Si è conclusa con grande partecipazione e intensità emotiva la seconda edizione del Festival dell’Arte di Zagarise, intitolato “100 passi di legalità”, un evento che ha trasformato il borgo calabrese in un vero e proprio laboratorio di memoria attiva, dedicato alla figura di Peppino Impastato e del magistrato Emilio Ledonne. Due vite diverse, ma unite da un unico cammino: quello della giustizia e del coraggio civile.
L’edizione 2025 ha visto la presenza di oltre 140 artisti, molti provenienti da fuori regione, che hanno invaso le strade e i vicoli del centro storico con opere, installazioni e performance ispirate al tema della legalità, rendendo omaggio a due simboli della lotta contro la mafia: l’attivista siciliano assassinato nel 1978 e il magistrato calabrese Emilio Ledonne, esempio di rigore e impegno istituzionale.
Tra le opere più significative presentate durante il festival, ha riscosso grande attenzione “I Passi che Restano”, un lavoro a quattro mani realizzato dallo street artist Ilario Parentela (in arte Punch311) e dalla designer Rosamaria Noto. L’opera, realizzata con tecnica mista su base fotografica (70x100 cm), rappresenta un dialogo profondo tra idealismo e istituzione, tra memoria e presente.
La composizione è costruita su uno scatto fotografico di Parentela, rielaborato graficamente dalla Noto, arricchito da elementi pittorici e da impronte reali — alcune scalze, altre con scarpe — simbolo di due approcci diversi alla legalità: quello diretto e vulnerabile di Impastato, e quello strutturato e istituzionale di Ledonne. A sinistra dell’opera, un palloncino rosso fuoriesce fisicamente dalla cornice: un simbolo potente di speranza, infanzia, sogno e resistenza.
“Ogni impronta è un atto di memoria,” ha dichiarato Parentela. “Un invito a continuare a camminare.”
In dialogo con l’opera principale, una seconda creazione — più piccola ma ugualmente incisiva — completa il messaggio artistico del duo. Si intitola “E tu, che passo farai?”, ed è una riflessione aperta sul ruolo individuale nella costruzione di un presente giusto. Composta con lo stesso cartone e lo stesso blu dell’opera madre, pone una domanda che non ammette neutralità: da che parte del cammino vuoi stare?
Spontanea e altrettanto densa di significato, è la terza opera nata durante il festival: “Il peso della plastica”, un’installazione composta da una sedia rossa, un foglio di pluriball e un mattone. Simbolo di un’umanità appesantita dal consumismo e dall’indifferenza, l’opera riflette sull’illusione di protezione e sulla responsabilità che cerchiamo di evitare. Il mattone che chiude la composizione diventa il peso della coscienza: ineludibile, concreto.
“La realtà, come il mattone, pesa”, hanno commentato i due artisti.
Organizzato con passione e cura dal direttore artistico Arcangelo Pugliese, con il sostegno del Comune di Zagarise, della Pro Loco e dell’intera comunità, il festival ha saputo coinvolgere cittadini, artisti e visitatori in un’esperienza collettiva di riflessione e speranza. Fondamentale anche il contributo del signor Enzo Bubbo Acrittore per la documentazione storica relativa a Emilio Ledonne.
“La memoria non è statica. Cammina con noi” — è il messaggio che ha attraversato tutte le giornate del festival, tra arte, parole e gesti semplici. Perché ricordare non basta: serve scegliere ogni giorno da che parte stare.
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