Ancora la data non c’è, ma le elezioni presto o tardi si celebreranno e i partiti cominciano a parlarne esplicitamente in Consiglio regionale. A rompere gli indugi è stato, nella seduta di oggi, Gianluca Gallo che, a nome della minoranza, ha chiesto di andare al voto a scadenza naturale. Il giorno sarebbe il 23 novembre, la prima domenica utile invece è il 24. «Non oltre – ha detto risoluto Gallo- perché non è civile fare campagna elettorale a gennaio». Scavallare l’anno e portare i calabresi al voto nei primi mesi del 2020 è l’ipotesi che è circolata con insistenza nelle ultime settimane, rafforzata dalla voce di una presunta richiesta di un parere all’avvocatura regionale per “legittimare” la proroga fino a febbraio dell’anno prossimo.
Scenario seccamente smentito da colui che ha la prerogativa di avviare tutte le procedure elettorali: il presidente della Regione. Oliverio ha detto: «Non ho chiesto alcun parere e non so chi può averlo fatto». Precisato questo, il governatore non si è sbilanciato oltre. Piuttosto ha richiamato il rispetto delle leggi, che peraltro consentono di andare alle urne sessanta giorni dopo il naturale spirare della legislatura, quindi nel 2020. Poi, ha aggiunto che «ci sono considerazioni di buon senso», ossia di concertare con le altre due regioni prossime alle elezioni, Umbria e Emilia Romagna. La sottolineatura sul fatto che è meglio evitare polemiche ad agosto, può voler dire che la decisione ufficiale arriverà dopo l’estate.
g.r.
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