTO DEL 1981

In Badolato (borgo e zone rurali) era ed è ancora assai bello e consistente il patrimonio costituito da portali, balconi, finestre e quanto altro costruito artisticamente con il granito delle nostre montagne da maestranze anche locali, ma soprattutto serresi (cioè provenienti, come detto, da Serra San Bruno e dintorni). Pensa, caro Tito, che pietre in pregiato granito, perfettamente scalpellinate, erano presenti persino nei muretti a secco nelle campagne e addirittura nei ponti e nelle mura di contenimento delle strade provinciali e nazionali del nostro territorio! … Un bene socio-economico e culturale immenso così come immensa è la trascuratezza verso il loro valore complessivo. Infatti, a volte si hanno furti di tale pietre lavorate che trovano altre destinazioni, come secolari alberi di ulivo. C’è un traffico e un mercato non soltanto a livello nazionale. E anche questo è un aspetto da difendere e valorizzare al massimo.

Così, quando sono stato incaricato, per la prima volta, come bibliotecario comunale di Badolato nel novembre 1981 (fino al 31 dicembre 1982), una delle prime proposte fatte agli Amministratori è stata proprio quella di censire tali beni architettonici di enorme importanza e valore. Un vero e proprio censimento fotografico e una seria ed accurata schedatura tecnica e storica. Ho ottenuto soltanto un piccolo “censimento” fotografico riguardante palazzi, strade e personaggi tipici. Poco più di un centinaio di fotografie in bianco e nero, poi realizzate dal maestro Vittorio Conidi. Ho capito che era una concessione, forse per dimostrare che l’Amministrazione agiva pure a favore dei beni culturali e per accontentarmi … piuttosto che per realizzare un completo inventario del patrimonio presente nel borgo e nel resto del territorio comunale. E’ stato vano il mio dire che il censimento era necessario pure in termini legali, poiché erano in azione, appunto, bande di ladri che spogliavano di granito lavorato (portali, finestre, camini e quanto altro, persino piante di ulivo) da portare a committenti ricchi del centro e del nord Italia e persino all’estero … La spoliazione del Sud continuava (ieri come oggi) intensa, imperterrita e senza controlli anche dopo il 1860-61. Stessa situazione ho poi trovato in Molise, dove mi ero trasferito per esilio (praticamente imposto). Talune emittenti televisive e alcuni giornali hanno riportato tale fenomeno di spoliazione continua del Sud. Che ancora esiste ma di cui non si parla né si scrive più. Purtroppo!… Predazione sotto silenzio!

IL CENSIMENTO DI AGNONE NEL 1989

Quando il mio esilio in Agnone del Molise è diventato definitivo dal primo novembre 1988, ho avuto l’occasione di insegnare a sessanta ragazzi (dai 18 ai 29 anni) in maggior parte agnonesi, ma provenienti pure da altri paesi della provincia di Isernia, e appartenenti all’ex articolo 23 della legge finanziaria per il 1989. Cinquecentomila lire al mese (oggi 250 euro) per la durata di un anno e in base ad una presenza certificata di 4 ore giornaliere, dal lunedì al venerdì. Bisognava trovare qualcosa da fare a questi ragazzi. Così ho proposto due opzioni: il censimento dei portali del centro storico di Agnone oppure un corso di marketing locale. Quaranta ragazzi hanno scelto il censimento dei portali e venti il marketing.

In due mesi e mezzo (da lunedì 2 gennaio a mercoledì 15 marzo 1989) il mio gruppo aveva concluso il censimento dei portali consistente soltanto nella schedatura dei dati tecnici: misurazione componenti, consistenza e disegno. Purtroppo non è stato possibile fare le foto di ogni portale per mancanza di soldi. Nel centro storico abbiamo censito 3600 portali di pietra locale (pochi in granito) di cui circa 600 di pregio con mascheroni (ovvero chiavi di volta) bellamente o riccamente istoriati, alcuni con lo stemma della famiglia che l’aveva costruita ed abitata per prima. Ed abbiamo annotato pure le porte e i portoni (molto numerosi) il cui il portale di pietra era stato malamente sostituito con un’esile cornice di marmo (avulso dal territorio). Un dolore mi porto dietro: l’annualità 1989 dei 60 ragazzi ex art. 23 era gestita da una cooperativa, alla quale sono stati consegnati tutti gli elaborati dei 3600 portali, che avrebbero dovuto fare parte del patrimonio documentario della locale Biblioteca Comunale di Agnone. Alla quale – ho poi saputo – non è giunto proprio nulla. Un vero e proprio grande peccato che tutta quella documentazione, realizzata con vero amore, sia andata dispersa o addirittura distrutta. Era un bene assai prezioso per tutta la Comunità, specialmente per gli studiosi ma anche per i tecnici edili che si sarebbero trovati ad avere a che fare con quei manufatti.

CLAUDIO VITALE FOTOREPORTER INTERNAZIONALE IN AGNONE

Distratto o assorbito da altre esigenze ed impellenze personali e familiari, non ho potuto seguire e approfondire il fatto che circolavano (dal 2006 in poi) per Agnone alcuni poster a colori (formato cm 70 x 100) che raffiguravano un esempio di porte e portali del centro storico con fregi ed emblemi familiari (come le chiavi di volta) nonché finestre, battiporta, numeri civici, campane. Me ne sono però ricordato lo scorso mese di maggio 2024 e sono andato in giro per edicole, cartolibrerie, fotografi e corniciai per sapere chi fosse l’Autore di quella piccola e paradigmatica dimostrazione di quanto bello e ricco fosse tale patrimonio collettivo non soltanto di Agnone ma, in genere, di gran parte delle case e dei palazzi medievali euro-mediterranei. Così, finalmente, sabato 25 maggio sono riuscito a sapere il nome di tale Autore (Claudio Vitale) ma non un recapito per poterlo contattare. Però ho potuto trovare riferimenti e contatti nel suo sito internet (www.claudiovitale.it).

Il giorno dopo (domenica pomeriggio 26 maggio alle ore 17.16) per 4 minuti e 6 secondi ho parlato al telefono con Claudio Vitale, il quale poco dopo alle ore 17.22 mi forniva, via whatsapp, il suo indirizzo email per poter dialogare meglio. Così ho potuto sapere che è nato il 05 febbraio 1961 per caso a Bologna da genitori napoletani.

Poiché il padre era dirigente di una grande banca, la famiglia ha cambiato numerose residenze italiane ed è rimasta per alcuni anni pure in Perù. Quando si è trattato di trovare la sua strada professionale, Claudio ha scelto di diventare fotoreporter ovvero un giornalista che scrive e parla con le immagini.

Basta visitare il suo sito web per capire a che tipo di argomenti ha preferito dedicarsi. Le sue foto sono state pubblicate da giornali e riviste italiane e di livello internazionale … pure dal momento che Egli ha fornito i suoi servizi alle migliori Agenzie esistenti allora sul mercato delle foto-notizie: dalla “Grazia Neri” di Milano alla “Young & Rubicam”, dalla “Walter Thompson” alla “Saatchi & Saatchi”. Ed ha lavorato anche per grandi Aziende commerciali di varie parti del mondo.

Ha meritato numerosi riconoscimenti e, in particolare il prestigioso “Kodak European Award 1992”.

Ha al suo attivo molte esposizioni di opere, alcune delle quali figurano, in tutto o in parte, in volumi specializzati. A motivo di questo suo frenetico lavoro da giramondo, per parecchi anni, ha avuto come città di riferimento e di residenza Milano.

Però, ad un certo punto, a 45 anni, stanco della superficialità ed approssimativo giornalismo italiano e della metropoli lombarda, ha deciso, nel 2006, di cambiare radicalmente vita, acquistando un’antica masseria in quota sulla montagna di Agnone, dedicandosi ai suoi hobbies e all’ospitalità turistica.

Comunque in questi 18 anni di permanenza molisana, non ha abbandonato la sua arte fotografica ma ha realizzato interessanti lavori sulla transumanza e sugli aspetti più suggestivi della gente e del rigoglioso paesaggio rurale.

In particolare, ha voluto omaggiare Agnone, città d’arte, con sei poster fotografici incentrati su curiosità che spesso sfuggono all’occhio distratto o frettoloso dei turisti ma anche all’abitudine degli stessi residenti.

Così ha voluto raccogliere, in un unico collage, i più rappresentativi portali e portoni, come pure stemmi gentilizi, finestre, campane, persino numeri civici e battiporta.

Inoltre ha realizzato delle gigantografie raffiguranti panorami estesi, unendo più scatti fotografici in modo tale da offrire una visuale inedita e più completa della città e di alcuni aspetti del territorio.

Inoltre, su invito del Canale pubblico RAI 5, Claudio ha collaborato alla realizzazione di un programma incentrato sulla natura e sulle genti molisane; mentre è vicino anche ad associazioni locali nello sviluppo e nella valorizzazione di interessanti iniziative culturali e promozionali.

IL PREMIONE DI AGNONE

Per questo suo amore per la cultura ed il territorio, ma anche per la sua arte che illustra Agnone ed il Molise, l’Università delle Generazioni ha voluto esprimere riconoscenza e gratitudine a Claudio Vitale assegnandogli il “Premione di Agnone” per l’anno 2024. La consegna del Premio è avvenuta in un luogo emblematico della montagna altomolisana, quel Guado Liscia che costituisce un “passo” (un “guado” appunto) essenziale di comunicazione tra la vallata dal Verrino (sovrastata proprio dalla città di Agnone), l’Alto Molise e l’alta valle del fiume Sangro abruzzese. Quasi una zona di confine così come “uomo di confine” risulta essere e si considera lo stesso Claudio Vitale come uomo ed artista della fotografia … il quale sicuramente non mancherà di omaggiare questo popolo e questo territorio di altre utili ed originali sue Opere.

Come è nella tradizione dell’associazione culturale “Università delle Generazioni”, il Premione di Agnone consiste in una pergamena che accompagna un medaglione metallico di 120 grammi (realizzato dall’artista locale Filippo Catolino) raffigurante lo stemma municipale della Città circondato dalla scritta (medievale) “Universitas Civitatis Angloni” (Università o Comunità o Popolo della Città di Agnone), mentre sul retro è inciso il nome del vincitore e l’anno del conferimento. Tale Premio è attivo da parecchio tempo e viene assegnato a persone, personaggi e personalità che hanno dato e continuano a dare lustro alla Città di Agnone e all’Alto Molise. Inoltre, Claudio Vitale contribuisce notevolmente alla migliore e maggiore ricettività turistica di qualità con il suo B&B “Chevalier Claudio” (Contrada Sant’Onofrio 196 – Agnone – tel.  339-6249857) molto rinomato per coloro i quali amano l’esclusività dell’aperta campagna e i suoi profumi, la tranquillità, il silenzio, il raccoglimento e la solitudine in uno dei luoghi più belli, panoramici ed ameni di tutto l’Alto Molise.

LE BUCHE STRADALI DENUNCIATE DA CLAUDIO VITALE

Come si è capito, Claudio Vitale è un personaggio il quale (per propria onesta natura umana e sociale ma anche per aver girato il mondo) non si rassegna alle “cose storte” come si dice da noi, specialmente a quelle che penalizzano tutti indistintamente i cittadini. Come ad esempio le buche stradali. Le quali sembrano, all’apparenza, cose da poco, ma che (oltre a deturpare e depreziare un bene pubblico) possono causare danni (più o meno gravi, persino incidenti mortali) alle persone e ai mezzi di locomozione. Così, si è messo a fotografare le buche stradali sui percorsi di Agnone e dintorni facendone dei veri e propri poster (quasi una installazione artistica oltre che una segnalazione agli Amministratori locali e regionali affinché intervengano per farle riparare adeguatamente e non solo con toppe provvisorie).

Questa di Claudio Vitale mi sembra un’azione di lodevole rivendicazione civile pure come rispetto per noi tutti i cittadini-utenti che quelle strade percorriamo quotidianamente. Una rivendicazione davvero coraggiosa (resa in modo ironicamente artistica) che vale di più in quanto solitamente noi cittadini ci limitiamo a subìre e ormai non protestano più, visto e considerato che non veniamo affatto ascoltati e rispettati nei nostri diritti fondamentali, come la nostra sicurezza ed incolumità individuale e collettiva. Quella delle buche stradali (o dei marciapiedi sconnessi) è una antica questione nazionale, cui non vengono posti validi rimedi. Eppure ci possiamo capitare tutti nel subìre incidenti più o meno gravi, per non parlare del deprezzamento dei nostri mezzi di locomozione e di mobilità. Intanto quasi nessuno paga (né economicamente, né penalmente, né elettoralmente) per gli incidenti che causano addirittura morti e feriti. Ti ricordo che (quando frequentavo la prima media e studiavo l’educazione civica) pure io ho segnalato al sindaco del mio paese una buca nel marciapiedi nei pressi della chiesa parrocchiale. Si è molto scocciato per tale segnalazione, però l’ha fatta aggiustare (forse) per il solo fatto che sua moglie faceva quel percorso per andare alle funzioni religiose!…

CENSIRE I PORTATI DI BADOLATO E DELLA CALABRIA

Caro Tito, uno degli scopi di questa “Lettera n. 553” è proprio quello di incoraggiare i Comuni, le Pro Loco, tutte le altre associazioni territoriali ma anche singole persone a realizzare non soltanto un censimento dei portali, delle porte, delle finestre e dei balconi d’arte presenti nel proprio centro storico e nelle ruralità ma anche di altre pregiate presenze artistiche come ha fatto il nostro (ormai) ottimo e stimato amico e maestro Claudio Vitale. Chi più chi meno, tutti i borghi storici hanno una dotazione di porte e portarli artistici, di stemmi gentilizi in pietra di vario genere, nonché finestre e balconi di pregio, pure come ferro battuto; ma anche battiporta ed ogni altro arredo come, ad esempio, i numeri civici e persino amuleti portafortuna. Ebbene, fare la descrizione e la storia di tali manufatti è, tra l’altro, un inventario della propria ricchezza artistica ma anche economica, poiché il loro valore aumenta sempre più nel tempo. E tutto ciò ha una grande ed utile valenza artistica-turistica-archeologica.

Inoltre, un accurato censimento ed inventario potranno essere assai utili in caso di terremoti ed alluvioni o addirittura furti o manomissioni. Infatti, una dettagliata descrizione (come quella da me fatta realizzare nel 1989 dai giovani dell’ex articolo 23) ed una documentazione fotografica pubblica e/o privata potrebbero essere utili in caso di danneggiamenti vari a tale patrimonio artistico. Chi dovrebbe tenere tale documentazione?… Ovviamente i Comuni, le Sovrintendenze ai Beni culturali, gli stessi privati possessori delle preziosità artistiche. Tale patrimonio potrebbe essere oggetto di visite turistiche e di considerazione scolastiche affinché i cittadini abbiano piena coscienza delle meraviglie che impreziosiscono il loro ambiente urbano e sociale … assieme alle bellezze naturalistiche. Ed umane e sociali!

POETESSA VENETA BEDENDO CANTA LA CALABRIA

E a decantare le bellezze paesaggistiche della nostra Calabria ci sono numerosi turisti. Un esempio assai recente, generoso e indicativo: Cristina Bedendo (proveniente dalla zona padana di Bologna – Rovigo con altri escursionisti) ha voluto addirittura fermare in suggestivi versi poetici lo splendore del paesaggio incontrato durante una camminata collettiva (trekking) da Soverato a Pizzo (attraverso i boschi delle Serre Joniche) nello scorso mese di maggio (dallo Jonio al Tirreno, Calabria Coast to Coast). Ed è rimasta incantata già nel primo tratto del percorso (dal mare di Soverato a salire verso Petrizzi) davanti allo spettacolare scenario dell’ampio e luminoso Golfo di Squillace con un ricco territorio di variegata vegetazione che risale fino alle propaggini delle Serre.

La poesia che trascrivo qui di sèguito, mi è stata segnalata dal già citato e sempre gentile amico medico Domenico Tucci di Petrizzi con il seguente messaggio whatsapp (sabato 25 maggio 2024 ore 21.07): << Questa poesia l’ha scritta e data a mia moglie la signora veneta Cristina Bedendo. L’ha scritta subito dopo che da Soverato è arrivata a Petrizzi, ospite del B&B Oikia (= Casa, in lingua greca) di mia moglie, con un gruppo bolognese che è venuto a fare trekking da Soverato a Pizzo Calabro. La signora Bedendo è rimasta incantata ed innamorata … uno stato d’animo assai frequente, tra i turisti, specialmente del nord Italia ed esteri. Sarebbe bello se tu la potessi pubblicare, lei mi ha dato il consenso ed inviato una sua foto. Oltre che poetessa, la signora Bedendo è anche pittrice. Quindi un animo assai sensibile ed attento >>. Caro Tito, ti voglio qui ricordare che nel 1996 ho proposto di continuare fino a Pizzo o Tropea (Coast to Coast) quella “Strada della Poesia” inaugurata domenica mattina 05 novembre 1995 dallo scultore e poeta badolatese Gianni Verdiglione ed Amici da Badolato Marina fino a Badolato borgo. Sarebbe un evento ed una realizzazione stupendamente straordinaria e fortemente attrattiva farla giungere dallo Jonio fino al Tirreno (Pizzo, Tropea o altra località del promontorio vibonese, appunto). Comunque, diventerebbe famosa nel mondo. Orientativamente sarebbero 67 km di Poesia da Badolato a Pizzo e 93 per Tropea! Jonio – Tirreno (come ai tempi della Magna Grecia).


Poetessa Cristina Bedendo

Ed ecco alla vista dell’intenso mare del Golfo di Squillace le emozioni della signora, trasformata nei seguenti versi (in dialetto veneto) qui adattati in italiano: << Il mare mi culla / con l’onda che batte / è ora di andare / ma vorrei starti a guardare. / Tanti passi sono da fare / su in salita e bisogna andare/ e da in alto ti guardo / ti vedo tutto / nella tua bellezza e vastità. / Mi viene un pensiero: / che bello sei davvero / ma anche questa terra non scherza / così piena di piante e profumi / di alberi di agrumi / fiori e colori / centomila odori. / E non ho visto ancora niente! / Chissà cosa domani sarà / su e giù per questi sentieri / persa nei miei pensieri. / Adesso vado a riposarmi. / Calabria vieni in sogno / a sussurrarmi la tua storia. / E che il Signore ti abbia in Gloria! >>. Sono ormai parecchi decenni che insisto con tutti i calabresi (cittadini e Responsabili sociali, culturali e politici) affinché si affidino questi scritti di viaggiatori e/o ammiratori della nostra Calabria alla Biblioteca Calabrese di Soriano (VV) specializzata proprio su libri e documenti scritti da calabresi o sulla Calabria. Vale pure per questa Poetessa veneta la cui lode alla Calabria invierò a Soriano, tramite questa Lettera n. 553. D’altra parte tutti questi apprezzamenti potrebbero costituire un vero e proprio “spot” di promozione turistica per i nostri territori. E, comunque, restano una bella testimonianza pure a fronte di tante denigrazioni. Pensiamoci!!!

RISCONTRI GIORNALISTICI su CLAUDIO VITALE

Caro Tito, dal 26 maggio che l’ho contattato per telefono, finora ho incontrato quattro volte il fotoreporter Claudio Vitale. La prima (martedì 04 giugno 2024 dalle ore 12.12 alle 13.45) all’esterno del rifugio Guado Liscia (a 1088 metri sul livello del mare) per una specie di intervista-chiacchierata … giusto per conoscere le tappe principali della sua vita e sul perché abbia scelto di vivere tra le montagne di Agnone, dove d’inverno la neve ed il gelo non scherzano. La seconda per visitare l’ampia masseria dove vive in mezzo alla campagna a oltre mille metri di quota (poco lontano dal rifugio di Guado Liscia). La terza per consegnargli il “Premione di Agnone”. La quarta per dargli due copie del quotidiano Primo Piano Molise che alla pagina 12 di venerdì 05 luglio 2024 ha evidenziato un quarto di pagina per interessamento di Maurizio d’Ottavio.

A tale proposito hanno riportato la notizia del Premione a Claudio Vitale i seguenti 6 siti web: << www.amolivenews.it >> di Vittorio Labanca (che è stato il primo a pubblicare), << www.altomolise.net >> di Maria Rosara Carosella (che ha avuto un boom di letture), il sempre presente sito regionale alle mie iniziative << www.molisenews24.it >>,  << www.ecoaltomolise.net >> (diretto da Maurizio d’Ottavio) e l’aggregatore << www.virgilio.it >> in una doppia edizione.

Quasi sicuramente ne pubblicherà qualcosa pure il prossimo numero del mensile cartaceo << L’Eco dell’Alto Molise >> (giunto al suo 41mo anno di puntuali pubblicazioni e diffuso pure nei luoghi dell’emigrazione agnonese nel mondo). Il giornalista Sergio Di Vincenzo del TGR RAI Molise mi ha comunicato (venerdì 05 luglio 2024 alle ore 15.45) che a Claudio Vitale sarà riservato un significativo spazio nel prossimo mese di settembre alla ripresa della rubrica televisiva mattutina di “Buongiorno regione”.

RINGRAZIAMENTI E SALUTISSIMI

Prima di concludere questa “Lettera n. 553” sento il dovere di ringraziare quanti hanno contribuito, in un modo o nell’altro, a farmi giungere a contattare il fotoreporter Claudio Vitale che mi rammarico di non aver conosciuto prima (dal 2006 che è qui in Agnone) poiché potevamo sicuramente collaborare insieme in qualche bella iniziative socio-culturale. Ormai è tardi. Il tempo è scaduto per tante cose. Dunque, mi corre l’obbligo di ringraziare il sempre squisito Sandro Ricci della principale edicola-libreria della cittadina, il bravissimo maestro Antonio Castagnelli (ormai unico fotografo rimasto) di cui ricordo ancora una sua personale e memorabile Mostra fotografica nei primi anni Ottanta. Ringrazio altresì il maestro corniciaio Tonino Amicarelli che è riuscito a reperire nel suo magazzino un ultimo poster realizzato da Claudio Vitale per illustrare “Agnone Città d’Arte” diciotto anni fa circa.

Caro Tito, ciò che ha fatto Claudio Vitale per Agnone è davvero assai meritorio ed ammirevole. Spero davvero tanto che sia di esempio e di sprone per altri borghi e altre realtà (come sollecitavo all’inizio di questa Lettera).

Lo può fare soltanto chi è veramente innamorato di un luogo e della sua gente, ma soprattutto della Bellezza e dell’Arte. Ritengo che Claudio continuerà a produrre opere di pregio. Chi sente il fuoco dell’Arte e della Creatività non riesce a stare fermo. Pure per questo, Gli ho suggerito di realizzare (praticamente a costo zero) una specie di “Caffè Artistico-Letterario” proprio a Guado Liscia, nel rifugio gestito dalla comune amica Mina Marcovecchio.

Tra l’altro potrebbe insegnare l’arte della fotografia e del fotoreporter ma anche raccontare dei suoi viaggi in giro per il mondo e realizzare una mostra dei suoi lavori.

Speriamo che il Rifugio di Guado Liscia possa diventare il “Rifugio dell’Arte” e degli artisti, dei curiosi del Sapere. Augurando ciò, saluto te e i nostri lettori, in attesa della “Lettera n. 554”. Ancora BUON CALDO. Alla prossima! Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, lunedì 15 luglio 2024 ore 11.33 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web o mi sono state fornite dagli interessati.

 

 

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