L'intervento. Salvatore Belfiore: "L’autoerotismo del consenso ai tempi del virus. Parole che fanno ammalare e uccidono"

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images L'intervento. Salvatore Belfiore: "L’autoerotismo del consenso ai tempi del virus. Parole che fanno ammalare e uccidono"
Salvatore Belfiore
  03 maggio 2020 15:35

di SALVATORE BELFIORE

Se come diceva l’illustre e geniale Wilhelm Reich nel suo noto “Psicologia di massa del fascismo”: “Gli uomini diventano fascisti perché repressi sessualmente”…cosa è diventata mai l’Italia, il paese noto in tutto il mondo per il suo calore umano, la sua comunicazione corporea e l’espressione della sua sessualità “latina”, in questi tempi che hanno visto persino coppiette di adolescenti minorenni multate per aver scambiato effusioni in pubblico? Forse dovremmo proprio addurre a questo fattore, la repressione di ogni forma di comunicazione affettiva, emotiva e sessuale (spacciata come unica possibilità di contrasto al virus…) se, a un certo punto, la maggioranza del popolo italiano abbia deciso di affidarsi ai diktat di un singolo individuo? Un presidente del consiglio che sta evidentemente enfatizzando la sua immagine attraverso i media, spostando l’attenzione attraverso l’uso di un capro espiatorio (i nemici suoi che diventano “nemici dell’Italia tutta…) per esercitare il potere in maniera incontrastata.

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 “CREDERE, OBBEDIRE, RESTARE A CASA…”

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 Anche l’utilizzo abusatissimo della parola “guerra”, oltre che dei D.P.C.M.,  ha oltremodo acuito queste dinamiche estreme di accettazione acritica di tutto il male possibile, di tutte le limitazioni che si potevano inventare, di tutti gli abusi assurdi e ingiustificabili (come tutti gli abusi d’altronde…) da parte di forze dell’ordine che battono cassa con multe su multe in nome di questo fideistico risultato, di questo fantomatico “bene collettivo e condiviso”, che è in realtà un malcelato “male minore”. Ed ‘ sempre la retorica vecchissima del suddetto male,  che ha convinto milioni di italiani a “belare in coro” i mantra governativi, mentre ci si auto rincuorava sulla possibilità che al posto di Conte, ci sarebbe potuto essere Matteo Salvini, Giorgia Meloni o chissà chi… Anche durante la pantomima dell’annuncio sui MES light e la gogna mediatica dei “nomi e cognomi” a  reti unificate…Giuseppe Conte ha incarnato persino i panni “dell’accusone” che in classe: “lo diceva alla maestra” comunicando sempre più incertezza e sempre più assenza di reale autorevolezza e anche, sotto certi aspetti, autostima governativa…

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Che credibilità istituzionale e comunicativa può avere mai un premier, se si auto concede di usare i mezzi di comunicazione, a reti unificate, durante un’emergenza sanitaria, per rispondere ad “accuse” da parte degli stessi personaggi, che fino a qualche mese prima erano compari di coalizione governativa? E sebbene lo staff strapagato che gli scrive i testi dei discorsi, abbia usato termini ridondanti e iperbolici, come “Potenza di fuoco”…”intervento poderoso”…”intervento senza precedenti” (che  tutti i media si sono affrettati a riportare fedelmente per amplificarne ancora e ancora l’effetto di propaganda) …i fatti, i tristi, crudeli e palpabili fatti, denunciano la totale vacuità delle sue parole e dei suoi atti… Mera propaganda, autoerotica, autoreferenziale e vuota,  di una macchina comunicativa che lo ha partorito con l’intento preciso di manovrarlo saggiamente, lui, il braccio armato della piattaforma Grillina che tutto muove con un “click”. Se Di Maio e Di Battista sono stati i “nostri ragazzi” e hanno generato echi di identificazione popolare in chi “non ce l’ha fatta” i “laureati all’università della vita”, Giuseppe Conte è, invece, il “Signor Smith” di Matrix, colui che “si chiama Legione, perché loro sono in tanti”, il prototipo dell’anti umano e il proto cibernetico esemplare di non politico, messo lì, come l’amministratore di condominio durante l’approvazione di un bilancio, come un simulacro vuoto di un’autorità che non esiste…un golem di argilla, plasmato per adempiere a un preciso progetto.

Giuseppe Conte è il GOLEM a 5STELLE, che annaspa però, usando un codice linguistico da macho e che si propone con un paternalismo spiccio e poco credibile, ma che ha saputo però  conquistare consenso usando il “terrore” come strumento di costruzione di una “necessità di esserci” pur non essendo stato invocato da nessuno. Se Berlusconi ha rappresentato nell’immaginario collettivo, il vecchio zio godereccio e “puttaniere” che tocca il culo alle cameriere e allunga mancette sotto banco, Renzi il boy scout democristiano dall’ego ipertrofico, Letta il sagrestano mesto  e Salvini il capo ultras, Giuseppe Conte complici la fisicità e la mimica da goffo affabulatore di provincia, ricopre il ruolo dell’italiano piccolo borghese, che si è affrancato dalle sue umili origini ed è: “ diventato qualcuno”…”ha fatto i denari”. Il nostro premier, pur non avendo alcuna dote comunicativa, politica, carismatica o semplicemente empatica, rappresenta il perfetto costrutto senza contenuto del sottobosco narrativo qualunquista  a 5 stelle da cui proviene…E’ talmente poco identificabile nel panorama della politica italiana, che molto spesso viene definito il “presidente apartitico”, perché non si riconosce in lui nessun tipo di “appartenenza” ideale…

Di chi è davvero il Presidente, Giuseppe Conte? Di quale fazione parlamentare esprime la linea politica? Quali sono i suoi ideali? Quali le sue linee programmatiche? Fino ad ora, l’unica e sola campagna “ideale”  palese e concretamente assimilabile dagli italiani è stata la restrizione alle libertà di movimento collettive, tradotta con il cattivo mantra #restiamoacasa. Tutto il resto di frasi, rimandi, citazioni bibliche sbagliate, utilizzo di strumenti mutuati dalla PNL, ma declinati al futuro e che quindi hanno comunicato e comunicano un senso di incertezza diffuso e di fumosità realizzativa (#andràtuttobene…#insiemecelafaremo) denuncia sia che il suo team di esperti della comunicazione agisce senza cognizione di causa e poi che il popolo degli italiani, è stato, ahinoi, considerato alla mercé di mentecatti.

 Hashtag, mantra, parole che, addirittura, sono diventate nomi profilo di utenti persino in siti di incontri e in app per conoscere partners sia del mondo etero che di quello LGBT…Addirittura in queste app di incontri si è arrivati a sostituire i nomi dei profili con moniti per altri impavidi utenti: “ NON INCONTRIAMO…RESTIAMO A CASA” … Ho ricevuto più di una segnalazione di utenti, uomini e donne, che oltre a usare i suddetti nomi nei profili, aggiungevano come immagine la propria foto con la mascherina chirurgica e i guanti…e non per alludere a nuove sperimentazioni fetish che prevedessero materiale sanitario, ma perché tutto fosse ricondotto alle direttive governative. Tutto è stato ridimensionato, adattato allo scopo, abbrutito, svilito, teatralmente rimaneggiato, perché richiamasse ad immagini di seriosità medicale, angoscia e terrore diffuso. Anche gli spot mandati nelle tv, tutte, hanno usato anche testimonial dello sport che ripetevano comandi ipnotici con le parole:  “bisogna obbedire…sono le regole…”

Il COVID 19 o meglio la non partecipazione alla credenza imposta della sua letalità e pericolosità del tutto nuova e incontrollabile, diventano il nuovo stigma, la lettera scarlatta governativa che ancora marchia, possiede, angoscia e miete vittima in Italia, paese il nostro, che stà subendo il lockdown più feroce del mondo. I cui tragici effetti, si proiettano sui moltissimi casi di suicidio, la cui eco mediatica è di un silenzio assordante. Ma forse, rientrerebbero comunque, nelle liste dei decessi di-con-per-da-su-in-per-tra-fra corona virus.                                                  

 

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