“Ripristinare la decorrenza dei termini processuali dal 15 settembre, come era fino al 2014”.
L’ordine degli avvocati di Catanzaro, presieduto da Antonello Talerico, alza la voce contro la riduzione della sospensione delle attività processuali. La richiesta è del 7 ottobre ed è rivolta al Ministero della Giustizia, con un invito al Consiglio nazionale forense, l’Organismo congressuale Forense e tutti i consigli degli ordini d’Italia ad assumere la stessa posizione.
La novità, ormai consolidata da 5 anni, non piace agli avvocati perché non consente di programmare adeguatamente la vita professionale con i tempi ed i modi giusti:
“L’avvocatura ha subito un grave pregiudizio poiché le riprese della decorrenza dei termini processuali dal 1° settembre invece che dal 16 settembre ha fatto sì che gli avvocati sì che gli avvocati già nell’ultima decade del mese di dicembre devono rientrare in studio per affrontare le scadenze legate alla ripresa dei termini”.
Ritornare alla normativa del 1969, insomma, è la soluzione migliore, anche perché “l’attuale assetto normativo ha comportato una evidente sfasatura temporale e logistica tra le categorie interessate al periodo di sospensione dei termini processuali (magistrati, avvocati e procuratori ed avvocati dello Stato e avvocati), tutti interlocutori necessari del sistema giudiziario”.
E non vale nemmeno la logica per cui la legge accelererebbe il corso della giustizia: “nessun impatto”, scrivono Talerico, il segretario Amalia Garzaniti e tutto il Consiglio dell’Ordine degli avvocati.
ed.cor.
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