Luca Bianchi (Svimez): “Non più cittadini di serie B, si rispettino i diritti del Sud” (VIDEO)

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images Luca Bianchi (Svimez): “Non più cittadini di serie B, si rispettino i diritti del Sud” (VIDEO)

“Il divario Nord-Sud si può colmare solo con un intervento serio dello Stato per garantire pari diritti e servizi in tutte le regioni. Il Recovery fund? Funzionerà con una progettazione adeguata”. Il direttore dello Svimez intervenuto in un incontro a Catanzaro

  03 ottobre 2020 20:15

di VALENTINA CELI

La questione meridionale? “Dobbiamo ripartire dai cittadini, ripartire dai diritti”: parola di Luca Bianchi, direttore di Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno. Nel suo libro, “Divario di cittadinanza. Un viaggio nella nuova questione meridionale”, scritto a quattro mani col giornalista Antonio Fraschilla, Bianchi analizza punto per punto gli ambiti che caratterizzano in senso negativo le regioni del Sud. E che ha illustrato nell’incontro “Sviluppo, diritto alla salute, medicina di prossimità”, organizzato dal circolo Pd Catanzaro ovest e dall’associazione Il Campo presso il Benny Hotel di Catanzaro.

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Un pomeriggio per dibattere delle carenze che al Sud attanagliano politica, economia, sanità, istruzione, e beni pubblici. Secondo il direttore dello Svimez occorre un intervento serio dello Stato, che riporti al centro del dibattito pubblico il rispetto della Costituzione, per far sì che si garantisca il rispetto dei diritti di ogni cittadino, su cui non deve più pesare la diversa provenienza geografica.

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Per quanto possa sembrare sconfortante una lista di problemi così onnicomprensiva, ogni partecipante all’incontro ha provato a illustrare potenziali rimedi per i singoli ambiti.

Così ad esempio la dottoressa Caterina Consarino ha evidenziato la necessità di legare lo sviluppo alla parità di genere. La scarsa occupazione femminile al Sud infatti è frutto dei pochi servizi sociali a disposizione, motivo per cui le donne si trovano a dover scegliere fra lavoro e famiglia. Lampante la carenza di strutture per i figli: gli asili nido nel Mezzogiorno possono accogliere meno del 10% dei bambini sotto ai 3 anni, mentre nel resto d’Italia la percentuale sale al 24%. Identico discorso per il tempo pieno a scuola: qui ne può usufruire il 28,5% degli studenti; in Toscana e Lombardia oltre il 55%.

Caterina Consarino

Non va meglio per l’università, che secondo l’avvocato Bruno Talarico in Calabria soffre per mancanza di fondi, ma soprattutto per la visione miope e divisiva che ha adottato finora: bisogna attirare studenti calabresi e non, puntando ad una strategia di sviluppo integrata fra i tre poli accademici di Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria.

Raffaele Mammoliti, Segretario Generale Cigl per Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, punta i riflettori sull’economia calabrese, che soffre per la carenza di infrastrutture e investimenti e per le piccole dimensioni delle proprie industrie, che provocano un deficit produttivo.

L'intervento di Mammoliti

In sostanza, la risoluzione dei problemi attuali si sintetizza in una richiesta collettiva: un netto taglio col passato per la classe dirigente locale, che deve rinnovarsi, ringiovanirsi e soprattutto guardare al futuro in un’ottica di innovazione e continua attrazione di investimenti verso la Calabria. Per Lino Puzzonia, segretario del circolo Pd Catanzaro ovest, “Le istituzioni al Sud devono prendere finalmente consapevolezza che ci sono dei problemi da affrontare e non delle situazioni su cui vivacchiare”.

In particolare, l’occasione offerta dal Recovery fund, che dovrebbe destinare circa 120 miliardi di euro al Mezzogiorno, diventa oggetto di riflessione. “Funzionerà con una progettazione adeguata - analizza Bianchi – si punti su pochi grandi progetti, una strategia razionale e un’incisiva capacità amministrativa”.

“La risposta alla questione meridionale – spiega Bianchi - non è chiudersi nel localismo. In occasione del Recovery fund, le regioni del Sud riusciranno ad essere ascoltate solo se saranno coese”. Un invito alla cooperazione che ricorre nelle pagine del suo libro e durante tutto l’incontro. Per uscire una volta per tutte dalla trita dialettica che contrappone la questione meridionale a quella settentrionale, il direttore dello Svimez propone: “Proviamo a ricostruire un grande patto nazionale: il Nord cresce se il Sud si sviluppa”.

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