Liste d'attesa "privatizzate" alla 'Dulbecco' di Catanzaro, revocata la misura alla caposala Logozzo

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images Liste d'attesa "privatizzate" alla 'Dulbecco' di Catanzaro, revocata la misura alla caposala Logozzo
Università Magna Graecia di Catanzaro
  09 ottobre 2025 13:57

Cadono le accuse anche nei confronti della caposala del reparto di Oculistica dell'AOU "Dulbecco" di Catanzaro, Laura Logozzo, difesa dagli avvocati Eugenio Felice Perrone ed Ilaria Guzzo del Foro di Catanzaro. Revocata, nei suoi confronti, la misura interdittiva nell' ambito del procedimento penale sul policlinico di Germaneto che ha visto coinvolti il prof Vincenzo Scorcia, la sua segretaria, ed altro personale accusati di aver messo in piedi a vario titolo un presunto sistema strutturato di liste di attesa e  interventi "privatizzati"  nel Reparto di Oculistica della Dulbecco.

LEGGI QUI LA NOTIZIA DEGLI ARRESTI

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LEGGI QUI I DETTAGLI DELL'INCHIESTA

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Associazione a delinquere, peculato, concussione, truffa aggravata e interruzione di pubblico servizio, falsità ideologica e autoriciclaggio, le accuse contestate a vario titolo.

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LA VICENDA

Nessuna lista di attesa per chi pagava: somme che andavano da 200 in su Per gli inquirenti, il  "sistema" era semplice: dopo l'intervento chirurgico  i pazienti, venivano indirizzati nello studio privato e visitati nuovamente a pagamento. Oppure venivano  contattati  telefonicamente dal personale del reparto di Oculistica per l’espletamento degli accertamenti di rito per la pre-ospedalizzazione, poi ricoverati e nella quasi totalità dei casi, sottoposti personalmente dal professore Scorcia a intervento chirurgico. Un "sistema"   confermato dalle dichiarazioni rese dalle persone informate dei fatti e da diversi pazienti   che hanno esibito anche copie  di documenti  relativo alle prestazioni mediche, 

Di fatto, il paziente, o anche un suo familiare,   contattava la segretaria Battaglia per prenotare una visita oculistica specialistica con il prof. Scorcia. "Assoluta urgenza" o "necessità di essere operati": così  l paziente veniva "dirottato" verso l'intervento.  E così, dopo aver pagato - a secondo dell'intervento e della prestazione- , il nominativo del paziente privato veniva  girato allo studio del Reparto di Oculistica per il successivo inserimento nelle “Agende di prenotazione” e nelle liste operatorie. Condotte che per il gip  avrebbe determinato "un ingiusto profitto a vantaggio degli indagati con pari danno per i pazienti stessi". Determinanti,  per ricostruire il "sistema" le dichiarazioni  dei pazienti ma anche dei loro familiari  che avrebbero riferito, "in maniera dettagliata le modalità di fissazione degli appuntamenti - come scriveva il gip nell'ordinanza- le somme di denaro versato, lo svolgimento degli interventi presso l'ospedale e le successive viste private".  

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