di FILIPPO COPPOLETTA
Pensate all’evento mondiale più importante e discusso di questa prima metà del 2025. Pensate alla reunion di una band britannica che dopo 16 lunghi anni ha mandato in visibilio milioni di fan da tutto il mondo. Pensate di percorrere oltre duemila chilometri per raggiungere quel concerto insieme a quattro amici e altre 80 mila persone. Bene, ora pensate se tra quelle 80 mila persona, all’Heaton Park di Manchester, la band in questione decide di fotografarti e di metterti come copertina di un post che finisce dritto nelle pagine della storia della musica mondiale. Sembra una narrazione fantastica, un sogno, ma è la realtà che ha travolto in questi giorni un ragazzo di Soverato, involontario protagonista, con la sua maglia numero 9 del Catanzaro, di uno scatto rilanciato sui profili ufficiali degli Oasis.
Carlo Curatola, 36 anni, a quel concerto non doveva neanche andarci. Non era riuscito ad organizzarsi in tempo. I biglietti erano andati sold out in poche ore. Lui sarebbe rimasto a casa, un gruppo di amici invece ci era riuscito. Poi l’occasione: la rinuncia all’ultimo minuto di un ragazzo del gruppo mette in ballo un biglietto che diventa qualcosa simile al Golden Tickets di Wonka. Non ci pensa due volte Carlo, anche perché gli Oasis li segue da sempre e questa band ha ispirato la creazione di un progetto - Windowsea - che porta avanti in Calabria e che diventa protagonista di scatti panoramici e simbolici.
Come è stato ritrovarti in quella copertina?
“È ancora difficile da credere, anche a distanza di ore. Sembra quasi un film di fantascienza. Non l’ho ancora realizzato del tutto… trovarmi lì, sulla copertina di un post degli Oasis, è surreale”.
Come lo hai scoperto?
“L’ho scoperto per caso, da solo, sul profilo degli Oasis… e davvero non ci credevo. Poi è arrivata un’ondata di messaggi: amici che mi scrivevano, tag ovunque. Mi hanno pubblicato su Calciatori Brutti, la Nuova Calabria, varie pagine di sport, e perfino alcune pagine rock mi hanno già contattato per interviste. È stato tutto improvviso e surreale”.
Ma perché indossavi la maglia del Catanzaro?
“Per me il Catanzaro rappresenta tanto, quanto mi hanno rappresentato gli Oasis nella vita. Mettere quella maglia a quel concerto è stato un gesto istintivo, ma profondamente sentito. È stato davvero il connubio perfetto tra due grandi passioni. Già avere i biglietti era un’emozione immensa, esserci dal vivo ancora di più. Portare il Catanzaro oltre la Manica, in un contesto così, ha significato appartenenza. È stato un regalo inaspettato”.
La foto è stata ricondivisa anche da Iemmello. Vi siete scritti?
“No, non ci siamo scritti, anche perché immagino riceva tantissimi messaggi e non mi sembrava il caso di disturbarlo. Ma sono stato contentissimo che abbia ricondiviso la foto. Iemmello è un profeta in patria, un bomber vero. È uno dei miei giocatori preferiti e ho sempre sognato di vederlo con la maglia del Catanzaro”.
Mi hai accennato del progetto “Windowsea”. Di cosa si tratta?
“Windowsea è un progetto artistico urbano che porto avanti da circa due anni insieme a un amico e ad altri ragazzi che ci danno una mano. Creiamo installazioni a zero impatto ambientale, ispirate inizialmente agli Oasis e al Britpop, ma anche ad altri artisti indie. È il nostro modo di rendere omaggio a una musica che per noi è l’ultima vera melodia che gira ancora. Il sogno è quello di creare un museo a cielo aperto, gratuito, per tutta la comunità. Qualcosa che mancava, che sentivamo dentro. E, passo dopo passo, con tanti sacrifici, stiamo iniziando a vedere dei bei risultati”.
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