Libri, Antonio Cannone finalista al Premio letterario internazionale Città di Latina

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Antonio Cannone
  25 settembre 2019 16:39

Arriva un altro importante riconoscimento per l’ultimo libro del giornalista e scrittore lametino, Antonio Cannone. Il suo, “Viaggio tra i destini paralleli della mia terra” (Elison Publishing) è finalista al Premio letterario internazionale Città di Latina.
La finale si svolgerà nel capoluogo pontino il 26 ottobre all’interno della suggestiva cornice del Park Hotel. Il premio gode del patrocinio del Comune e della Provincia di Latina; del patrocinio culturale di WikiPoesia; dell'organizzazione del Gruppo editoriale Edu e del supporto di Agenzia Omicron, Radio Immagine Network ed altri partner.
La nuova opera di Cannone nel 2019 ha già ottenuto altri riconoscimenti. Finalista al Premio Letterario Residenze Gregoriane e finalista, con menzione d'onore, al premio letterario nazionale “Artisti per Peppino Impastato”.

Il libro racconta di luoghi del Sud dove la ‘ndrangheta con giacca e cravatta fa affari loschi, deturpa l’ambiente, controlla il territorio ed è infiltrata nelle istituzioni. Nel susseguirsi dei capitoli, il “viaggio” affronta temi più ampi e universali con storie dove l’unico riferimento dei protagonisti è il potere economico e si intrecciano vicende di un mondo senza ideologie.

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Una voce narrante, “potente” quanto la coscienza, conduce in questi “universi paralleli” raccontati da un originale e inedito viaggio introspettivo che tratteggia un’umanità presa dai bisogni materiali. Gabbie virtuali che in realtà diventano prigioni e dove viene messa in mostra la difficoltà dell’uomo nell’agire quotidiano e nei rapporti con il suo simile. Dove emerge una società sfaldata e corrotta, nel ritratto fatto attraverso storie di personaggi “peccatori” ognuno più o meno consapevole delle scelte di vita.

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Denuncia, ma soprattutto dubbi e domande sulla nostra esistenza, o - non esistenza - nell'accettazione “atea” che nessuno possa giudicare ed essere giudicato ma rispondere delle proprie azioni solo a se stesso e alla propria coscienza, criterio supremo di moralità.

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