di TERESA ALOI
Da bravi nativi digitali continueranno ad essere in perfetta sintonia con la piattaforma che ormai da qualche mese porta l’Università al di là dello schermo. Computer e webcam accesi, gli studenti continueranno a comunicare tra loro e con il docente come in una classe tradizionale. L'emergenza coronavirus e le nuove disposizioni per evitare possibili contagi, per il momento, non hanno ancora consentito la ripresa in aula delle lezioni.
All'Università Magna Graecia di Catanzaro si è lavorato incessantemente per garantire la ripresa in sicurezza delle attività didattiche ma alla fine, stamattina, il corso di laurea in Economia Aziendale presso il Dipartimento di Giurisprudenza economia e sociologia diretto dal professore Geremia Romano è stato avviato in modalità online sincrona per le matricole dell'anno accademico 2020-2021 (i corsi del II e del III anno hanno avuto già inizio dal 21 settembre scorso) mentre l'ingresso in presenza è previsto per la metà di ottobre.
L'intenzione era quella di avviare, anche se solo per le matricole, la didattica in presenza perché l'Università è una comunità di persona che ha bisogno di interagire. Che ha bisogno di viversi. Non è solo lezione e comunicazione. Perché l'interazione con lo studente "a distanza", pur organizzata nel migliore dei modi, non è la stessa cosa della modalità "diretta" . I vantaggi che solo la presenza in aula può dare, sono difficili da "recuperare" a distanza. Basti pensare all'inibizione che un giovane universitario può provare al di là di uno schermo anche solo per una semplice domanda.
Si è speso tanto il professore Geremia Romano. Per i suoi studenti, per quelli che quest'anno entrano per la prima volta nel mondo universitario. A tal punto che il suo intervento inaugurale dei Corsi di economia è intriso di passione ma cela un ché di amarezza e di sconforto nel ripercorrere le tappe che hanno portato stamattina all'avvio delle lezioni a distanza.
Parla di un " percorso istituzionale – faticoso anche sotto il profilo personale – particolarmente impegnativo, che è stato condiviso dalla totalità dei colleghi del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Sociologia", il professore Romano.
"Un percorso molto travagliato e, a tratti, frustrante, che si è concluso nella serata di ieri, a compimento di una lunga riunione del Consiglio di Dipartimento, nella quale tutti i docenti hanno espresso un sentimento di contrarietà, perché nonostante la determinazione ad impegnarsi in prima linea per riattivare, a pieno ritmo, le attività didattiche ordinarie, ciò non è stato realizzabile, nei tempi promessi, a causa di manchevolezze burocratiche dell’amministrazione centrale dell’Ateneo".
Ed è stato un vero peccato perché si lavora da maggio per assicurare le lezioni in presenza.
L’attività didattica, prevista per i primi anni di corso, avrebbe dovuto iniziare, in presenza, il 14 settembre e il Consiglio aveva deliberato l’avvio, in presenza, delle lezioni per i giovani neo-immatricolati delle lauree triennali e della laurea magistrale in Giurisprudenza. Questa era stata la scelta del corpo docente: anziché, avviare in presenza, con gradualità contingentata, tutti i corsi, si era preferito dedicare la massima attenzione ai giovani neo-immatricolati, i quali sono chiamati al primo impatto, con l’esperienza formativa universitaria. All’esito dell’evoluzione dell’emergenza sanitaria, poi, sarebbero state adottate ulteriori decisioni, anche per garantire la presenza agli studenti di tutti i corsi.
"Lo svolgimento, in presenza, delle prove di ammissione ai vari Corsi e alle Scuole di specializzazione dell’Area medica e paramedica, per una prescrizione ministeriale, ci ha sottratto la disponibilità delle aule, durante il mese di settembre. Per questo - ha sottolineato il professore Romano - l’Ateneo aveva disposto il differimento a oggi, 1° ottobre, delle attività, in presenza, previste per i neo-immatricolati dell’area delle scienze umane. Le nostre aule, nel mese di settembre, hanno ospitato le prove di ammissione, in presenza, degli aspiranti, nell’àmbito dell’Area medica e paramedica: oltre mille persone al giorno hanno potuto svolgere le prove, in assoluta sicurezza. Il 16 settembre, il Decreto Rettorale n. 1039 aveva confortato le aspettative del corpo docente il quale aveva pianificato la ripresa delle lezioni, in presenza. Il 21 settembre, in vista dell’avvio, differito ad oggi, il Dipartimento ha inviato l’elenco dei presidi necessari per consentire l’avvio in sicurezza, secondo i protocolli, a noi tutti, noti. Purtroppo, il 22 settembre l’Amministrazione dell’Ateneo ha comunicato che le condizioni di sicurezza, già garantite agli studenti delle varie prove di ammissione ai corsi dell’Area medica e paramedica, sarebbero state a rischio di compiuta realizzazione, per gli studenti delle scienze umane, interessati alle lezioni giornaliere".
Un Consiglio di Dipartimento straordinario, il 25 settembre aveva preso atto " di questa inattesa manchevolezza dell’Amministrazione Centrale; e il corpo docente, all’unanimità, ha deliberato di voler sollecitare ogni sforzo necessario, perché il Dipartimento tutto fosse messo in condizione di onorare l’impegno assunto nei vostri confronti. Solo nella tarda mattinata di ieri, mi è giunta comunicazione ufficiosa che le condizioni di assoluta sicurezza, per avviare le lezioni in presenza, avrebbero potuto essere garantite, soltanto, a partire dal 15 ottobre".
Ecco perché il Dipartimento ha deciso di avviare le lezioni, in streaming, anche in virtù del timore che un ulteriore rinvio potesse compromettere lo svolgimento degli esami, nei tempi più congrui per una ordinata pianificazione del percorso, da parte degli studenti. E, nonostante l’impossibilità di rispettare i tempi programmati, tutti hanno espresso, però, l’impegno di iniziare le attività didattiche in presenza dal 15 ottobre 2020, per tutti i corsi di primo anno.
"Tra le tante ipotesi, che tutti i docenti del Dipartimento avevano formulato, la modalità online era, del tutto, residuale. Rappresentava l’estrema ratio. Ma, soprattutto, avevamo, tutti, una certezza: le lezioni per i neo-immatricolati avrebbero avuto uno svolgimento, in presenza. La riapertura della nostra Università avrebbe potuto assicurare il ritorno all’esplicazione piena della sua vocazione istituzionale: ricostituire una comunità, mediante la crescita culturale di ogni singolo studente nell’ambito di un rapporto interpersonale con i docenti e con gli altri studenti, nell’assoluto rispetto dei protocolli di sicurezza, con i quali abbiamo imparato a convivere. L’università non è infatti uno strumento di “mera” comunicazione di conoscenze. Ma è in primo luogo una comunità di persone, istituzionalmente deputate a rappresentare un “luogo” di crescita culturale delle giovani generazioni. - ha spiegato il professore Romano - Il compito principale, in questa direzione, è affidato al corpo docente. Ma il corpo docente deve essere posto nelle condizioni di svolgere, al meglio, questo delicato e complesso compito istituzionale. La realizzazione di queste condizioni è responsabilità dell’Ateneo e oggetto di un precipuo dovere delle strutture del governo centrale dell’Ateneo".
Tuttavia al rammarico per ciò che non è stato fa da contraltare la positività che scaturisce dal grande valore del corpo docente testimoniata dalle azioni messe in campo, anche da marzo sino a ieri sera.
Collaborazione, impegno e dedizione anche nelle parole della professoressa Maria Colurcio, coordinatore del Corso di Laurea Economia Aziendale, professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese.
Rinnovando la sua personale disponibilità all’ascolto e alla soluzione di problematiche anche connesse all’attuale momento, la professoressa ha evidenziato le potenzialità delle tecnologie interattive, soprattutto per gli studenti – nativi digitali – esortando a trasformare le minacce in opportunità.
Ha ringraziato gli studenti per aver voluto "accordare fiducia e riconoscimento al valore dell’offerta formativa del corso di laurea con la loro iscrizione e con la loro presenza in aula (virtuale) stamattina" e, in particolare, ci ha tenuto ad evidenziare la differenza rispetto agli Atenei telematici sottolineando "che la modalità in streaming rappresenta una misura relazione e di comunicazione di emergenza e che i contenuti, lo scopo, l’atteggiamento restano immutati e si traducono nel tenere fede alla promessa di valore fatta: fornire conoscenze e competenze adeguate al conseguimento di un titolo di studio valido e competitivo".
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