L'INTERVISTA, Tallini: "Forza Italia risalirà la china, alla fine i Gentile saranno nella coalizione"

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Domenico Tallini

intervista tallini

  03 agosto 2019 01:33

di ENZO COSENTINO

Giovanni Toti restituisce la fascia di “generale” di FI che gli aveva assegnata il presidente Berlusconi. Nel partito azzurro da nord a sud non se ne fa un dramma. L’altro “generale”, Mara Carfagna, resiste alla tentazione e per il momento resta in carica. Una sua uscita, questa si, aprirebbe una crepa in FI.

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Ma è in periferia che si lavora in FI per risalire i gradini del consenso. Vita difficile, anche se i fedelissimi azzurri credono nella ripresa. Come vanno le cose dalle nostre parti? Lo abbiamo chiesto al consigliere regionale Domenico Tallini.

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Onorevole Tallini, è sempre più complicata la vita nel suo partito?

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“E’ la vita politica in generale, nel Paese e in Calabria, ad essere complicata. Forza Italia, che è stata l’elemento trainante del centrodestra per tanti anni, accusa una certa difficoltà ad intercettare il voto moderato che si è rifugiato in buona parte nell’astensione. Ciò ha favorito la crescita esponenziale della Lega che si basa sull’immagine di Matteo Salvini, molto abile ad utilizzare la questione sicurezza ed immigrazione per captare molti consensi. C’è in atto una dura e forte discussione interna per un rilancio di Forza Italia a livello nazionale, i cui effetti finali non potranno che essere positivi. Io ci credo. In Calabria, per la verità, avvertiamo meno questa flessione perché il partito viaggia su percentuali molto più alte della media nazionale ed è molto radicato nelle istituzioni. Schieriamo tre senatori, quattro deputati, quattro consiglieri regionali, i sindaci di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia, il presidente della Provincia di Catanzaro, tanti amministratori locali. Eravamo e siamo centrali. Senza di noi il centrodestra non vince.”

FI, almeno quella “tradizionale”, a Catanzaro si è già schierata per la candidatura di Occhiuto ma un candidato catanzarese non c’era?

“Ho sempre detto che Sergio Abramo e la stessa Wanda Ferro, quando militava con noi, avevano tutte le caratteristiche per essere candidati alla presidenza della Regione. Il coordinamento regionale, all’unanimità, si è espresso per Mario Occhiuto non perché cosentino, ma perché incarna l’immagine della novità e riesce a parlare a settori della società calabrese esterni al centrodestra. In Calabria sono nati già decine e decine di comitati spontanei a sostegno della sua candidatura. La convention all’agroalimentare di Lamezia Terme, con la presenza di oltre quattromila persone, conferma la bontà di questa scelta. Così come ha rivoluzionato Cosenza, Occhiuto rivoluzionerà la Calabria.”

Il senatore Aiello che esprime le volontà politiche del gruppo Gentile non è d’accordo sulla scelta e rimette in gioco la partita.

“Non intendo assolutamente aprire fronti polemici con persone a cui sono legato da antica amicizia. Mi riferisco in particolare ai fratelli Tonino e Pino Gentile, veterani della politica, al senatore Piero Aiello e al collega Baldo Esposito. Con specifica identità politica. Mi risulta che alle Politiche del 2018 e alle recenti Europee abbiano votato partiti di centro destra e ora guardano con interesse alle posizioni del governatore della Liguria Giovanni Toti. Ritengo che l’ostracismo alla candidatura di Mario Occhiuto sia più frutto di incomprensioni personali e non di incompatibilità politiche. Sono, comunque, fiducioso  che se il centrodestra dovesse confermare la candidatura del sindaco di Cosenza il gruppo di Gentile sarà nella coalizione.  D’altro canto, con questi amici noi già governiamo il Comune e la Provincia di Catanzaro.”

Intanto la Lega anche da queste parti cresce e punta alla leadership del centrodestra. Spaccature in vista nello schieramento?

“La Lega ha numeri importanti. E’ il primo partito in Italia e il secondo partito in Calabria dopo i Cinquestelle. Ma al momento non è autosufficiente. Per vincere bisogna essere uniti. E allora, come avvenuto in tutte le competizioni regionali dell’ultimo anno, l’alleanza tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia reggerà anche da noi. Salvini, quando è venuto a Catanzaro, ha ribadito che lui non è interessato alla presidenza della Regione, ma ad un programma innovativo e forte che faccia cambiare la Calabria. Fratelli d’Italia sembra interessato all’Umbria e così resta naturale e fisiologico che la Calabria vada a Forza Italia.”

 Lei si sta adoperando per ricompattarlo e chi ci mette dentro?

Anche i miei detrattori ammettono che sono stato determinante per mettere in piedi le coalizioni che hanno permesso a Sergio Abramo di diventare prima sindaco, poi presidente della Provincia. Il centrodestra che si schiererà alle Regionali sarà formato da Forza Italia, dalla Lega, da Fratelli d’Italia, dal gruppo Gentile, dal contributo di Udc, Cdu e di alcune liste civiche, come Officine del Sud e il movimento dei sindaci di Callipo, che risulteranno essere l’arma in più.

Centrodestra e centrosinistra al momento sembrano attraversare un identico momento di decrescita. E' così?

“Non è così. Tutti i sondaggi elettorali dalle Europee ad oggi assegnano al centrodestra classico (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia) più del 50% dei consensi. Se si rivotasse domani, in Parlamento ci sarebbe una maggioranza schiacciante. Dati europei alla mano, in Calabria il centrodestra è al 46% e dunque con la vittoria delle Regionali alla sua portata. Solo stupide contrapposizioni potrebbero compromettere un risultato che sulla carta appare scontato. Dei problemi del centrosinistra non mi occupo. Comprendo solo che la timida ripresa del PD con Zingaretti sembra essersi già arenata.”

 

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