di STEFANIA PAPALEO
Tutti assolti. A 23 anni di distanza dall'agguato mafioso avvenuto il 1° marzo 2002 nei pressi dello svincolo dei Due Mari, l'omicidio dell'avvocato di Lamezia Terme Torquato Ciriaco resta senza firma. La nuova sezione della Corte d'Assise d'Appello davanti alla quale era finito il processo su ordine della Corte di Cassazione ha emesso il suo verdetto e ha confermato l'assoluzione per i fratelli Vincenzino e Giuseppe Fruci e per il collaboratore di giustizia Francesco Michienzi, che in primo grado erano stat condannati rispettivamente a 30 anni di reclusione e a 7 anni e 4 mesi di reclusione.
Ancora una volta, dunque, la tesi difensiva portata avanti dagli avvocati Anselmo Torchia e Giuseppe Spinelli (difensori di Vincenzino Fruci), Sergio Rotundo e Luca Cianferoni (difensori di Giuseppe Fruci) e Maria Claudia Conidi (per il collaboratore di giustizia Michienzi) ha avuto la meglio sulla ricostruzione accusatoria sostenuta dalla Pg in aula.
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Concorso in omicidio volontario, aggravato dall’art. 7 legge 203/91, l'accusa con la quale furono arrestati gli imputati per l'agguato mortale eseguito il primo marzo del 2002 quando, giunto al bivio di Maida alla guida del suo fuoristrada, l'avvocato Torquato Ciriaco fu raggiunto da tre colpi di arma da fuoco partiti da una Fiat Punto che venne poi trovata carbonizzata. Da lì l'avvio delle indagini, la cui svolta arrivò solo nel 2014, grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Michienzi, che offrì nome e movente dell’agguato messo a segno con i fratelli Fruci per impedire che Ciriaco acquisisse un’impresa edile destinata ad altri.
Seguì la testimonianza di Angela Donato, madre di Santino Panzarella (scomparso a luglio 2002, 4 mesi dopo il delitto Ciriaco), che fin dal 2005 raccontò di aver visto in un capannone prima dell’omicidio una Fiat Uno bianca, come l’auto utilizzata dai sicari per l’omicidio, sospettando che alla guida la sera del delitto ci fosse stato proprio il figlio.
Oggi la sentenza di assoluzione che ha fatto gridare allo scandalo i familiari della vittima ancora in cerca di giustizia.
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